Guida in stato di alterazione: dagli accertamenti su strada alle analisi dei campioni biologici

Oscar Ghizzoni
Mattia Sicilia
20 Ottobre 2015

Spesso gli accertamenti chimico-tossicologici effettuati su strada a seguito di controlli di polizia tramite etilometro o presso pronto soccorso a seguito di incidenti non tengono conto delle limitazioni degli strumenti di misura utilizzati o delle problematiche di assunzione pregressa. Dopo l'ingestione l'alcool etilico viene rapidamente assorbito dal tratto gastro-intestinale (dall'intestino tenue ed in parte dallo stomaco) per libera diffusione; la velocità di assorbimento è proporzionale alla quantità di etanolo ingerito mentre la barriera gastro-intestinale non oppone alcun controllo al suo assorbimento.
Abstract

Spesso gli accertamenti chimico-tossicologici effettuati su strada a seguito di controlli di polizia tramite etilometro o presso pronto soccorso a seguito di incidenti non tengono conto delle limitazioni degli strumenti di misura utilizzati o delle problematiche di assunzione pregressa.

Case Report 1

Il giorno xx/xx/2011 alle ore 23:35, a seguito di segnalazione di sinistro stradale (avvenuto alle ore 20:00 circa) una pattuglia della polizia unicipale di Xxxx interveniva in Via Xxxxx. Nel sinistro in menzione risultava coinvolta la vettura condotta dalla Sig.ra Xxxx Xxxx. Dopo aver effettuato prova strumentale alcoolimetrica, alla stessa veniva contestato l'art. 186 c.d.s., per aver condotto il proprio veicolo in condizioni psico-fisiche alterate per assunzione di sostanze alcoliche.

Nel particolare, la Sig.ra Xxxx, in seguito a sinistro stradale avvenuto circa alle ore 20:00, veniva visitata dal personale dell'ambulanza intervenuta sul luogo dell'incidente. Non si rinvenivano particolari lesioni o traumi e pertanto non venina ritenuto necessario l'accompagnamento in ospedale. All'arrivo della polizia municipale veniva sottoposta, consenziente, a test etilometrico tramite apparecchio Drager 7110/MKIII, di cui però a verbale risulta un unico scontrino con un volume espirato sufficiente alla corretta esecuzione del test strumentale (gli altri due scontrini presenti rappresentano la dicitura “Volume Insufficiente” (e dunque non sarebbero utilizzabili). La mancanza di un'ulteriore convalida, determinata tramite almeno una seconda misurazione del tasso etilometrico nell'espirato, renderebbe nulli di per se i risultati. Le prove sono state inoltre effettuate dopo circa quattro ore dagli avvenimenti, un periodo abbastanza lungo da rendere ragionevolmente difficile, se non impossibile, la valutazione esatta della situazione alcolimetrica del soggetto all'atto del fermo ovvero mentre era alla guida.

In ogni caso, la prima prova effettuata con lo stesso strumento alle ore 23:35 evidenziava un valore pari a 1.48 g/L (seppur con un volume di espirato insufficiente), la seconda prova, effettuata alle ore 23:46, rilevava un valore di 1.52 g/L, la terza, effettuata alle ore 23:55, mostrava un valore pari a 1.39g/L (sempre con un volume di espirato insufficiente) per cui gli veniva contestato uno stato di ebbrezza da assunzione di bevande alcoliche.

Farmacodinamica e farmacocinetica dell'alcool etilico

Dopo l'ingestione l'alcool etilico viene rapidamente assorbito dal tratto gastro-intestinale (dall'intestino tenue ed in parte dallo stomaco) per libera diffusione; la velocità di assorbimento è proporzionale alla quantità di etanolo ingerito mentre la barriera gastro-intestinale non oppone alcun controllo al suo assorbimento.

A causa del suo basso peso molecolare, della sua solubilità in acqua e della elevata diffusibilità, l'etanolo viene assorbito dalla mucosa gastrica e da quella dell'intestino tenue con grande rapidità, raggiungendo la massima concentrazione ematica dopo 0,5-1,5 ore quando l'assunzione viene fatta a digiuno, cioè in un momento decisamente successivo rispetto alla fase di fruizione vera e propria della bevanda alcolica. L'assunzione di etanolo, se avviene a stomaco pieno, comporta una fase di assorbimento ed una conseguente fase di eliminazione dall'organismo che hanno tempistiche relativamente più lunghe nel tempo in base al tipo ed alla quantità di cibo ingerito.

