Smart courts: verso una nuova dimensione della giustizia
30 Luglio 2021
La giustizia digitale
L'innesto della tecnologia nelle dinamiche processuali, quale portato dei progressi della modernità, è un fenomeno di cui il giurista è chiamato a prendere contezza, cogliendo la duplice promessa di cui il medesimo si fa portatore. In primis, la digitalizzazione è viatico per la semplificazione del processo e l'ottimizzazione dei suoi ritmi, ponendosi in linea con gli interventi legislativi affastellatesi negli ultimi decenni. Si pensi, solo per citare l'ultima, alla sistematica riorganizzazione della giustizia preannunciata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mirante a riportare il modello processuale italiano a livelli di efficienza e competitività. A più voci, invero, si pone in risalto il contributo che l'Intelligenza Artificiale e, più in generale, le nuove tecnologie possono apportare nell'ottica dell'automazione della procedura o di segmenti della stessa, in specie qualora vengano in rilievo attività di natura seriale o ripetitiva. D'altra parte, l'integrazione tra diritto e tecnica può condurre ad un cambiamento radicale delle modalità del rendere giustizia, traslando la macchina giudiziaria in una nuova dimensione in cui il tempo si estende all'infinito e la nozione di distanza è quasi completamente abolita. A dimostrazione di ciò, non ci si può esimere dal menzionare l'intenso e rapido percorso di digitalizzazione registratosi in Cina, la cui ambizione alla modernizzazione dell'apparato giudiziario ha indirizzato le riforme verso la creazione di veri e propri tribunali intelligenti, o smart courts, ossia un modello organizzativo basato sull'uso massiccio di sistemi informativi avanzati: un obiettivo di primario rilievo per la nazione, come sottolineato fin dalla Strategia Nazionale di Sviluppo dell'Informatizzazione del 2016, sostanziantesi nell'informatizzazione di tutte le fasi del processo, dall'accettazione della controversia all'esecuzione della sentenza, a garanzia dell'efficienza, della giustizia e dell'equità della procedura. A distanza di tre anni, già nel giugno 2019 poteva dirsi completato un sistema di «giudizio intelligente», capace di potenziare le pratiche giudiziarie integrando la dimensione processuale con la componente tecnologica, rappresentata, tra l'altro, da big data, cloud computing, blockchain, Intelligenza Artificiale, nonché di espletare in rete, 24 ore su 24, diverse attività di contenzioso, quali presentazione di domande, consulenze online, invio di materiali, pagamento di commissioni, secondo il modello del c.d. processo asincrono, per la prima volta proposto e utilizzato presso la Internet Court of Hangzhou, segnando il superamento dei confini di tempo e di spazio propri delle dinamiche processuali tradizionali. Genesi ed evoluzione storica dei Tribunali intelligenti
I Tribunali intelligenti sono il frutto di una transizione, cadenzabile in tre fasi, che prende avvio dalla Conferenza nazionale sulle questioni di comunicazione giudiziaria e informatica del 1996: da questa ha avuto inizio un primo stadio di digitalizzazione dei fascicoli giudiziari e di costruzione di una rete informatica che garantisse l'interconnessione tra Tribunali, conclusosi nel 2003. Dal 2004 al 2013 si è assistito al progressivo impiego di tecnologie informatiche per la gestione delle udienze: si pensi all'utilizzo della messaggistica istantanea online o di strumenti di videoconferenza per consentire alle parti impossibilitate a presenziare personalmente di assistere attivamente al processo. A fronte delle problematiche inerenti alla tutela della privacy delle parti, potenzialmente compromessa dalla conduzione live streaming delle udienze, nel 2010 la Corte Suprema del Popolo ha emesso il Regolamento sulla registrazione e trasmissione in diretta dei processi giudiziari da parte dei tribunali popolari, il quale contempla, altresì, divieti di registrazione e trasmissione del processo, ad esempio per i casi riguardanti segreti nazionali, segreti commerciali, reati minorili. A partire dal 2013, lo sforzo dei Tribunali cinesi è stato rivolto alla costruzione di piattaforme online, quali: China Judicial Process Information Online, che consente alle parti e agli avvocati di ricevere aggiornamenti sui casi di proprio interesse; China Judgments