Litispendenza internazionale e intracomunitaria in materia di separazione, divorzio ed annullamento del matrimonio: presupposti ed ambiti applicativi

22 Aprile 2021

La S.C. con la sentenza esaminata stabilisce che la nozione di litispendenza internazionale indicata dall'articolo 7 , l. n. 218/1995 va interpretata in modo autonomo con riguardo oltre che all'identità delle parti, anche all'identità del petitum e della causa petendi...
Massima

Con riferimento alla materia matrimoniale, la nozione di litispendenza internazionale indicata dall'art. 7, l. 218/1995 va interpretata in modo “autonomo”, con riguardo oltre che all'identità delle parti, anche all'identità del petitum e della causa petendi, non essendo sufficiente l'identità dei risultati pratici perseguiti dalle domandecomenel caso di litispendenza intracomunitaria alla luce dell'art. 19 Reg. (CE) n. 2201/2003.

Il caso

La complessa vicenda giudiziaria in esame - che riguarda una coppia di cittadini italiani convolati a nozze nel 1980, entrambi residenti nel Principato di Monaco fin dal 1993 - può essere riassunta in questi termini.

In data 10/6/2016 la moglie Tizia depositava presso il Tribunale di Milano il ricorso per la separazione (RG 34708/2016).

In data 29/6/2016, prima di ricevere la notifica del predetto ricorso, il marito Caio depositava, presso il Tribunale di Monaco, ricorso per il divorzio, che veniva ritualmente notificato alla moglie, la quale si costituiva in data 13/7/2016, accettando espressamente la giurisdizione dell'A.G. monegasca. Pertanto, in data 3/11/2016 il Tribunale di Monaco adottava provvedimenti economici di natura provvisoria.

Nelle more, con ordinanza presidenziale del Trib. del 19 gennaio 2017 i coniugi venivano autorizzati a vivere separati; inoltre, poiché Caio non aveva accettato la rinuncia agli atti della separazione formulata da Tizia, il Presidente con ordinanza del 8/3/2017 (il cui reclamo veniva rigettato dalla Corte d'Appello) adottava i provvedimenti ex art. 708 c.p.c., confermando l'autorizzazione dei coniugi a vivere separati e dichiarando il N.L.P. con riferimento alle ulteriori questioni a fronte delle decisori già assunte dal Tribunale di Monaco. Infine, il Tribunale di Milano, ritenendo di non dover sospendere il procedimento – confermata la propria giurisdizione e competenza – con sentenza parziale n. 45/2019 del 7/1/2019 (passata in giudicato per mancata impugnazione), dichiarava solo la separazione dei coniugi; sulle ulteriori questioni, invece, il procedimento verrà dichiarato estinto ex artt. 181 e 309 c.p.c. (all'udienza del 5.11.2019).

Nel frattempo, in data 11/10/2017, Tizia proponeva ricorso all'A.G. monegasca per il divorzio, giacché quello che era stato precedentemente instaurato in data 29/6/2016 da Caio era stato dichiarato estinto per rinuncia agli atti da parte dello stesso.

Successivamente, in Italia, anche Caio depositava in data 1/3/2019 presso il Tribunale di Milano ricorso per il divorzio (R.G. 11354/2019), in cui si costruiva ritualmente Caia eccependo la litispendenza internazionale ai sensi dell'art. 7 l. 218/1995 per avere lei precedentemente instaurato nel 2017 presso l'A.G. monegasca il ricorso per il divorzio domandando, in particolare, di dichiarare la sospensione del procedimento italiano avendo il medesimo oggetto di quello monegasco.

Il Tribunale di Milano, accogliendo l'istanza di sospensione, con ordinanza depositata in data 11.11.2019, dando atto dell'instaurazione in data 11.10.2017 del giudizio di divorzio già pendente tra le stesse parti dinanzi al Tribunale di Monaco, sospendeva il procedimento R.G. 11354/2019 ai sensi dell'art. 7 l. 218/1995.

Avverso tale ordinanza proponeva ricorso per Cassazione Caio, invocando il regolamento necessario di competenza (salva la possibilità di convertirlo in regolamento di giurisdizione) e domandandone in via principale la cassazione.

Si costituiva regolarmente la controricorrente, domandando il totale rigetto del ricorso.

