L'estensione delle intercettazioni nelle indagini di mafia e terrorismo tra i temi principali dell'ultimo CdM

Redazione Scientifica
08 Agosto 2023

Il Consiglio dei Ministri si è riunito ieri a Palazzo Chigi ed ha approvato un decreto-legge inerente alcune disposizioni urgenti in materia di processo penale, processo civile, di contrasto agli incendi boschivi e di recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche, nonché in materia di personale della Magistratura, del Ministero della Giustizia e del Ministero della Cultura.

Durante la Conferenza Stampa dell'ultimo Consiglio dei Ministri, il Guardasigilli Carlo Nordio ha sottolineato come il provvedimento preveda:

  • l'aumento delle pene edittali minime e massime per il reato di incendio, con l'introduzione di aggravanti ad effetto speciale per chi lo commette con l'abuso della propria funzione di pubblico ufficiale;
  • l'introduzione di alcune norme contro la criminalità organizzata per eliminare le incertezze giurisprudenziali «che hanno provocato varie oscillazioni nell'ambito delle sentenze della Cassazione interpretando tali norme»;
  • l'estensione delle intercettazioni «a reati tipicizzati sia nella struttura della fattispecie sia quando aggravati dalla finalità di terrorismo e del sistema mafioso»;
  • l'adozione di un provvedimento su richiesta delle Procure della Repubblica e della Direzione Nazionale Antimafia per garantire la sicurezza e la certezza dei dati delle intercettazioni, «gestite da ben 134 procure della Repubblica che resteranno sovrane nell'accesso a questi dati, da cui rimarrà estraneo il Ministero», nonostante la gestione e manutenzione dei server, che verrà accentrata in 4 sedi per garantire l'integrità e la segretezza di tali strutture, «colme di dati particolarmente sensibili». Tale decreto vieta assolutamente l'accesso da parte del Ministro a questi dati, in quanto «consiste solo in una riorganizzazione puramente tecnologica, e molto costosa, per rendere più razionale e garantita la conservazione di questi dati».

*Fonte: DirittoeGiustizia

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