Online, che rende pubbliche le sentenze emesse dai tribunali cinesi di ogni grado, ad eccezione di quelle soggette a specifici divieti di divulgazione, nonché disposizioni legislative; China Judgments Enforcement Information Online, in cui i tribunali pubblicano un elenco delle parti che non hanno adempiuto agli obblighi scaturenti da un provvedimento giudiziario, ossia soggetti «screditati» cui potrà essere precluso lo svolgimento di attività quali acquisto di beni immobili di fascia alta o la scelta delle classi più agiate in aereo, treno o nave. La promozione dell'informatizzazione dei Tribunali popolari è stata elevata a principio di base del quadro quinquennale di riforma 2014-2018 e la sua rilevanza è stata confermata dal più recente Quinto schema di riforma quinquennale dei Tribunali del Popolo 2019-2023. Tra i dieci obiettivi della riforma figura, infatti, la costruzione di tribunali intelligenti, che si avvalgano delle tecnologie più innovative quali il riconoscimento vocale, la trasmissione streaming, l'assistenza intelligente, la generazione di fascicoli elettronici. Nel 2015, la Corte Suprema del Popolo di Zhejiang ha dato avvio all'attivazione di Tribunali online in materia di e-commerce, per la gestione di casi concernenti, ad esempio, violazioni del copyright o controversie sulle transazioni. Sulla scorta di tale promettente esperienza pilota, nel 2017 è stata inaugurata la prima Internet Court, competente per una vasta casistica attinente all'attività in rete, vale a dire, a titolo d'esempio, controversie per violazione del diritto d'autore su Internet, sulla proprietà dei nomi di dominio, derivanti da acquisti e servizi online, ad Hangzhou, città situata nella provincia di Zhejiang e considerata la capitale cinese dell'e-business perché sede di Alibaba. A ciò ha fatto seguito l'istituzione dei Tribunali Internet di Pechino e di Guangzhou, nel settembre del 2018, nonché di divisioni o unità specializzate per le controversie relative all'attività in rete in diversi Tribunali in tutta la Cina. Cenni alla procedura online di risoluzione del contenzioso
L'intera procedura, dall'accettazione del caso all'emanazione della sentenza, dovrebbe dispiegarsi interamente online, salvo che, su istanza di parte o in virtù della particolarità del caso, il Tribunale Internet decida di completare una parte della stessa offline. A titolo d'esempio, si menziona la procedura illustrata sul sito istituzionale della Beijing Internet Court. La parte attrice si registra sulla piattaforma apposita, ed effettua il login. Specificati dei parametri, quali il tipo di controversia e il valore della lite, può decidere se caricare un'istanza autonomamente redatta oppure se fruire di modelli generati automaticamente dalla piattaforma. Qualora ritengano sussistenti le condizioni dell'azione, i giudici registrano la controversia e notificano l'avviso di accettazione del caso all'attore tramite messaggistica istantanea. Inviano, successivamente, al convenuto il codice associato all'istanza, da utilizzare per collegarsi alla piattaforma, congiuntamente alla lettera di notifica. Il convenuto potrà difendersi e, se del caso, presentare domanda riconvenzionale. Laddove le parti decidano di non avvalersi della procedura di mediazione o questa fallisca e il caso sia, conseguentemente, rinviato a giudizio, le parti ricevono tramite piattaforma la notifica e la citazione a comparire in udienza. I risultati sono inviati alle parti con il mezzo di comunicazione per il quale hanno espresso preferenza e, qualora lo ritengano opportuno, possono proporre appello online nel periodo previsto o chiedere l'esecuzione del provvedimento tramite piattaforma. Una nuova forma di giustizia