La questione

Preliminarmente, gli Ermellini - in adesione alla pronuncia delle SS.UU. n. 30877/2017 – confermano che la questione della litispendenza internazionale (sia intra sia extra comunitaria) deve essere ricondotta nell'alveo del regolamento necessario di competenza ex art. 42 c.p.c. e non in quello del regolamento preventivo di giurisdizione ex art. 41 c.p.c.

Successivamente, in forza delle domande formulate dal ricorrente nell'istanza di regolamento, la Corte di Cassazione ha dovuto affrontare tre questioni:

  1. per individuare la legge applicabile occorre fare riferimento all'art. 7 della l. 218/1995 ovvero all'art. 19 del Reg. (CE) 2201/2003?
  2. nel caso in cui si debba applicare l'art. 7 della l. 218/1995, è possibile un'interpretazione evolutiva della norma, ricorrendo ai più ampi criteri applicativi dell'art. 19 Reg. (CE) n. 2201/2003?
  3. dove si escludesse tale assimilazione di disciplina, si potrebbe ritenere un vulnus di costituzionalità dell'art. 7 l. 218/1995 per violazione dell'art. 3 della costituzione?
Le soluzioni giuridiche

Secondo la Corte di Cassazione tutti i rilievi del ricorso sono privi di pregio.

Con riferimento alla prima questione, la Cassazione rimarca che il Principato di Monaco non fa parte dell'Unione Europea e, conseguentemente, è indiscussa l'applicazione dell'art. 7, comma 1, l.218/1995, non potendo trovare applicazione l'art. 19 Reg. (CE) n. 2201/2003 che, invece, disciplina la litispendenza c.d. infra-comunitaria (in senso pacifico Cass. civ., sez. un. 18 marzo 2016 n. 5420).

Quanto al secondo profilo, la Corte esclude che si possa dare all'art. 7 della l. 218/2018 un'interpretazione evolutiva riconoscendone un'ampiezza applicativa sovrapponibile a quella di cui all'art. 19 Reg. (CE) n. 2201/2003, attesa la diversa ratio sottesa alle due fonti normative. Quindi, nel caso di litispendenza internazionale, come nel caso di specie, il concetto di “identità di cause” è ancorato alla giurisprudenza tradizionale: affinché possa trovare applicazione la sospensione obbligatoria ex art. 7 del processo successivamente instaurato è necessario che le domande pendenti dinanzi alle due diverse A.G. presentino identità del petitum e della causa petendi.

Anche il terzo profilo, relativo alla prospettata illegittimità costituzionale del combinato disposto dell'art. 7 e dell'art. 64 l. 218/1996 «per manifesta ed irrazionale disparità di trattamento della medesima situazione in caso di successiva proposizione della domanda di divorzio davanti ad un Giudice di uno Stato membro - nel caso de qua – va esclusa per difetto di rilevanza nel caso concreto» giacché – come rileva la suprema Corte - sia il giudizio instaurato in Italia sia il giudizio pendente nel Principato di Monaco hanno ad oggetto la stessa domanda di divorzio.

Osservazioni

La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ritorna su un tema che in più occasioni è stato oggetto di attenzione da parte della giurisprudenza, così di merito come di legittimità: la litispendenza nell'ambito del diritto di famiglia.

In primo luogo, aderendo alla pronuncia delle SS.UU. n. 30877/2017, conferma ancora una volta che la questione relativa alla litispendenza internazionale, sia infra sia extra comunitaria, deve essere ricondotta nell'alveo del regolamento necessario di competenza (art. 42 c.p.c.) «perché il Giudice è chiamato ad effettuare unicamente una verifica dei presupposti di natura processuale inerenti alla sussistenza o meno della litispendenza ed alla concreta applicabilità…del criterio fondato sulla prevenzione temporale», senza che debba procedere ad una verifica in merito alla sussistenza o meno della giurisdizione che spetta, invece, al giudice preventivamente adito.

In secondo luogo, chiarisce gli ambiti applicativi rispettivamente dell'art. 19 del Reg. (CE) n. 2201/2003 e dell'art. 7, c.1, della l. 218/95.

In generale, per quanto riguarda la materia dello scioglimento del vincolo coniugale, la litispendenza intracomunitaria ex art. 19 Reg. (CE) viene riconosciuta anche i casi di c.d. “falsa litispendenza”, che ricorrono tra domande simultaneamente pendenti tra le medesime parti, pur se connesse solamente quanto all'oggetto o al titolo.

