Il ddl su tassazione e obblighi antiriciclaggio per le criptovalute

La Redazione
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04 Maggio 2022

Presentato in Senato il disegno di legge n. 2572 recante “Disposizioni fiscali in materia di valute virtuali e disciplina degli obblighi antiriciclaggio”, che rappresenta un nuovo tentativo di regolamentare il fenomeno delle valute virtuali.

Presentato in Senato il disegno di legge n. 2572 recante “Disposizioni fiscali in materia di valute virtuali e disciplina degli obblighi antiriciclaggio”, che rappresenta un nuovo tentativo di regolamentare il fenomeno delle valute virtuali.

Il ddl va, così, ad integrare il recente decreto 13 gennaio 2022 con cui il MEF ha definito modalità e tempistica con cui i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale sono tenuti a comunicare la propria operatività sul territorio nazionale, prevedendo l'iscrizione all'OAM e appositi obblighi informativi (si veda, sul punto: Viceconte, Prestatori di servizi di valuta virtuale e portafoglio digitale: le novità del decreto ministeriale, in questo portale).

La proposta di legge prevede, all'art. 1, comma 1, il riconoscimento fiscale delle valute virtuali, attraverso l'adozione di definizioni non contraddittorie tra i diversi ambiti regolatori, sia tributari che contabili, di facile applicabilità, come già previsto dai principali Stati membri dell'UE. A tal fine, risulta indispensabile fornire una definizione chiara di cosa si intenda con il termine di valute virtuali, superando l'attuale confusione determinata dall'uso di termini diversi (quali valute virtuali, criptovalute, cripto attività e token), individuando un genus unitario. Il comma 2 modifica il d.lgs. n. 231/2007, di attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, stabilendo che rientrano all'interno delle definizioni soggette a vigilanza i prestatori di servizi relativi alla conversione di valuta virtuale in valute aventi corso legale e, viceversa, ogni persona fisica o giuridica che fornisce a terzi, a titolo professionale, anche online, servizi funzionali alla conservazione di valuta virtuale e alla loro conversione da ovvero in valute aventi corso legale.

L'articolo 2 introduce un'apposita normativa fiscale che, limitatamente ai fini delle imposte sui redditi, dell'imposta sul valore delle attività finanziarie all'estero e della normativa in materia di monitoraggio fiscale, consenta agli operatori del settore, al pari dei titolari di valute virtuali, di poter contare su di un quadro normativo di riferimento certo: si prevedono, quindi, modifiche al TUIR, con la previsione dell'imponibilità ai fini Irpef delle plusvalenze derivanti da operazioni che comportano il pagamento o la conversione in euro o in valute estere, effettuate su valute virtuali di ogni genere.