Le Commissioni Finanze di Camera e Senato consegnano al Governo le proposte di riforma fiscale

La Redazione
01 Luglio 2021

Nella giornata di ieri, 30 giugno, le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno approvato la proposta di riforma fiscale. Il documento conclusivo è articolato in due capitoli, nel primo si leggono gli obiettivi dell'intervento di riforma e nel secondo le misure a sostegno per il raggiungimento.

Nella giornata di ieri, 30 giugno, le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno approvato la proposta di riforma fiscale. Il documento conclusivo è articolato in due capitoli, nel primo si leggono gli obiettivi dell'intervento di riforma e nel secondo le misure a sostegno per il raggiungimento.

Ricordiamo brevemente l'iter fin qui svolto, la VI Commissione Finanze della Camera e la VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato hanno deliberato lo scorso novembre 2020 l'avvio di una indagine conoscitiva sulla riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario.

L'indagine si è articolata nell'arco di sei mesi – tra gennaio e giugno 2021 – nel corso dei quali si è proceduto allo svolgimento di 61 audizioni. Successivamente, ha preso avvio una fase di discussione, al termine della quale tutti i gruppi parlamentari hanno depositato documenti in cui hanno espresso la loro posizione politica sulla desiderabilità di una riforma fiscale complessiva e sulle caratteristiche principali della stessa.

Ora, giunti al termine di questo percorso, le Commissioni hanno approvato il documento conclusivo affinché possa essere un valido indirizzo politico e strumento di aiuto per il Governo per la predisposizione della legge delega sulla riforma fiscale, che l'Esecutivo si è impegnato a presentare entro il 31 luglio 2021.

Nella proposta di riforma si ritiene che l'intervento debba essere guidato da due obiettivi fondamentali:

  1. crescita dell'economia e
  2. semplificazione del sistema tributario.

Tra le proposte a sostegno della crescita economica, il quale risulta essere la struttura portante della riforma, è il forfait per le partite Iva con ricavi o compensi fino a 65mila euro. Il regime si arricchisce con un meccanismo di accompagnamento che eviterebbe il ritorno brusco all'Irpef a chi supera la soglia dei ricavi: l'ipotesi, delineata dal documento è quella di una via opzionale per restare nel forfait nei due anni d'imposta successivi, a patto però di dichiarare un volume d'affari incrementato di almeno il 10% rispetto a quello dell'anno precedente.

Rispetto alla semplificazione e certezza, l'azione può concretamente esplicitarsi con la realizzazione di quattro punti:

  1. la codificazione delle norme fiscali;
  2. elevazione al rango costituzionale di alcune parti dello Statuto del contribuente;
  3. cancellazione di tributi minori;
  4. avvicinamento tra bilancio fiscale e bilancio civilistico.

Una proposta importante rigurda, poi, l'Irpef su cui si prospetta una riduzione del carico per i 7 milioni di contribuenti che popolano il terzo scaglione, fra 28mila e 55mila euro di reddito.

La Commissione concorda sulla necessità di una riforma che porti al superamento dell'Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Si pensa ad un riassorbimento del gettito Irap nei tributi attualmente esistenti, preservando la manovrabilità da parte degli enti territoriali e il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale, senza caricare di ulteriori oneri i redditi da lavoro dipendente e assimilati.

Altro aspetto importante è che la riforma fiscale diventi l'occasione per innestare in modo deciso e irreversibile un cambio di paradigma nei rapporti tra amministrazione fiscale e contribuente.

Ambo le parti devono evolversi mutando i propri comportamenti in senso virtuoso e abbandonare i pregiudizi nei confronti della «controparte» (che tale non è, in quanto lo Stato altro non è che l'insieme dei contribuenti stessi). Lo Stato deve allontanare ogni tendenza a considerare il contribuente un «evasore che ancora non è stato scoperto», e al contempo efficientare i propri comportamenti, non solo quelli relativi all'amministrazione finanziaria ma anche quelli inerenti l'efficiente utilizzo delle risorse pubbliche raccolte con la tassazione.

D'altro canto, Il contribuente, deve pienamente internalizzare il beneficio collettivo che deriva dal pagamento dei tributi, nella forma dell'erogazione di beni e servizi pubblici.

"Questi, e non altri, possono essere i pilastri di un nuovo Patto Fiscale tra Stato e cittadini, che è stato a lungo evocato, a tratti accennato, ma non sempre perseguito come un obiettivo vero verso la cui realizzazione mobilitare tutte le energie disponibili".

In conclusione, si legge, "l'intenzione del documento è quello di essere un indirizzo per i successivi passi del cammino di una riforma fiscale organica e strutturale, si chiude con la speranza e la fiducia che tale cammino possa partire col piede giusto e proseguire nell'interesse esclusivo della Nazione".

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