Revisione delle sanzioni: una scelta “di buon senso”

La Redazione
02 Marzo 2018

Il Presidente dei Commercialisti italiani, Massimo Miani, giudica la proposta di revisione delle sanzioni previste dall'art. 63 del D.Lgs. n. 231/2007: “Le sanzioni attualmente previste dalla norma sono in evidente contrasto con il principio di proporzionalità imposto dal legislatore comunitario”.

Una scelta “di buon senso”. Così il Presidente dei Commercialisti italiani, Massimo Miani, giudica la proposta di revisione delle sanzioni previste dall'art. 63 del D.Lgs. n. 231/2007: nei giorni scorsi, infatti, la Commissione Finanze della Camera ha espresso parere favorevole allo schema di D.Lgs. attuativo della Direttiva 2016/2258/UE che modifica la Direttiva 2011/16/UE in tema di accesso da parte delle autorità fiscali alle informazioni in materia di antiriciclaggio.

Miani, che è anche Presidente di Economisti e Giuristi insieme, l'associazione tra Avvocati, Commercialisti e Notai; spiega: “Le sanzioni attualmente previste dalla norma sono in evidente contrasto con il principio di proporzionalità imposto dal legislatore comunitario, nonché con la necessità di commisurare l'importo della sanzione amministrativa pecuniaria ad una serie di circostanze, tra cui la gravità della violazione”.

Tali violazioni, secondo commercialisti, notai e avvocati sono nella maggior parte dei casi meramente colpose, commesse da cittadini in buona fede e, oltretutto, per importi di scarsa entità. Secondo Miani, “l'accoglimento da parte del Governo della Commissione rimedierebbe, in parte, a quei profili di incostituzionalità derivanti dall'irragionevole disallineamento tra le sanzioni previste per l'utilizzo, oltre la soglia di 2.999 euro, del denaro contante e dei titoli al portatore e le sanzioni previste per la mancata apposizione, oltre la soglia di 999 euro, della clausola di non trasferibilità sui titoli all'ordine, ossia assegni bancari e circolari ed analoghi titoli emessi e tratti sulle Poste Italiane”.

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