Osservando gli andamenti delle concentrazioni di alcool etilico in quattro matrici biologiche (urina, sangue, saliva ed espirato) in un soggetto sottoposto a somministrazione standardizzata di etanolo si può evincere come l'andamento delle concentrazioni di etanolo, nell'espirato e nel sangue, siano quasi sovrapponibili. Anche l'andamento relativo alla saliva risulta simile a quello osservato nel sangue. L'andamento dell'alcool etilico nelle urine si distingue nettamente da quelli relativi alle altre matrici biologiche: il picco viene raggiunto molto più tardi (circa 3 ore dall'assunzione) con uno spostamento di tutta la curva verso tempi più lunghi.

In un dato soggetto che assume una data quantità di alcool etilico l'andamento delle concentrazioni ematiche di etanolo Bac (blood alcohol concentration) può essere fortemente influenzato da diversi fattori, quali il tempo diassunzione delle bevande alcoliche (tutto in una sola volta ed in tempi brevissimi, oppure in modo frazionato durante un pasto), a stomaco pieno o vuoto e la natura chimica dei cibi ingeriti (frazione di grassi assunti). È molto importante osservare come l'assunzione frazionata di una bevanda alcolica sia un buon metodo per evitare intossicazioni acute da abuso di etanolo. È bene ricordare che quando si assume dell'alcool etilico in dosi moderate, (esempio 1 bicchiere di vino da 12° ogni 30-40 minuti, durante un pranzo), una parte viene metabolizzata nello stomaco dall'enzima "ADH-gastrica" (questa prima parte del metabolismo dell'etanolo viene detta first pass metabolism).

Il diverso andamento delle fasi di assorbimento e di eliminazione dell'etanolo dipende anche da altri fattori, quali età, peso corporeo, sesso, stato fisico generale, abitudine al bere. Le donne hanno, generalmente, un peso corporeo minore di quello degli uomini della stessa età ed una minore presenza di enzima "ADH-gastrica" (espressa geneticamente) per cui non può sorprendere che, a parità di alcool etilico ingerito, gli andamenti delle proprie concentrazioni ematiche risultino molto diversi.

La donna, con un "Indice di Massa Corporea" (B.M.I.) molto più basso di quello dell'uomo (22,8 contro 39,7), raggiunge rapidamente una concentrazione di alcool etilico nel sangue di 70-80 mg/dl (circa 4 volte quella osservata nell'uomo) che rimane stabile per almeno 2 ore, mentre per l'uomo si può osservare un rapido decremento del Bac dopo 1 ora dall'assunzione di etanolo (circa 20 mg/dl a livelli indosabili «10 mg/dl).

Per il basso coefficiente di ripartizione grasso/acqua l'etanolo tende a distribuirsi nei tessuti in relazione al loro contenuto in acqua. L'assorbimento nello stomaco avviene per "diffusione passiva" con una velocità che è direttamente proporzionale alla concentrazione dell'etanolo nel contenuto gastrico.

Quando l'alcool etilico passa nell'epatocita subisce una prima ossidazione con formazione di "aldeide acetica" ed una successiva ossidazione ad "acido acetico", che per la maggior parte viene riversato in circolo.

Più in generale, dopo l'ingresso nella circolazione sanguigna, il 10-20% dell'etanolo assunto viene eliminato tal quale attraverso le vie respiratorie e le urine, mentre il restante 80-90%, previa una detossificazione epatica, viene ossidato definitivamente ad anidride carbonica (CO2) ed acqua (H2O).

Requisiti tecnici e di omologazione dell'etilometro impiegato

Al fine di poter verificare i requisiti di idoneità dello strumento impiegato per l'esecuzione delle misurazioni, è di fondamentale importanza poter visionare la documentazione inerente gli estremi di omologazione presenti sullo stesso strumento nonché sul manuale d'uso del medesimo oltre al libretto metrologico, secondo il d.m. 22 maggio 1990, n. 196.

