Il criterio del "più probabile che non" costituisce il modello di ricostruzione del solo nesso di causalità

Redazione Scientifica
17 Novembre 2021

In tema di responsabilità civile, il criterio del "più probabile che non" costituisce il modello di ricostruzione del solo nesso di causalità - regolante cioè l'indagine sullo statuto epistemologico di un determinato rapporto tra fatti o eventi - mentre la valutazione del compendio probatorio (nella specie, con riferimento ad un determinato comportamento in tema di responsabilità medico-sanitaria) è informata al criterio della attendibilità - ovvero della più elevata idoneità rappresentativa e congruità logica degli elementi di prova assunti - ed è rimessa al discrezionale apprezzamento del giudice di merito, insindacabile, ove motivato e non abnorme, in sede di legittimità.

Il criterio del "più probabile che non" è suscettibile di essere utilizzato come modello di ricostruzione dei fatti nell'ambito della responsabilità civile unicamente con riguardo all'indagine sul nesso di causalità, ossia con riguardo all'indagine sullo statuto

epistemologico di un determinato rapporto tra fatti o eventi.

Con riferimento a ogni altra indagine sulla valutazione dell'idoneità rappresentativa di un determinato compendio probatorio e quindi anche con riguardo all'indagine sulla diligenza di un determinato comportamento umano, deve ritenersi legittimamente utilizzabile la più elastica categoria dell'attendibilità (come predicato della maggiore o minore 'congruità logica' dell'inferenza critica), poiché l'attuale legge processuale civile non consente di censurare la legittimità della motivazione della sentenza, là dove la stessa si dipani in termini di semplice adeguatezza logica, pur non integrando l'opzione interpretativa del compendio probatorio dotata della più elevata probabilità di esattezza rappresentativa.

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