Obesità e pensione di invalidità
20 Aprile 2022
La pensione di invalidità può essere riconosciuta anche ad un soggetto affetto da obesità grave, pur non essendo questa una condizione involontaria ed irreversibile?
La Corte di Cassazione ha affermato che, ai fini del riconoscimento della pensione d'invalidità, l'obesità, in quanto malattia permanente ancorché non definitiva ed irreversibile, laddove sia grave e, specialmente, se concorre con altre malattie ed alterazioni funzionali, deve essere considerata, nell'ambito di una valutazione complessiva e globale, per stabilire se vi sia riduzione della capacità di lavoro.
Quanto alla permanenza dell'invalidità in genere, si è altresì precisato che essa non può essere esclusa con riferimento ad un'obesità di natura ginoide-costituzionale, per l'apodittica previsione della sua riduzione mediante cure mediche, dietetiche ed esercizio fisico, tenuto conto che la possibilità di essere sottoposti a delle cure non fa venir meno il carattere della permanenza dell'infermità, specialmente quando non sia prevedibile il carattere transitorio della malattia con guarigione o miglioramento rilevante a breve scadenza.
La permanente riduzione della capacità di guadagno (art. 10 R.d.l. n. 636/1939), si ritiene sussistente ogniqualvolta la condizione di invalidità sia riferibile ad una infermità di durata incerta e indeterminata e comunque non breve, non potendo essere esclusa unicamente sulla base della mera ipotizzabilità di un miglioramento o di una guarigione della infermità stessa. |