La dimensione processuale non è semplicemente dislocata rispetto alle aule giudiziarie, talvolta dalle dimensioni notevolmente ridotte, ma è aperta, finanche, ad una realtà virtuale, grazie alla tecnologia 5G VR. Emerge, dunque, limpidamente, in particolare dalla lettura del Libro bianco pubblicato dal Tribunale Internet di Pechino nel 2019, come la dinamica processuale sia oramai impregnata dal progresso tecnico, finendo per configurarsi quale altra forma di giustizia. Si segnala, in proposito, l'adozione della tecnologia Legal Knowledge Graph, progettata per estrarre dai documenti elettronici informazioni rilevanti sul caso e generare automaticamente atti per il giudice e per le parti. La c.d. blockchain è, invece, idonea ad assicurare la validazione e la conservazione delle prove digitali. La Internet Court di Hangzhou, nel 2018, è stata la prima ad attribuire alla tecnologia blockchain la valenza di mezzo di archiviazione delle prove. La decisione è scaturita da una controversia in materia di copyright: una società con sede ad Hangozhou ha citato in giudizio un'azienda tecnologica di Shenzhen che aveva pubblicato materiale dell'attore protetto da copyright sul suo sito ufficiale. La società attrice ha catturato la pagina web del convenuto e il codice sorgente e li ha caricati sulla Bitcoin blockchain. La Corte ha sostenuto che tale forma di dato elettronico avrebbe potuto essere utilizzata in futuro come prova nei casi di violazione del diritto d'autore. Nello stesso anno, la Corte Suprema del Popolo ha confermato che l'autenticità del dato elettronico può essere dimostrata attraverso firme elettroniche, marcature temporali attendibili, verifica del valore di hash, blockchaino altri metodi di verifica a prova di manomissione. Basti pensare, al riguardo, a Balance chain, una blockchain implementata presso la Beijing Internet Court, che ha dato prova di salvaguardare la sicurezza dei documenti caricati dalle parti e, al contempo, di verificarne la validità, beneficiando della collaborazione di centri di autenticazione giudiziaria, uffici notarili, organizzazioni di settore, imprese statali, istituzioni finanziarie, grandi piattaforme Internet quali nodi della catena. Con ciò procurando alle parti un significativo risparmio di risorse, dato che il costo di utilizzo della blockchain per il deposito e la raccolta delle prove è inferiore rispetto a quello degli strumenti tradizionali e può essere gestito in completa autonomia. Ancora, le parti possono comunicare tra di loro attraverso servizi di messaggistica istantanea, quali Extensible Messaging and Presence Protocol (XMPP) o Flash SMS basati su codici USSD. Terreno elettivo di impiego di tali tecnologie sono le piattaforme di notifiche pop-up e applicazioni che permettono alle parti di completare l'attività di contenzioso, inclusa la presentazione del caso, la notifica dei documenti legali, la mediazione, lo scambio di prove, dal telefono cellulare. Ne è un esempio la piattaforma di contenzioso Mobile Micro Court, sviluppata dalla Corte Suprema del Popolo, avente portata nazionale a differenza di Ningbo Mobile Micro Court, la cui implementazione, promossa dal Tribunale Intermedio del Popolo di Ningbo nella provincia di Zhejiang nel 2018, ha avuto rilevanza meramente regionale. Per verificare e validare l'identità delle parti che accedono alla piattaforma online di risoluzione della controversia, ad esempio in fase di registrazione o di partecipazione alle udienze, sono in uso sistemi di riconoscimento facciale, tale intendendosi una tecnica biometrica che attribuisce in modo univoco ad un soggetto le relative generalità basandosi sui caratteri del volto. Sistemi di OCR (Optical Character Recognition), rilevando automaticamente le righe di testo e i caratteri, sono impiegati per discernere il contenuto di un atto, sia esso del giudice o delle parti, per poi catalogarlo e agevolare il reperimento automatico degli atti. Per rispondere all'esigenza di velocizzare la redazione intelligente delle trascrizioni del processo o degli atti giuridici, i Tribunali Internet si avvalgono di funzioni di speech recognition, che convertono i file audio in testo e sono utilizzate, altresì, per la stesura dei verbali e in fase di mediazione. La mediazione e il processo online sono supportati da tecnologia di Cloud computing, che permette l'accesso on-demand ad una pluralità di risorse informatiche, quali archiviazione, applicazioni, servers, nonché di Cloud Video che assicura l'accesso simultaneo dei giudici e delle parti alla piattaforma di e-litigation, la condivisione dello schermo, la trasmissione pubblica delle udienze. Le parti possono, peraltro, firmare elettronicamente i documenti scansionando il codice QR che appare sul display. Servizi di Secure Data Exchange garantiscono la trasmissione rapida e sicura di documenti all'interno della rete della Corte e sono, per di più, alla base dei sistemi di Online filinge Online