Un etilometro conforme alla citata norma deve presentare una marcatura leggibile, indelebile ed inamovibile che comprende:

  • l'identificazione del costruttore;
  • l'indicazione del tipo dello strumento;
  • gli estremi della omologazione conseguita;
  • il numero di serie;
  • il campo di misura;
  • l'intervallo di temperatura entro il quale lo strumento può essere utilizzato;
  • l'intervallo di tempo od il numero di analisi che devono' separare due operazioni di manutenzione descritte nel manuale di utilizzazione e fornito dal fabbricante.

Inoltre un libretto metrologico deve accompagnare ogni etilometro. Questo libretto, che deve riportare l'identificazione dell'etilometro, è destinato a ricevere menzione delle operazioni e risultati dei controlli regolamentari relativi allo strumento e, se del caso, delle riparazioni effettuate.

Infine, tali strumenti devono essere equipaggiati con una stampante. L'assenza di carta nella stampante deve impedire la misura.

Il documento emesso da tale dispositivo deve comprendere nell'ordine, almeno:

  • tipo e numero di matricola dell'apparecchio;
  • numero d'ordine della prova;
  • data e ora della prova;
  • verifica del buon funzionamento;
  • verifica dello zero;
  • risultato della misurazione, che non deve essere differente da quello indicato sull'apparecchio con la relativa unità di misura (g/l).

Inoltre a norma di legge, per poter avere la certezza della misurazione alcolimetrica del soggetto, sono indispensabili 2 misurazioni valide dell'espirato.

Tale disposizione è contenuta nell'art. 379 del regolamento di attuazione del codice della strada che testualmente recita: La concentrazione di cui al comma 1 dovrà risultare da almeno due determinazioni concordanti effettuate ad un intervallo di tempo di 5 minuti.

L'etilometro mod. Alcotest 7110 MKIII Drager ha un meccanismo che regola la quantità del prelievo di espirato necessaria al test e, se la quantità immessa è insufficiente l'etilometro, non procede alla verifica, oppure procede indicando però un difetto di misurazione “Volume Insufficiente”, da cui la necessità di ripetere l'operazione.

È opportuno ribadire come la mancanza di uno o più requisiti fondamentali conduca plausibilmente alla nullità della prova effettuata e conseguentemente alla inutilizzabilità dei valori riscontrati ai fini probatori.

Dottrina e protocolli

Per quanto riguarda le misurazioni strumentali effettuate, è opportuno rilevare come gli etilometri impiegati a norma di legge non dovrebbero subire interferenze da parte di alcooli aromatici (gruppo fenolico), tuttavia alcune interferenze possono essere riscontrate quando sono presenti altri alcool alifatici (es. isopropanolo), comunemente presenti negli estratti naturali, collutori, medicinali o in bevande e cibi eventualmente assunti.

A tal proposito si riporta ancora un estratto del d.m. 22 maggio 1990, n. 196 (Gazz. uff. n. 171 del 24 luglio 1990), Regolamento recante individuazione degli strumenti e delle procedure per l'accertamento dello stato di ebbrezza (Ministro dei Trasporti di concerto con i Ministri dei Lavori Pubblici, della Sanità e dell'Interno), per quanto riguarda i requisiti tecnici di omologazione delle apparecchiature portatili per la misurazione dell'alcool espirato:

6.3 Fattori fisiologici influenti

Taluni componenti di medicine o prodotti di deviazione del metabolismo normale dell'organismo, sostanze contenute in solventi e prodotti industriali o altri gas presenti nell'alito umano possono interferire nella misura.

L'appendice B fornisce l'elenco dei costituenti ritenuti fattori d'influenza con le relative concentrazioni di prova nonché le indicazioni massime tollerate corrispondenti.

APPENDICE B (Fattori fisiologici)

B.1 Sostanze contenute in gas di prova ottenuti per miscela di gas.

