Cessione del marchio e trattamento fiscale riservato ai proventi derivanti dalla vendita

Matteo Pillon Storti
15 Ottobre 2021

Risulto proprietario di un marchio e sto valutando se procedere alla vendita dello stesso. Domando chiarimenti riguardo il trattamento fiscale riservato ai proventi derivanti dalla cessione di un marchio effettuata da un soggetto privato. Non risulto, infatti, titolare di nessuna attività d'impresa o di libera professione.

Risulto proprietario di un marchio e sto valutando se procedere alla vendita dello stesso. Domando chiarimenti riguardo il trattamento fiscale riservato ai proventi derivanti dalla cessione di un marchio effettuata da un soggetto privato. Non risulto, infatti, titolare di nessuna attività d'impresa o di libera professione.

Il trattamento fiscale dei proventi derivanti dalla cessione di un marchio è, tuttora, oggetto di discussione, in dottrina tanto quanto nella prassi e in giurisprudenza.

Si fa presente, innanzitutto, come – ai fini delle imposte dirette - la tassazione dei proventi derivanti dalla utilizzazione dei marchi percepiti da soggetti privati al di fuori dell'attività d'impresa, ad oggi, non è disciplinata espressamente dalla normativa fiscale italiana.

Visto questo “vuoto normativo” sul tema, la dottrina si è divisa in due filoni principali.

La prima tesi sostiene, di fatto, la non imponibilità dei proventi derivanti da cessione di marchi se sono percepiti da soggetti “privati”.

La seconda tesi, invece, ricomprende i proventi derivanti da cessione di marchi percepiti da soggetti “privati” fra i redditi diversi - ex art. 67 c.1 lett. l) – ossia, i “redditi derivanti dall'assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere”. Nello specifico, secondo questa dottrina, i proventi provenienti dalla cessione di marchi percepiti da soggetti “privati” rientrerebbero fra i redditi derivanti dall'assunzione di obblighi a “permettere”. È da segnalare come, tale interpretazione dottrinale, sia stata avvalorata da alcuni documenti di prassi come ad esempio nella Ris. AE 16/2/2006 n. 30 la quale recita “l'importo percepito a fronte di tale obbligo (obblighi ben precisi che consistono nel permettere ad un altro soggetto l'utilizzo del proprio marchio) deve quindi essere assoggettato a tassazione in capo al soggetto percipiente, in applicazione della disposizione dettata dall'art. 67 c. 1 lett. l) del Tuir”.

Infine si segnala come vi siano state recenti pronunce giurisprudenziali che hanno abbracciato la prima tesi dottrinale, ossia quella secondo la quale i proventi in oggetto sono di fatto non imponibili.

Recentemente, infatti, la commissione tributaria regionale del Veneto – sent. n. 524/19 del 15/5/2019 – ha ricordato come sul tema vi sia una lacuna legislativa, non superabile per via interpretativa, anche alla luce di quanto sancito dall'art. 23 Costituzione, secondo il quale “nessuna prestazione patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”.

Sono, com'è evidente, due tesi contrapposte e difficilmente conciliabili.

Una volta descritta per sommi capi qual è la regolamentazione fiscale riguardante i proventi derivanti da cessione di marchi percepiti da soggetti “privati” è facilmente intuibile come non vi sia un risposta univoca alla domanda oggetto del presente quesito. Tale questione resterà inevitabilmente, almeno in parte, incerta fintanto che non vi sarà da parte del legislatore un intervento risolutivo o almeno - in attesa di tale intervento – la formazione di una tesi giurisprudenziale consolidata sull'argomento.

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