Passo carrabile: l'edificio condominiale paga il canone COSAP dal momento della sua costruzione?

Maurizio Tarantino
06 Settembre 2019

Chiamato ad accertare la legittimità dell'avviso di accertamento COSAP, il Tribunale adìto ha evidenziato che l'edificio condominiale costruito dopo l'entrata in vigore della c.d. legge ponte non prova che il condominio era dotato di parcheggi fin dalla costruzione e, quindi, che i passi carrabili esistevano fin da quel momento. Di conseguenza, a causa dell'impossibilità di accertamento della data di inizio, sono stati ritenuti dovuti solo i pagamenti riguardo all'anno della contestazione ed a quello immediatamente precedente.
Massima

Ai fini del pagamento della COSAP, l'edificio condominiale costruito dopo l'entrata in vigore della c.d. legge ponte non prova che il condominio era dotato di parcheggi fin dalla costruzione e, quindi, che i passi carrabili esistevano fin da quel momento. Di conseguenza, in presenza di incertezza dell'inizio dell'occupazione del suolo pubblico, solo dovuti solo i pagamenti con riguardo all'anno della contestazione ed a quello immediatamente precedente.

Il caso

La decisione appellata, concernente l'opposizione da parte del Condominio nei confronti dell'avviso di accertamento (canoni di concessione di tre passi carrabili) emesso dal Comune sulla base di una constatazione di infrazione effettuata dalla società concessionaria (appellante), annullava il provvedimento impugnato, condannando l'appellante ed il Comune alla rifusione delle spese di giudizio in favore del Condominio. In particolare, tra i vari motivi, era stata contestava l'inesattezza dell'indicazione della strada (via Rossi anziché via Verdi) con riferimento ad un passo carrabile non oggetto di richiesta di autorizzazione del 2015. Inoltre, l'iter di accertamento e di erogazione della sanzione amministrativa era stato ritenuto viziato, in quanto il destinatario dell'avviso di accertamento doveva essere la società che amministrava il Condominio, non già Tizio (legale rappresentante). Ed ancora, secondo il provvedimento impugnato, l'accertamento dell'illecito amministrativo sarebbe avvenuto da parte di non meglio identificati “agenti accertatori” attraverso un verbale al quale si faceva solo un rinvio nel provvedimento oggetto di impugnazione.

Avverso tale provvedimento, la società concessionaria ha proposto appello innanzi al Tribunale competente. In particolare, secondo l'appellante, la sussistenza dei passi carrabili era resa palese dai documenti agli atti del procedimento, nonché dalla richiesta, da parte del Condominio, di concessione del permesso in relazione ai due passi carrabili di via Verdi avvenuta nel 2015; inoltre, secondo l'appellante, il pagamento era dovuto per il periodo richiamato (dal 2010 al 2014) in quanto la l. n. 765/1967 (c.d. legge ponte) prevede l'obbligo per tutte le nuove costruzioni di dotarsi di parcheggi, motivo per il quale il Condominio aveva sempre avuto necessità di passi carrabili sin dalla sua costruzione.

La questione

Le questioni in esame sono le seguenti: l'edificio paga il canone COSAP dal momento della sua costruzione? È valido l'avviso di accertamento COSAP notificato alla persona fisica legale rappresentante della società amministratrice del Condominio, invece che alla società amministratrice stessa?

Le soluzioni giuridiche

Preliminarmente, la pronuncia in esame si è soffermata sugli aspetti dell'avviso di accertamento e della notifica.

In relazione al primo profilo, secondo il Tribunale adito, non incideva la sconosciuta identità degli agenti che avevano scoperto l'illecito: le loro rilevazioni erano oggetto di un semplice rinvio da parte del Comune in sede di avviso di accertamento; tuttavia, per quanto riguarda l'asserita presenza del passo carrabile afferente al Condominio su via Rossi, l'avviso di accertamento era del tutto carente di indicazioni che consentivano di comprendere quale era effettivamente l'infrazione addebitata al Condominio.

Quanto alla notifica, diversamente dal ragionamento del Giudice di Pace, il Tribunale adìto ha accolto la tesi dell'appellante e del Comune nella parte in cui ritenevano non decisivo, ai fini del giudizio, il fatto che la notifica dell'avviso di accertamento impugnato fosse stata effettuata alla persona fisica legale rappresentante della società amministratrice del Condominio, invece che alla società amministratrice stessa. Difatti, la carenza di legittimità passiva produce una nullità rilevabile d'ufficio a norma dell'art. 164, comma 1, c.p.c. (errata identificazione del soggetto passivo della vocatio in ius), suscettibile di sanatoria in conseguenza della costituzione in giudizio del successore del soggetto comunque legittimato, con efficacia sanante piena, sul piano sostanziale e processuale (Cass. civ., sez. VI, 28 maggio 2013, n. 13276).

