L'attore danneggiato deve allegare puntualmente le sofferenze interiori di cui pretende il risarcimento

Redazione Scientifica
21 Gennaio 2022

È onere dell'attore danneggiato l'allegazione puntuale di quei fatti in cui si esplicano e manifestano le sofferenze interiori di cui pretende il risarcimento. Tale allegazione, infatti, non può ritenersi inclusa nella generica domanda di risarcimento di “tutti i danni non patrimoniali” ma deve riferirsi a fatti specifici e di concreti pregiudizi.

Il Tribunale di Milano ha chiarito che il danno non patrimoniale derivante da lesione della salute, ancorché costituisca categoria giuridicamente unitaria (Cass. S.U. 26972/2008; Cass. 7513/2018), comprenda – alla luce delle recenti decisioni del Supremo Collegio (cfr. Cass. 7513/2018; Cass. 25164/2020) – le due distinte voci di danno biologico, quale compromissione delle attività quotidiane e degli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato, e di danno morale, quale pregiudizio privo di fondamento medico-legale e rappresentato dalla sofferenza interiore.
Entrambe tali voci devono essere distintamente allegate e provate.

In particolare, il Tribunale richiama la Cass. 25164/2020, secondo il quale «l'attore danneggiato ha il preciso onere di allegare puntualmente le sofferenze interiori di cui pretende il risarcimento».

Tale allegazione non può ritenersi inclusa nella generica domanda di risarcimento di "tutti" i danni non patrimoniali in quanto a tal fine non è sufficiente l'adozione di ampie formule definitorie o "etichette" ma è necessaria la deduzione di fatti specifici e di concreti pregiudizi da parte dell'attore danneggiato.

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