I gas di prova sono ottenuti per miscela d'aria ambiente o d'aria e alcool etilico e di una delle sostanze, vaporizzate se del caso, specificate nella seguente tabella:

SOSTANZE

CONCENTRAZIONI NEL GAS DI PROVA (mg/l)

INDICAZIONE MASSIMA TOLLERATA (mg/l) per una concentrazione nulla di alcool etilico

1

Acetone

0,100

0,020

2

Monossido di carbonio

0,050

0,020

3

Alcool metilico

0,040

0,020

4

Alcool isopropilico

0,060

0,030

5

Acetaldeide

0,100

0,100

6

Toluene

0,050

0,020

7

Xylene

(50% meta e 50% para)

0,050

0,020

8

Benzene

0,050

0,020

9

Percloroetilene

0,050

0,020

10

Metiletilchetone

0,060

0,020

11

Acetatodi etile

0,060

0,020

12

Metano

0,100

0,020

13

Pentano

0,100

0,020

14

Esano

0,100

0,020

15

Eptano

0,100

0,020

16

Ottano

0,100

0,020

Vero inoltre è che il dosaggio con etilometro è in minima parte suscettibile alla ritenzione di alcool e alcooli derivati da parte del cavo orale, per questo andrebbe lavato prima di effettuare la misurazione.

Anche se in una percentuale contenuta tali interferenze possono contribuire ad innalzare il dato misurato rispetto a quello reale.

Case Report 1 (segue)

Per quanto sopra rappresentato, si ritiene che, anche ove la Sig.ra Xxxx al momento del sinistro alle ore 20:00 avesse da poco tempo assunto bevande alcooliche, è più che ragionevole ritenere che, all'atto della guida la medesima non sarebbe ancora risultata sotto un effetto significativo di alcool etilico, ragionevolmente non al limite di 1.50 g/L, e probabilmente nemmeno sopra 0.80 g/L, previsto come primo limite significativo sotto il profilo penale dal codice della strada. Ciò in quanto gli accertamenti etilometrici sono stati condotti dopo circa quattro ore dal fatto.

Tra le ore 20:00 e le ore 23:35, quando non si trovava più alla guida, la Sig.ra Xxxx avrebbe infatti assorbito, tramite la via gastrointestinale, l'alcool eventualmente assunto in precedenza, rilevando dopo alcune ore valori prossimi agli 1.50 g/L, ma in diminuzione, ovvero già in fase di eliminazione, considerando il notevole lasso di tempo intercorso tra il fermo e la misurazione.

Per quanto sopra esposto, visto la mancanza di almeno 2 scontrini validi ottenuti mediante la strumentazione utilizzata, i valori rilevati, prossimi agli 1.50 g/L, non sono ricollegabili, per tutti i motivi sopra esposti, al momento del fermo, ovvero al momento in cui la Sig.ra Xxxx si trovava alla guida del proprio autoveicolo, e questo dato è ampiamente dimostrato e dimostrabile, non solo dalle osservazioni di cui sopra, ma soprattutto dalle tempistiche dei rilievi effettuati dalla polizia locale al momento dei controlli.

Ricordiamo infine che la stessa sintomatologia riscontrata dalla P.G. operante (alito vinoso) è pienamente giustificata da una assunzione di bevande alcoliche avvenuta poco prima della rilevazione, mentre gli altri sintomi riscontrati sono facilmente riconducibili, oltre alla comprensibile agitazione per l'avvenuto incidente, soprattutto al fatto che in una donna con ridotto "Indice di Massa Corporea" (la Sig.ra Xxxx pesava circa 56 Kg), l'euforia alcoolica si manifesta già ad un livello molto più basso, rispetto ad un uomo di costituzione ben più robusta, ovvero già al di sotto degli 0.8 g/L.

Case Report 2

Il giorno xx/xx/2012 alle ore 6:20, il Sig. Xxx veniva fermato da una pattuglia della polizia stradale. Dopo aver effettuato prova strumentale alcoolimetrica, allo stesso veniva contestato l'art. 186 c.d.s. per aver condotto il proprio veicolo in condizioni psico-fisiche alterate per assunzione di sostanze alcoliche.

Nello specifico il Sig. Xxx veniva sottoposto, consenziente, a test etilometrico, tramite apparecchio Drager 7110/MKIII, di cui non risultano però a verbale i dati di omologazione e revisione, la mancanza dei quali renderebbe nulli di per se i risultati.