In materia familiare, tale soluzione si è resa necessaria a fronte delle differenze ravvisabili nelle diverse legislazioni nazionali, che rendono praticamente impossibile l'instaurazione, in Stati differenti, di domande aventi il medesimo oggetto. La necessarietà della sospensione si basa, dunque, sul combinato disposto dell'ordine cronologico con cui sono state adite le diverse autorità giurisdizionali e del risultato processuale concreto perseguito dalle parti private nel momento in cui agiscono domandando lo scioglimento di un vincolo familiare in crisi (Cass., S.U., 20.7.2001, n. 9884, in Riv. dir. int. priv. proc., 2002, 420; Corte Giustizia UE, 6 ottobre 2015, causa C-489/14, p. 33).

In tali casi, la ratio della litispendenza è quella di evitare duplicazioni delle decisioni giudiziarie ed eliminare il rischio di conflitti di giudicati: viene, quindi, privilegiata un'interpretazione sostanzialistica, sganciata da criteri formalistici.

Con l'ordinanza in commento, la Suprema Corte conferma che tale ampiezza applicativa è preclusa, invece, nel caso della litispendenza internazionale. E ciò per difetto della ratio sottesa all'art. 19, i cui principi sono destinati ad operare quale lex specialis rispetto alle previsioni di cui all'art. 7 l. 218/95. Infatti, quest'ultima norma «disciplina la litispedenza internazionale in generale e pertanto non può assimilare in via automatica ed assoluta gli effetti derivanti dal principio della c.d. “mutua fiducia” tra gli Stati membri dell'UE, volti a garantire la circolazione ed il riconoscimento del giudicato in ambito comunitario». Ne consegue che nelle domande di separazione personale e di divorzio dei coniugi, il concetto di “identità di causa” ai fini dell'operatività della litispendenza internazionale extracomunitaria (come nel caso in esame) resta quello tracciato dalla più rigorosa giurisprudenza che presuppone, oltre all'identità delle parti, anche l'identità del petitum e della causa petendi(in senso conforme:Cass. sez. un., n. 14620/2016; così, nella sostanza, anche Cass. Cass. sez. un., n. 9884/2001 e Cass. sez. un., 10935/1995).

E tutto ciò in una vicenda in cui i fatti in causa sono del tutto pacifici per poter ritenere che non solo trattasi di litispendenza internazionale ma che non si pone neppure il problema dell'identità di cause tra la separazione (pendente in Italia) ed il divorzio (pendente a Monaco). Infatti, sebbene il ricorso per divorzio fosse stato instaurato da Tizia dinanzi al Tribunale monegasco in data 11.10.2017, tuttavia, nelle more il procedimento di separazione pendente in Italia era stato dichiarato estinto in data 5.11.2019, cosicché non avrebbe potuto condizionare il procedimento monegasco al momento della sua decisione (in senso conforme, in tema di estinzione e litispendenza, cfr. Cass. SS.UU. n. 398/1999 e Cass. 7478/2011).

Riferimenti

Giurisprudenza

Cass. sez. un., n. 28675/2020; Cass. sez. un., sent. n. 30877/2017; Cass. sez. un., ord., n. 12410/2011; CGUE, 6 ottobre 2015, causa C-489/14; Trib. Milano, 24 Febbraio 2017.

Che la litispendenza internazionale involge una questione di regolamento necessario di competenza:

Cass. civ., sez. un., 22 dicembre 2017, n. 30877; Cass. civ., 13 febbraio 1998, n. 1514; Cass. civ., sez. un., 15 maggio 2007, n. 11185.

In senso Difforme: Cass. civ., sez. un., 8 giugno 2011, n. 12410; Cass. civ., sez. un., 2 agosto 2011, n. 16862

Dottrina

Fiengo G., La nozione di litispendenza internazionale nelle controversie in materia di divorzio, separazione e annullamento del matrimonio , in Il Familiarista, 2017.

G. Giacalone, Il regolamento 2201/2003: criteri di competenza giurisdizionale, riconoscimento ed esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali in materia di separazione, divorzio e affidamento, relazione all'incontro di studio del C.S.M., sul tema “Gli strumenti sovranazionali in materia di famiglia”, Roma, 14 maggio 2010).

S. Ziino, La giurisdizione sulle cause matrimoniali e sulle domande connesse secondo la normativa europea, Riv. Trim. di Dir. e Proc. Civ., 2014, Giuffrè.

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