È corretto il solo deposito dell'estratto per sunto dell'atto di matrimonio?
19 Novembre 2020
Nel procedimento di divorzio congiunto la parte ricorrente ha depositato mero estratto per riassunto dell'atto di matrimonio e non la copia integrale dell'atto di matrimonio. È corretto secondo la prassi di alcuni Tribunali il solo deposito dell'estratto per riassunto dell'atto di matrimonio?
Occorre precisare preliminarmente che l'atto integrale di matrimonio, munito di specifica certificazione di conformità dell'atto all'originale, contiene tutte le informazioni relative al matrimonio oltre alle altre eventuali annotazioni, quali, ad esempio, la scelta del regime patrimoniale della separazione dei beni o eventuali convenzioni matrimoniali o ancora la sua trascrizione o iscrizione in altri Comuni rispetto a quello in cui il matrimonio è stato celebrato nonché la data della separazione. L'estratto per riassunto dell'atto di matrimonio, invece, riporta, i soli dati anagrafici dei coniugi, la data e il luogo del matrimonio. Generalmente, nei procedimenti di divorzio, la maggior parte dei Tribunali (ad esempio quello di Milano) richiedono di allegare al ricorso introduttivo copia integrale dell'atto di matrimonio posto che tale documento è ritenuto, rispetto all'estratto per sunto (che, solitamente, viene richiesto nel procedimento di separazione), molto più esauriente considerato anche che si tratta di un documento munito di certificazione di conformità all'atto originale conservato nei Registri dello Stato Civile. Tuttavia, alcuni Tribunali (ad esempio quello di Roma), ritengono sia sufficiente allegare al ricorso di divorzio anche solo l'estratto per sunto dell'atto di matrimonio. Le consiglio, dunque, di contattare la Cancelleria per verificare se, nel procedimento di divorzio, è prassi di quel Tribunale accettare la semplice copia dell'estratto per sunto oppure se è necessario integrare la documentazione depositando copia dell'atto integrale di matrimonio.
|