In ogni caso, la prima prova effettuata con lo stesso strumento alle ore 6:48 evidenziava un valore pari a 0.86 g/L, la prova successiva effettuata alle ore 6:58 rilevava un valore di 0.94 g/L, per cui gli veniva contestato uno stato di ebbrezza da assunzione di bevande alcoliche.

Per quanto sopra rappresentato, si ritiene che il il Sig. Xxx, all'atto del fermo e del test etilometrico alle ore 6:20, avesse da poco tempo assunto bevande alcooliche, in fase di assorbimento attraverso lo stomaco, per cui, all'atto della guida, il medesimo non risultava ancora sotto un effetto significativo di alcool etilico, ovvero al di sopra degli 0.80 g/L previsto come primo limite significativo sotto il profilo penale dal codice della strada.

Tra le ore 6:20 e le ore 6:48, quando non si trovava più alla guida, il Sig. Xxx ha assorbito velocemente, tramite la via gastrointestinale, l'alcool precedentemente assunto rilevando valori superiori agli 0.80 g/L. In questa fase si spiega inoltre l'aumento da 0.86 a 0.94 g/L del contenuto di alcool nel sangue, ovvero espirato, in soli dieci minuti, valori decisamente crescenti, ovvero all'atto dell'ultima misurazione risulta evidente come l'alcool etilico venisse assorbito ed entrava in circolo molto velocemente.

Di fatto, salva una opportuna verifica sui requisiti di omologazione e revisione della strumentazione utilizzata, i valori rilevati appena al di sopra degli 0,8 g/L non sono da ricollegabili, per tutti i motivi sopra esposti, al momento del fermo, ovvero al momento in cui il Sig. Xxx si trovava alla guida del proprio autoveicolo e questo dato è ampiamente dimostrato e dimostrabile non solo dalle osservazioni di cui sopra ma soprattutto dai rilievi effettuati dalla PG al momento dei controlli.

Nello specifico, considerando per semplicità un andamento lineare nell'aumento dei valori di assorbimento considerati, è logico ritenere che alle 6:20, ovvero all'atto del fermo, il Sig. Xxx avesse un tasso alcoolemico inferiore agli 0.75 g/L

I metaboliti dei T.H.C.

I T.H.C. (tetraidrocannabinoli principi attivi contenuti nella cannabis da droga) vengono assorbiti facilmente e rapidamente per via inalatoria (sia il Δ9-T.H.C. molecola principale sia il Δ8-T.H.C.). Il Δ9 T.H.C. viene quasi totalmente metabolizzato e soltanto una frazione esigua si trova immodificata nelle urine e nelle feci.

Nell'uomo il Δ9-T.H.C. viene quasi totalmente metabolizzato trasformandosi dapprima in un suo metabolita attivo, l'11-(OH)- Δ9-T.H.C., questo metabolita monoidrossilato viene, a sua volta, convertito in altri metaboliti piu polari ed inattivi, che successivamente vengono esecreti nell'urina e nelle feci.

Il metabolismo avviene ad opera delle idrossilasi epatiche che introducono gruppi –OH nella molecola, i metaboliti principali sono perl'appunto l'11-(OH)- Δ9-T.H.C., e i metaboliti inattivi, l'8-α-(OH)- Δ9-T.H.C., l'8-β-(OH)- Δ9-T.H.C., l'8-α-(OH)-11-(OH)- Δ9-T.H.C.

Oltre ai metaboliti idrossilati sono stati individuati metaboliti acidi (carbossilasi), il principale e l'acido 11-nor- Δ9-T.H.C.-9-carbossilico.

L'emivita della eliminazione è di circa 30 ore e cio spiega il fatto che esigue quantita di Δ9-T.H.C. e dei sui metaboliti polari si ritrovano nel sangue e nelle urine, anche dopo diversi giorni dall'ultima assunzione di cannabinoidi.

Quando i cannabinoidi vengono fumati in forma di sigarette, il picco escretorio urinario dei metaboliti si osserva 2-6 ore dall'assunzione di droga e le concentrazioni urinarie risultano essere superiori ai cut-off dei principali metodi analitici per alcuni giorni, tuttavia la frazione piu consistente (circa 50%) e escreta nei primi 2 giorni, mentre la rimanente quota viene eliminata lentamente, per lo piu nella settimana successiva.