Permesso quanto innanzi esposto, in merito agli altri motivi di doglianza, in particolare della misura della sanzione applicabile ai due passi carrabili di via Verdi, in proposito, si sono contrapposte due interpretazioni:

a) secondo il Condominio appellato, ai sensi dell'art. 12 del Regolamento COSAP del Comune, non risultando possibile accertare con esattezza la data di inizio dell'occupazione del suolo pubblico, il canone doveva essere determinato con riferimento all'anno in corso al momento dell'accertamento ed a quello solare precedente.

b) l'appellante, di contro, sosteneva che l'edificio condominiale sarebbe stato costruito dopo l'entrata in vigore della c.d. legge ponte; pertanto, secondo tale assunto, il Condominio era dotato di parcheggi fin dalla costruzione e, quindi, i passi carrabili esistevano fin da quel momento (non essendo concepibili dei parcheggi privi di passi carrabili).

Ebbene, ricostruite le due diverse censure, secondo il giudice del gravame, il ragionamento dell'appellante era minato da un difetto logico preliminare ed assorbente. Per meglio dire, l'appellante ed il Comune sostenevano che l'edificio condominiale costruito dopo l'entrata in vigore della “legge ponte” proverebbe che esso è stato costruito prima del quinto anno precedente alla constatazione dell'infrazione per la quale è causa; tuttavia, secondo il Tribunale il primo fatto non provava il secondo.

In conclusione, rigettata la tesi dell'appellante, per quanto riguarda la sanzione applicata esclusivamente ai due passi carrabili di via Verdi, il giudicante ha ritenuto esigibile quell'infrazione in riferimento alla quale, ai sensi del Regolamento COSAP del Comune, è “impossibile accertare con esattezza la data di inizio”, motivo per il quale sono stati ritenuti dovuti solo i pagamenti con riguardo all'anno della contestazione ed a quello immediatamente precedente.

Osservazioni

Ai fini di una corretta disamina della pronuncia in oggetto, è importante esaminare alcuni aspetti generali richiamati nel provvedimento in commento: parcheggi, passo carrabile e pagamento della COSAP.

In argomento, giova ricordare che i “parcheggi ponte” sono così definiti poiché l'obbligo della loro realizzazione è stato introdotto dall'art. 18 della c.d. legge ponte” (l. n. 765/1967), il quale ha introdotto un apposito art. 41-sexies, legge urbanistica (l. n. 1150/1942).

In virtù di tale modifica normativa, “nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni stesse, debbono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni venti metri cubi di costruzione” (i metri cubi di riferimento sono in seguito divenuti dieci per effetto della l. n. 122/1989). Invero, il presente art. 41-sexies,l. n. 1150/42, prima aggiunto dall'art. 18, l. n. 765/1967, poi sostituito dall'art. 2, l. n. 122/1989, è stato, poi, così dall'art. 12,l. n. 246/2005 con decorrenza dal 16 dicembre 2005.

Secondo alcuni autori, è pacifico che la prescrizione normativa prevista dalla “legge ponte” abbia carattere pubblicistico, in quanto la presenza di un'apposita area destinata a parcheggio nel progetto di una nuova costruzione costituisce ed ha costituito condizione di legittimità per il rilascio, da parte dell'autorità comunale, del provvedimento abilitativo alla costruzione (licenza edilizia, concessione edilizia o permesso di costruire, a seconda del periodo considerato). Tale obbligo, secondo il Ministero dei lavori pubblici (circolare n. 3210 del 28 ottobre 1967) si applica solamente alle costruzioni iniziate dopo l'entrata in vigore della legge ponte (e dell'art. 41-sexies, l. urbanistica), ossia dopo l'1° settembre 1967. Dunque, fino all'entrata in vigore della legge ponte non esisteva l'obbligo di costruire edifici con spazi o locali destinati a parcheggio, e gli eventuali parcheggi costruiti fino al 1967 furono (e sono) liberamente trasferibili anche separatamente dall'unità immobiliare collegata.

Quanto agli aspetti legati al passo carrabile, la normativa di riferimento è rappresentata dagli artt. 3 e 22, codice della strada (d.lgs. n. 285/1992 e successive modificazioni), dall'art. 46 del relativo regolamento attuativo (d.p.r. n. 495/1992 e successive modificazioni) e dalle discipline locali che ne regolamentano i presupposti, le condizioni e le modalità per il rilascio.

Il passo carrabile, secondo la definizione data dall'art. 3, codice della strada, è l'accesso “ad un'area laterale idonea allo stazionamento di uno o più veicoli”. Si tratta, in sostanza, di uno sbocco di un'area privata su un'area di passaggio pubblico (ad esempio, di un garage su una strada), identificato da un apposito cartello che permette di uscire liberamente e impedisce che dinanzi ad esso possano sostare veicoli (neanche quelli del titolare del passo carrabile). È in ogni caso permessa la breve sosta per il carico e lo scarico delle merci.

