Appalto non genuino: le presunzioni devono adattarsi al caso specifico
24 Giugno 2021
Nell'accertamento della non genuinità del contratto di appalto possono ritenersi elementi presuntivi il fatto che le prestazioni lavorative vengano rese all'interno dei locali del committente e in stretta relazione con i responsabili operanti presso lo stesso?
In tema di interposizione nelle prestazioni di lavoro, la giurisprudenza di legittimità ha evidenziato che, ai fini della configurabilità di un appalto fraudolento, non può ritenersi sufficiente la circostanza che il personale alle dipendenze del committente impartisca disposizioni agli ausiliari dell'appaltatore, in particolare laddove l'oggetto dell'appalto richieda di essere eseguito presso i locali del primo.
È necessario verificare, infatti, se le direttive siano riconducibili al correlato potere datoriale, inerendo alle concrete modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative ovvero al solo risultato delle stesse prestazioni.
In quest'ultima ipotesi non opera il divieto di interposizione, configurandosi un contratto di appalto "genuino".
Il potere direttivo, si precisa, deve estrinsecarsi nell'emanazione di ordini specifici, oltre che nell'esercizio di un'assidua attività di vigilanza e di controllo dell'esecuzione delle mansioni, dovendosi comunque tenere conto della specificità dell'incarico conferito - in particolare ove richieda conoscenze specifiche e professionalità non presenti presso l'organizzazione del committente- nonché delle modalità di attuazione dello stesso, le quali potrebbero rendere ineliminabile la stretta collaborazione con il personale del committente. |