trial, funzionali rispettivamente al deposito e allo scambio dei reclami e delle prove e alla diffusione dei materiali e dei registri del processo. La progressiva digitalizzazione del giudizio sembrerebbe conferire sempre più marcata centralità all'analisi dei big data, da cui estrarre informazioni rilevanti. Si tratterebbe di tecniche essenziali per fornire agli utenti servizi di generazione automatica di istanze e stime circa la probabilità di vittoria della lite, ma anche per la gestione intelligente dei casi giudiziari. Emblematico il Modello di Suzhou, sperimentato presso la Corte Intermedia del Popolo di Suzhou: mediante l'apprendimento automatico di un'immensa mole di dati di giudizio, disposizioni normative e regolamentari, il sistema estrae le informazioni rilevanti di ciascuna controversia, per poi assegnarla al giudice competente. Ulteriore manifestazione della tecnologia big data è il «giudice saggio», Rui Judge, sviluppato dall'Alta Corte del Popolo di Pechino che, estrapolando dagli atti depositati elementi chiave della lite, genera un profilo della stessa e redige automaticamente i verbali del processo, nonché una bozza di provvedimento finale. Ecco che l'Intelligenza Artificiale anima il Tribunale di robots preposti all'espletamento delle più varie mansioni: a partire dalla receptionist che interloquisce con gli utenti, facendo loro da guida tra gli ambienti giudiziari e fornendo loro consulenza legale, come Xiaoxi, in servizio presso il Tribunale del Popolo del Distretto di Qiaoxi, fino a giungere ad assistenti giudiziari che pongono domande alle parti, analizzano le prove vagliandone autenticità, legittimità e pertinenza in tempo reale e sottoponendole al giudice, generano automaticamente una bozza di provvedimento e svolgono, altresì, le operazioni di calcolo necessarie a quantificare l'ammontare del risarcimento dovuto o delle spese di lite. A dimostrazione, si guardi agli assistenti virtuali presso la Internet Court di Hangzhou; ad AI Judge Assistant, sistema di processo intelligente sviluppato in sinergia dall'Alta Corte di Zhejiang, dall'Università di Zhejiang e da Alibaba; ad AI Virtual Judge, lanciato dall'azienda Sogou e dalla Beijing Internet Court, che identifica le parole chiave delle domande sottoposte dalle parti e risponde alle stesse, palesando un atteggiamento cordiale e fattezze umane. Prospettive future: la cooperazione uomo-macchina
Occorre precisare che esistendo al momento soltanto forme di Intelligenza Artificiale debole, la relazione tra uomo e macchina non potrà porsi in termini di sostituzione della seconda al primo, essendo ravvisabili, piuttosto, i profili di un'efficiente e feconda collaborazione, improntata alla divisione del lavoro: i robots trarranno conclusioni preliminari, corredate da argomentazioni basate sulle prove e sui fatti di causa, mentre la decisione finale sarà prerogativa del giudice-persona fisica. Una sinergia proficua, foriera di un drastico abbattimento delle tempistiche procedurali, giungendosi, finanche, a comprimere la durata delle udienze in meno di un'ora e ad esaurire l'intero procedimento in un mese circa. La realtà cinese sembrerebbe, dunque, sconfessare la preoccupazione che l'umanità possa, ben presto, essere destituita da ogni espressione del potere decisionale, ivi compreso quello giudiziario. Al contempo, suggerisce che la cooperazione uomo-macchina e, più in generale, la digitalizzazione siano argine al pericolo che le lungaggini processuali si traducano in un diniego di giustizia. La rapidità di cui l'innovazione si fa portatrice si accompagna, peraltro, al dovere di preservare e all'opportunità di implementare la qualità della funzione giudiziaria, tenuta ad un costante aggiornamento per rispondere prontamente alle esigenze della collettività, avvalendosi, tra l'altro, degli strumenti frutto dell'inarrestabile progresso della tecnica. Ciò nella consapevolezza dell'imperante necessarietà di definire un solido e condiviso quadro etico e normativo a cornice della congiuntura tra tecnologia e agire umano, nel contesto di un produttivo confronto tra branche del sapere, affinché il consolidamento della conoscenza umanistica e scientifica si confermi al servizio del benessere della società nella sua interezza.
Riferimenti
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