Appello inammissibile: oneri di deposito in caso di ricorso per cassazione contro la sentenza di primo grado

Redazione scientifica
07 Giugno 2018

Il ricorso per cassazione proposto ex art. 348-ter, comma 3, c.p.c. avverso la sentenza di primo grado è soggetto, per essere considerato procedibile, a un duplice onere di deposito avente ad oggetto la copia autentica della sentenza impugnata e dell'ordinanza di inammissibilità dell'appello con la relativa comunicazione e notificazione.

Con sentenza del 15 maggio 2018, le Sezioni Unite hanno dichiarato un ricorso presentato ex art. 348-ter c.p.c. avverso la sentenza di primo grado e l'ordinanza di inammissibilità emessa dalla Corte d'appello, improcedibile in quanto parte ricorrente non aveva assolto l'onere di documentare, depositando la stampa della relativa PEC, l'avvenuta comunicazione d'inammissibilità dell'appello.

La Suprema Corte ha ricordato che la procedibilità del ricorso proponibile ex art. 348-ter, comma 3, c.p.c. avverso la sentenza di primo grado, da effettuarsi entro sessanta giorni dalla comunicazione, o notificazione se anteriore, dell'ordinanza di inammissibilità dell'appello, è subordinata a un duplice onere di deposito avente ad oggetto la copia autentica della sentenza impugnata e (al fine di verificare la tempestività del ricorso) dell'ordinanza di inammissibilità con la relativa comunicazione o notificazione.

In difetto di tale deposito il ricorso deve dichiararsi improcedibile a meno che, qualora il ricorrente abbia assolto l'onere di richiedere il fascicolo d'ufficio alla cancelleria del giudice a quo, la Corte rilevi che l'impugnazione è stata proposta nei sessanta giorni dalla comunicazione o notifica ovvero, in mancanza dell'una e dell'altra, entro il termine lungo ex art. 327 c.p.c..

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