Riconoscimento dell'adozione piena da parte di coppia dello stesso sesso

Caterina Costabile
10 Maggio 2021

Non contrasta con i principi di ordine pubblico internazionale il riconoscimento degli effetti di un provvedimento giurisdizionale straniero di adozione di minore da parte di coppia omoaffettiva maschile che attribuisca lo status genitoriale secondo il modello dell'adozione piena o legittimante...
Massima

Non contrasta con i principi di ordine pubblico internazionale il riconoscimento degli effetti di un provvedimento giurisdizionale straniero di adozione di minore da parte di coppia omoaffettiva maschile che attribuisca lo status genitoriale secondo il modello dell'adozione piena o legittimante, non costituendo elemento ostativo il fatto che il nucleo familiare del figlio minore adottivo sia omogenitoriale ove sia esclusa la preesistenza di un accordo di surrogazione di maternità a fondamento della filiazione.

Il caso

Tizio, cittadino italiano naturalizzato statunitense e residente all'estero aveva chiesto all'ufficiale di stato civile del Comune di Alfa in Italia, la trascrizione dell'atto di nascita del minore Mevio riconosciuto all'estero quale figlio adottivo del ricorrente e del compagno Caio per effetto di provvedimento giurisdizionale reso negli USA. La pronuncia statunitense attribuiva lo status di genitori adottivi al ricorrente ed al suo partner (successivamente sposato), dando atto che l'adozione era stata pronunciata con il consenso preventivo dei genitori biologici e dopo un'indagine effettuata sugli adottanti, effettuata da agenzia pubblica equiparabile ai Servizi Sociali.

L'ufficiale dello stato civile aveva rifiutato la trascrizione, ritenendo applicabile il regime giuridico relativo all'istituto dell'adozione internazionale e, conseguentemente competente l. 184/1983, ex art. 36, comma 4, il Tribunale per i Minorenni.

Il ricorrente aveva adito la Corte d'appello, ai sensi della l. 218/1995, al fine di ottenere il riconoscimento del provvedimento estero di adozione piena e legittimante del figlio minore, così come attestato nel certificato prodotto in modo che allo stesso fosse attribuito lo stato giuridico di figlio adottivo di Tizio e Caio.

La Corte d'appello aveva ritenuto inapplicabile la disciplina normativa dell'adozione internazionale, essendo incontestato che il ricorrente risiedesse da oltre un decennio negli USA ed avesse acquistato per naturalizzazione anche la cittadinanza americana, e che l'altro genitore adottivo fosse cittadino americano così come il minore. Aveva, poi, ritenuto la propria competenza l. 218/1995, ex art. 41, comma 1, secondo il quale i provvedimenti stranieri in materia di adozione sono riconoscibili l. 218/1995, ex artt. 64, 65 e 66, ritenendo l'insussistenza di motivi di contrarietà ai principi di ordine pubblico del provvedimento da riconoscere.

Avverso tale pronuncia aveva proposto ricorso per Cassazione il Sindaco di Alfa in qualità di ufficiale di Governo, proponendo quattro motivi di ricorso.

La questione

Le Sezioni Unite hanno affrontato la questione afferente alla compatibilità con i principi costituenti l'ordine pubblico internazionale dell'atto straniero di adozione piena e legittimante di un minore a favore di una coppia omoaffettiva.

Le soluzioni giuridiche

Le Sezioni Unite hanno ritenuto che l'unico limite al riconoscimento di status genitoriali contenuti in provvedimenti esteri richiesti da componenti di coppie omoaffettive, dato dalla contrarietà ai principi di ordine pubblico internazionale ex art. 64 l. 218/1995, è da individuarsi nel ricorso alla gestazione per altri, limite peraltro comune anche alle coppie eterosessuali.

In particolare, non sono stati ritenuti incidenti sulla valutazione di compatibilità della omogenitorialità con i nostri principi di ordine pubblico internazionale i limiti derivanti dalla legislazione interna in tema di accesso all'adozione legittimante (art. 6 l. 184/1983) previsto soltanto per le coppie eterosessuali coniugate, e dalla legge sulle unioni civili che non ha espressamente esteso alle coppie omoaffettive l'accesso all'adozione legittimante, lasciando tuttavia aperta la strada all'adozione in casi particolari, in quanto già riconosciuta dalla giurisprudenza sulla base delle norme vigenti (art. 1, comma 20, l. 76/2016).

Osservazioni

La nozione di ordine pubblico internazionale, come limite all'applicazione del diritto straniero, va desunta dai principi supremi e/o fondamentali della Carta costituzionale, ovverosia da quelli che non potrebbero essere sovvertiti dal legislatore ordinario, restando escluso il contrasto con l'ordine pubblico in caso di difformità della norma straniera da norme del diritto nazionale con cui il legislatore abbia esercitato la propria discrezionalità in una determinata materia, con la conseguenza che, ai fini della relativa valutazione, il giudice deve verificare se l'atto straniero contrasti con l'esigenza di tutela dei diritti fondamentali dell'uomo, desumibili dalla Carta costituzionale, dai Trattati fondativi e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, nonché dalla CEDU.

