Riforma della Giustizia tributaria: audizione al Senato per il Consiglio nazionale dei commercialisti

La Redazione
02 Marzo 2022

Ieri, a Roma, si è svolta l'audizione informale del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che ha esaminato i disegni di legge congiunti nn. 243, 714, 759, 1243, 1661 e 1687 sulla riforma della giustizia tributaria. In tale sede è stato sottolineato che con il PNRR è tornato di grande attualità l'importantissimo tema della riforma della Giustizia tributaria che merita la massima attenzione. Si tratta di un «tema sensibile per migliorare la competitività del nostro Paese, un'occasione di cambiamento che non va sprecata».

Ieri, a Roma, presso il Senato si è svolta l'audizione informale del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che ha esaminato i disegni di legge congiunti nn. 243, 714, 759, 1243, 1661 e 1687 sulla riforma della giustizia tributaria.

In tale sede è stato sottolineato che con il PNRR è tornato di grande attualità l'importantissimo tema della riforma della Giustizia tributaria che merita la massima attenzione. Si tratta di un «tema sensibile per migliorare la competitività del nostro Paese, un'occasione di cambiamento che non va sprecata».

Anche dai commercialisti, dunque, la necessità di una riforma che punti a rendere le attuali Commissioni tributarie sempre più indipendenti, assicurandone ancor meglio qualità e equidistanza dalle parti.

Il 30 giugno 2021, ricordiamo, la Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria, istituita dal decreto emanato dal Ministro della giustizia e dal Ministro dell'economia e delle finanze il 14 aprile 2021, ha pubblicato la relazione finale in cui, oltre all'esame delle criticità esistenti, sono state elaborate proposte di misure e di interventi legislativi, con l'obiettivo di migliorare la qualità della risposta giudiziaria e di ridurre i tempi del processo.

Dalla relazione menzionata sono emerse, come è noto, due posizioni tra loro contrastanti.

La prima che, partendo da una interpretazione più rigida delle disposizioni costituzionali concernenti la giustizia, ne trae la conseguenza che esse non consentano la creazione di un giudice speciale in aggiunta a quelli esistenti (amministrativo, contabile, militare), per cui propone di tenere ferma la natura onoraria della magistratura tributaria e di introdurre come unico correttivo, nel solo secondo grado di giudizio, l'impegno a titolo prevalente o esclusivo per un periodo temporale non inferiore a tre anni e non superiore a sei anni degli attuali componenti delle Commissioni tributarie “togati” e di quelli “non togati” con almeno quindici anni di iscrizione nei relativi albi professionali e di effettivo esercizio dell'attività.

La seconda interpretazione ritiene invece che le disposizioni costituzionali riconoscano la possibilità d'istituire una magistratura tributaria specializzata e a tempo pieno, assunta per concorso.

Nel corso dell'audizione è stata richiamata la necessità che i futuri organi giudicanti dovranno essere composti da soggetti appartenenti al ruolo dei “Magistrati tributari”, selezionati con concorso pubblico per titoli ed esami, che privilegi titoli di studio e di servizio in materia tributaria e di contabilità e bilancio, assicurando l'accesso al concorso anche ai laureati in economia, oltre che, ovviamente, ai laureati in giurisprudenza.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.