Il rapporto del Comitato europeo anti-tortura sulle carceri italiane
28 Marzo 2023
Esaminando il trattamento e le condizioni di detenzione in 4 istituti penitenziari italiani, nonché dei pazienti ricoverati nei reparti psichiatrici di 4 ospedali civili (Servizi psichiatrici di diagnosi e cura o SPDC), il CPT ha sottolineato le condizioni di sovraffollamento carcerario ormai note nel nostro sistema penitenziario, «con carceri che operavano al 114% della loro capacità ufficiale di 50.863 posti al momento della visita». Precisa dunque il CPT che «affrontare il problema del sovraffollamento richiede una strategia coerente più ampia, che copra sia l'ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza. Allo stesso tempo, è necessario prendere delle misure per migliorare le condizioni materiali nelle carceri visitate».
La delegazione del Comitato ha inoltre ricevuto «numerose segnalazioni di violenza e intimidazioni tra i detenuti nelle carceri visitate. Le autorità italiane devono istituire una strategia onnicomprensiva per prevenire tali violenza e intimidazioni attraverso, inter alia, la promozione di un vero sistema di sicurezza dinamica (sorveglianza dinamica) da parte del personale penitenziario che migliorerebbe il controllo e la sicurezza e renderebbe il lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria più appagante. La delegazione ha ricevuto inoltre alcune denunce di maltrattamento di detenuti da parte del personale di Polizia penitenziaria. Le autorità italiane dovrebbero migliorare la formazione del personale sull'uso di metodi di controllo e contenzione sicuri, in particolare per i detenuti con tendenza all'autolesionismo e disturbi mentali».
Per quanto attiene ai servizi sanitari, non sono state segnalate criticità. Tuttavia «le carceri non offrono un adeguato ambiente terapeutico e sistemare in carcere persone che richiedono un trattamento psichiatrico specialistico non è appropriato. Inoltre, i detenuti considerati ad alto rischio di autolesione o suicidio dovrebbero essere sistemati in celle più sicure».
In relazione alle donne detenute invece è stata espressa l'opportunità di adottare «misure concrete per sviluppare un approccio specifico di genere. Più specificamente, è necessario migliorare le condizioni materiali nelle carceri visitate, offrire alle donne con disturbi mentali un programma di attività strutturato e potenziare la formazione del personale che opera con loro. Occorre inoltre elaborare una politica chiara per la gestione dei detenuti transessuali. Il CPT ha riscontrato che le donne transessuali incontrate in carcere erano spesso sistemate in sezioni maschili dove le loro esigenze specifiche non venivano soddisfatte».
Infine, in relazione alle misure restrittive e ai regimi di isolamento, il CPT chiede «una serie di interventi, tra cui l'abolizione della misura di confinamento solitario imposto dal tribunale ai sensi dell'art. 72 c.p., noto come isolamento diurno, e la riforma della gestione dei detenuti sottoposti al regime “41-bis”».
*Fonte: DirittoeGiustizia |