La Suprema Corte, con una recente pronuncia emessa a Sezioni Unite (cfr. Cass. civ., sez. un., 08 maggio 2019, n. 12193), nel precisare la nozione di ordine pubblico, ha stabilito che, in tema di riconoscimento dell'efficacia del provvedimento giurisdizionale straniero, la compatibilità con l'ordine pubblico, richiesta dagli art. 64 e ss. della l. 218/1995, deve essere valutata alla stregua non solo dei principi fondamentali della nostra Costituzione e di quelli consacrati nelle fonti internazionali e sovranazionali, ma anche del modo in cui gli stessi si sono incarnati nelle disciplina ordinaria dei singoli istituti, nonché dell'interpretazione fornitane dalla giurisprudenza costituzionale e ordinaria, la cui opera di sintesi e ricomposizione dà forma a quel diritto vivente dal quale non può prescindersi nella ricostruzione delle nozioni di ordine pubblico, quale insieme dei valori fondanti dell'ordinamento in un determinato momento storico. Caratteristica essenziale della nozione di ordine pubblico è, infatti, la relatività e mutevolezza nel tempo del suo contenuto.

La rispondenza all'ordine pubblico internazionale richiesta dall'art. 64, l. 218/1995, viene, dunque, a concretizzarsi nel rispetto dei valori dell'ordinamento italiano come risultanti dalla interpretazione offerta nel diritto vivente dei principi costituzionali e delle norme che di tali principi sono incarnazione nella disciplina ordinaria.

I giudici di legittimità, con la pronuncia in commento, valorizzando e ampliando il concetto e l'ambito applicativo dell'adozione, hanno attestato che l'unione matrimoniale così come prevista nell'art. 29 Cost., sebbene costituisca il modello di relazione familiare fornito, allo stato attuale della regolazione interna, del massimo grado di tutela giuridica, non identifica più, soprattutto dopo la riforma della filiazione, il modello unico (o quello ritenuto esclusivamente adeguato) per la nascita e la crescita dei figli minori, e conseguentemente deve escludersi che esso possa operare come un limite al riconoscimento degli effetti di un atto che attribuisce la genitorialità adottiva a una coppia dello stesso sesso, tanto più che in relazione all'adozione l'imitatio naturae manca sin dall'inizio ed è ampiamente compensata dalle ragioni solidaristiche dell'istituto e, con riferimento al minore, dalla realizzazione del suo benessere psico-fisico e del suo sviluppo personale e relazionale, oggetto di verifica da parte dell'autorità giudiziaria.

Le Sezioni Unite hanno, quindi, escluso che possano ricondursi a principi di ordine pubblico internazionale i limiti derivanti dalla legislazione ordinaria in tema di accesso alla adozione legittimante (art. 6, l. 184/1983), consentito soltanto alle coppie eterosessuali unite in matrimonio; dalla legge sulle unioni civili che non estende alle coppie dello stesso sesso l'accesso all'adozione piena, nonostante lasci aperta la strada all'adozione in casi particolari in quanto riconosciuta in via giurisprudenziale (art. 1, comma 20, l. 76/2016); e nemmeno dal regime codicistico in materia di prova della filiazione.

I giudici di legittimità hanno, altresì, chiaramente ribadito che costituisce approdo fermo nella giurisprudenza di legittimità l'ininfluenza dell'orientamento sessuale nelle controversie riguardanti l'affidamento dei minori e la responsabilità genitoriale all'interno del conflitto familiare (cfr. Cass. civ., sez. I, 11 gennaio 2013, n. 601), così come per l'accesso all'adozione non legittimante delle coppie omoaffettive (cfr. Cass. civ., sez. I, 22 giugno 2016, n. 12962), ricordando che tale conclusione si fonda sulla considerazione della mancanza di riscontri scientifici sulla inidoneità genitoriale di una coppia formata da persone dello stesso sesso.

In conclusione, nell'attuale contesto normativo e giurisprudenziale il limite, dovuto alla contrarietà ai principi di ordine pubblico internazionale, al riconoscimento di status genitoriali contenuti in provvedimenti esteri richiesti da componenti di coppie omoaffettive è da individuarsi esclusivamente nel ricorso alla gestazione per altri, limite peraltro comune anche alle coppie eterosessuali, reputandosi il divieto interno e la sanzione penale consequenziale espressione di valori fondamentali quali la dignità umana della gestante.

Riferimenti
  • Dogliotti, I due padri e l'ordine pubblico…tra sezioni semplici e sezioni unite, in Famiglia e Diritto, 2018, 10, 837 ss.;
  • Giacomelli, L'adozione piena da parte della coppia dello stesso sesso avvenuta all'estero è compatibile con l'ordine pubblico internazionale: gli equilibrismi della Cassazione tra inerzia del legislatore, moniti costituzionali ed esigenze di tutela omogenea dei figli, in questionegiustizia.it;
  • Salvi, Maternità surrogata e ordine pubblico internazionale. Gestazione per altri e ordine pubblico: le Sezioni Unite contro la trascrizione dell'atto di nascita straniero, in Giur. It., 2020, 7, 1623;
  • Winkler, Le Sezioni Unite sullo statuto giuridico dei bambini nati all'estero da gestazione per altri: punto di arrivo o punto di partenza?, in Corriere Giur., 2019, 10, 1198.

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