Il picco di intossicazione da assunzione di cannabinoidi dura solo 1-4 ore, questo corrisponde alle concentrazioni massime di Δ9-T.H.C. e del metabolita attivo 11-(OH)- Δ9-T.H.C., mentre il picco escretorio dei metaboliti urinari si ha, come gia riportato, dopo 2-6 ore. Pertanto non esiste una correlazione diretta tra i livelli urinari dei metaboliti e gli effetti psicoattivi osservati nei consumatori. Quindi il dosaggio dei metaboliti dei T.H.C. nelle urine e utile soltanto come indicatore di una assunzione recente di cannabinoidi e non come stima di uno stato di tossicodipendenza.

Come gia detto, i livelli plasmatici di T.H.C. decadono rapidamente dopo una singola somministrazione tramite fumo di sigaretta alla marijuana e i principi attivi sono contemporaneamente metabolizzati e distribuiti nei tessuti, subendo poi un lento rilascio. In particolare i livelli plasmatici del principio attivo Δ9-T.H.C. decrescono rapidamente dopo la prima ora dalla assunzione via fumo, mentre il metabolita acido (inattivo da un punto di vista stupefacente) subisce un picco massimo dopo la prima ora per poi decrescere lentamente nelle 48 ore.

Case Report 3

In data xx/xx/2009, alle ore 12:50, presso il Comune di Xxxxx Xxx, il Sig. Xxxxxxxx veniva fermato per un controllo da una pattuglia della Stazione Carabinieri del posto. Ritenendo che il soggetto sottoposto ad accertamenti avesse potuto assumere sostanze stupefacenti lo stesso veniva accompagnato presso il pronto soccorsodell'Ospedale di Xxxxx. Prontamente la P.G. intervenuta richiedeva al P.S. lo svolgimento di esami tossicologici su campioni urinari prelevati nella stessa sede, dai quali emergeva presenza di metaboliti dei Cannabinoidi.

Valutazione delle risultanze analitiche di laboratorio. Da quanto risulta dalla documentazione agli atti, i campioni di urina prelevati presso il Pronto Soccorso sono stati esaminati utilizzando un metodo di screening tossicologico su matrice urinaria di tipo immunoenzimatico seguito da conferma con metodo cromatografico. Ne emerge un certificato analitico riportante la positivita nelle urine esaminate per cannabinoidi (Δ-9-T.H.C.-COOH) ad una concentrazione non meglio specificata ( >100 ng/ml).

In ogni caso, per quanto precedentemente esposto, tale dato risulta pienamente compatibile con una assunzione avvenuta sino a 48 ore prima del prelievo di urina.

Ricordiamo infatti come l'emivita della eliminazione dei metaboliti dei cannabinoidi risulta di circa 30 ore, e cio spiega il fatto che esigue quantita di Δ9-T.H.C. e dei sui metaboliti polari si ritrovano nel sangue e nelle urine anche dopo diversi giorni dall'ultima assunzione di cannabinoidi.

In particolare abbiamo gia visto come i livelli plasmatici del principio attivo Δ9-T.H.C. decrescano rapidamente dopo la prima ora dalla assunzione via fumo, mentre il metabolita acido (inattivo da un punto di vista stupefacente) subisce un picco massimo dopo la prima ora per poi decrescere lentamente nelle 48 ore. Mentre gli effetti psicologici e fisiologici provocati nell'uomo dall'assunzione di cannabinoidi generalmente scompaiono entro 4-5 ore dall'ultima assunzione via fumo.

Conclusioni. Dall'analisi della documentazione esaminata, in particolare dagli esiti degli accertamenti tossicologici effettuati e soprattutto sulla base della tipologia e delle quantità (presunte in fase di screening) delle sostanze rinvenute nei campioni di urina analizzati si puòo, sulla base delle condivise valutazioni scientifiche sul tema, affermare che la presenza dei citati metaboliti nelle quantità rilevate è compatibile con una assunzione avvenuta parecchie ore prima del prelievo.

Il dato riguardante i metaboliti correlabili alla assunzione dicannabinoidi risulta pienamente compatibile con una assunzione avvenuta sino a 48 ore prima del prelievo di urina.