Dopo aver esaminato gli aspetti generali della c.d. legge ponte e del “passo carrabile”, quanto alla COSAP si evidenzia che questo costituisce il canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, previsto ed introdotto nell'ordinamento dall'art. 63, d.lgs. n. 446/1997.

In precedenza, l'occupazione di aree e spazi pubblici era assoggettata alla TOSAP (tassa per occupazione di spazi e aree pubbliche, prevista dall'art. 39, d.lgs.n. 507/1993). Pertanto, le singole amministrazioni interessate, proprietarie delle strade pubbliche sulle quali sussistono gli accessi alle proprietà private, o vengono effettuate occupazioni con opere stabili a servizio di soggetti privati, sono state delegate a valutare se istituire la TOSAP o la COSAP a propria discrezione, in virtù delle citate fonti normative.

Ciò premesso, mentre la TOSAP costituisce una tassa, quindi espressione del potere tributario impositivo dello Stato, la COSAP, invece è un canone che, in quanto tale, deve avere “a monte” una concessione dell'uso esclusivo o speciale del suolo su cui insistono i manufatti; in questi termini, l'oggettiva differenza fra TOSAP e COSAP è segnata dalla diversità del titolo che ne legittima l'applicazione, da individuarsi, rispettivamente, per la prima nel fatto materiale dell'occupazione del suolo, e per il secondo in un provvedimento amministrativo, effettivamente adottato o fittiziamente ritenuto sussistente, di concessione dell'uso esclusivo o speciale di detto suolo (Cass. civ.,sez. un., 19 agosto 2003, n. 12167).

Dunque, premessa la facoltà, in capo ai Comuni, di sostituire la tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP) con un canone da porre a carico del titolare della concessione COSAP, l'art. 63, d.lgs. n. 446/1997 richiama espressamente, fra i presupposti legittimanti l'imposizione, le fattispecie di “occupazione, sia permanente che temporanea, di strade, aree e relativi spazi soprastanti e sottostanti appartenenti al proprio demanio o patrimonio indisponibile”, oltre che “l'occupazione di aree private soggette a servitù di pubblico passaggio costituita nei modi di legge”; in tal senso, il passo carraio costituisce occupazione di suolo pubblico, come si evince anche dall'art. 44, d.lgs. n. 507/93, che prevede il pagamento di una tassa fatta salva la sua possibile abolizione e sostituzione con il canone (Cons. Stato, sez. I, 30 aprile 2013, n. 2063).

Di conseguenza, il soggetto tenuto al pagamento del canone COSAP, è sempre il titolare della concessione, essendo irrilevante che il bene cui inerisce l'occupazione sia successivamente locato o concesso in godimento a terzi, atteso quanto previsto dall'art. 63, comma 1, d.lgs. 446/1997 (Cass. civ., sez.trib., 27 luglio 2012, n. 13482: principio affermato con riferimento ad un passo carrabile realizzato a servizio di un immobile successivamente locato a soggetto esente ed ubicato nel Comune di Roma, il cui regolamento poneva anch'esso, all'art. 16, la regola della esclusiva riferibilità dell'obbligo di pagare il canone al titolare della concessione).

In conclusione, alla luce di tutto quanto innanzi esposto, in riferimento alla pronuncia in commento, il Tribunale di Pisa aveva correttamente escluso ogni collegamento tra il presupposto della COSAP con la fattispecie prevista della legge ponte: affermare che un edificio sia stato costruito dopo una certa data (“X”) non implica provare che tale edificio sia stato costruito prima di una certa altra data (“Y”), successiva ad X.

Ad integrazione di ciò, è importante anche evidenziare che il giudice ha il potere di disapplicare il regolamento comunale che ampli illegittimamente (nella specie, assoggettando al canone gli accessi ad autorimesse costituenti passo carraio a raso) il presupposto di fatto richiesto dalla norma primaria per l'assoggettamento al canone ove non ricorrano opere che evidenzino una qualche sottrazione della superficie all'uso pubblico (neppure la richiesta di apposizione del cartello di divieto di sosta) (Cass. civ. sez. VI, 14 settembre 2016, n. 18108). Su tale aspetto, dunque, il Tribunale di Pisa ha correttamente escluso il pagamento della COSAP in relazione al passo carrabile di Via Rossi (non oggetto di richiesta di concessione del 2015).

Guida all'approfondimento

Borghi - Criso - Farneti

, Enti Locali 2011 - Tributi e fiscalità, Milano, 2011

Capponi

, Garage e posti auto, in Condominioelocazione.it, 2018

Laperuta - Minieri - Verrilli

, Compendio di diritto degli enti locali, Rimini, 2011

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