Anche i lavoratori autonomi hanno diritto ai canoni di locazione ribassati di edilizia residenziale pubblica

Redazione scientifica
01 Giugno 2021

La Corte costituzionale ha sancito la natura discriminatoria dell'esclusione dei lavoratori autonomi dai canoni di locazione più bassi per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica previsti per i nuclei familiari meno abbienti.

È quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 112 depositata il 28 maggio, dichiarando incostituzionale la legge della Regione Lombardia 4 dicembre 2009, n. 27. Tale normativa riservava i canoni di locazione più bassi agli assegnatari di alloggi il cui reddito provenga da pensione, da lavoro dipendente o assimilato. La Consulta ha precisato che «alla luce della finalità della disciplina, volta a garantire il diritto inviolabile all'abitazione a persone che versano in condizioni di particolare fragilità economica» la disciplina risulta applicare una irragionevole disparità di trattamento.

In particolare, «la Corte non ha ravvisato una ragionevole giustificazione della diversa disciplina nel differente meccanismo impositivo cui sono sottoposti i redditi in questione. Parimenti, ha escluso che la disparità di trattamento possa motivarsi in ragione del risalente e parziale contributo finanziario erogato, a beneficio del patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, dai cosiddetti fondi Gescal, alimentati con prelievi sui redditi dei lavoratori dipendenti».

In conclusione, «la tutela del diritto inviolabile all'abitazione e il rispetto del lavoro in tutte le sue forme impongono che il principio di eguaglianza si dispieghi pienamente, applicando le stesse modalità di calcolo del canone di locazione in favore di assegnatari che versino in situazioni di grave fragilità economica».

*fonte: www.dirittoegiustizia.it

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