Pertanto, la presenza di metaboliti dei CANNABINOIDI nelle urine non puo ritenersi elemento determinante al fine di individuare l'esatto momento di assunzione delle sostanze, e quindi di riflesso un eventuale stato di alterazione psicofisica dell'assuntore.

E quindi fondamentale ricordare che la certificazione della presenza nell'organismo di sostanze stupefacenti attive ed in grado di alterare la percezione durante la guida di un veicolo, deve scaturire da accertamenti analitici condotti su sangue, e che tale fatto e comunemente risaputo nei diversi ambiti sanitari.

Case Report 3 (segue)

La stessa dichiarazione riportata sulla comunicazione di notizia di reato, ovvero: “..si procedeva a controllare il nominato in oggetto, il quale presentava i segni tipici di chi aveva precedentemente assunto cannabinoidi, infatti il soggetto era particolarmente loquace, aveva gli occhi rossi, ed ammetteva di aver fatto uso di haschish nella mattinata..”, non puo essere indicativa della quantita e del momento esatto della assunzione, ma soprattutto non e in grado di certificare con certezza l'eventuale stato di alterazione del soggetto alla guida, in primo luogo perchè tale ammissione non risulta confermata a verbale (e anche se fosse, doveva necessariamente essere confermata da accertamenti analitici condotti su sangue), ed in secondo luogo perche la particolare loquacita, “..eccitazione mentale, movimenti frenetici..” sono casomai da considerarsi effetti di altra tipologia di sostanze (eccitanti: del tipo cocaina o amfetamine), di cui non vi e pero traccia negli accertamenti tossicologici effettuati.

Criticità dell'indagine
  • Gli strumenti portatili per la misura dell'alcool su strada devono essere omologati e revisionati secondo il d.m. 22 maggio 1990, n. 196 nonché correttamente funzionali. È necessario, tra l'altro, che lo strumento sia equipaggiato di stampante poiché l'impossibilità di stampare il documento indicante il risultato della misurazione impedisce la misurazione stessa.
  • Tempistiche di accertamento tramite etilometro: sono necessarie almeno due determinazioni concordanti effettuate in intervallo di tempo di 5 minuti.
  • Tempistiche e le modalità di assunzione pregressa di alcool e sostanze stupefacenti: occorre valutare se il soggetto ha assunto sostanze stupefacenti nei giorni precedenti il sinistro stradale, le quali sono già state metabolizzate e sono in fase di eliminazione ma che non possono aver determinato una alterazione della capacità di guida, in quanto molto spesso i metaboliti delle sostanze droganti non sono attivi da un punto di vista stupefacente.
  • Modalità e tempistiche di prelievo dei campioni biologici da sottoporre a verifica: presso il pronto soccorso, devono essere seguiti i protocolli previsti per gli accertamenti medico-legali e i prelievi non devono essere effettuati a lunga distanza temporale dal momento del sinistro.
  • Tipologia dei campioni biologici sottoposti a verifica: è utile ai fini degli accertamenti con valenza medico-legale che vi siano dei campioni di riserva, correttamente conservati in congelatore a -20°C, per garantire la ripetibilità delle analisi in caso di contenzioso.
Guida all'approfondimento

C. Baccini, Sostanze d'abuso e tossico-dipendenze, Sorbona 1997;

A.C. Howlett , R.M. Fleming, Cannabinoid inhibition of adenylate cyclase: pharmacology of the response in neuroblastoma cell mebranes, Mol Pharmacol., 36: 532, 1984;

A.C. Howlett, M. Bindan-Russel, W.A. Devane, L.S. Melvin, M.R. Johnson, M. Herkenham, The cannabinoidi receptor: bochemical, anatomical and behavioral chracterization, TINS, 13: 420, 1990;

G. Mercuriali, Tossicodipendenza: definizioni, patologia, quadri clinici, Pisa, 1993;

E.M. Brecher, Licit ad Illicit Drugs, Consumer Union, Mount Vernan, 1972;

E. Malizia, Le Droghe, Roma, 1995;

U. Atavico, T. Macchia,La determinazione delle droghe d'abuso, CLAS 1991;

Clarke's, Analysis of Drugs and Poisons, fourth edition 2011.

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