L'utilizzo delle tecniche di fotointerpretazione aerea per reati contro l'ambiente ed il territorio

Rosa Maria Di Maggio
17 Maggio 2016

L'utilizzo della fotografia aerea si è dimostrato un valido strumento d'indagine anche in ambito forense perché permette di osservare il territorio da un punto di vista decisamente peculiare. Questa prerogativa consente non solo di analizzare aree molto estese ma anche di indagare zone dove non è possibile accedere direttamente, sia per problemi connessi alle caratteristiche fisiche della zona sia per esigenze specifiche richieste dalle indagini giudiziarie.
Abstract

L'utilizzo della fotografia aerea si è dimostrato un valido strumento d'indagine anche in ambito forense perché permette di osservare il territorio da un punto di vista decisamente peculiare. Questa prerogativa consente non solo di analizzare aree molto estese ma anche di indagare zone dove non è possibile accedere direttamente, sia per problemi connessi alle caratteristiche fisiche della zona sia per esigenze specifiche richieste dalle indagini giudiziarie.

Il confronto di fotografie aeree acquisite in anni diversi permette, inoltre, di osservare le modificazioni naturali e/o antropiche che ha subito un dato territorio nel corso del tempo e di valutare eventuali attività illecite svolte a danno dell'ambiente o eventuali responsabilità civili e/o penali in caso di disastri naturali.

Introduzione

L'utilizzo della fotografia aerea negli ultimi anni si è dimostrato un importante strumento d'indagine negli studi di pianificazione territoriale perché permettere di ricavare e analizzare dati, di tipo qualitativo e quantitativo, mediante osservazioni di immagini rilevate da strumenti posti a distanza.

La fotointerpretazione in visione stereoscopica d'immagini fotografiche offre un quadro sinottico dall'alto di aree anche molto estese e consente di identificare la geometria e la natura degli oggetti (case, alberi, strade, ferrovie, ecc.) e degli elementi morfologici (colline, fiumi, laghi, picchi rocciosi, ecc.) in tempi relativamente brevi e a costi contenuti. Questa tecnica d'indagine è particolarmente vantaggiosa quando si studiano aree dove è difficile, a volte impossibile, accedere perché caratterizzate da forti dislivelli, elevata altitudine, scarsa o nulla viabilità o semplicemente perché soggette a divieto d'ingresso (come ad esempio le cave ancora in attività).

Queste considerazioni evidenziano la potenzialità della fotointerpretazione anche in ambito forense. Infatti, con questa tecnica è possibile fornire elementi e fonti di prova agli organi della giustizia ordinaria, penale e civile, impegnati in attività giudiziarie che riguardano reati contro l'ambiente e il territorio.

Case Report

Le due immagini di Fig. 1 rappresentano un'area del territorio casertano dove l'attività estrattiva e l'intensa urbanizzazione hanno profondamente modificato l'ambiente ed il territorio.

L'immagine di sinistra è una foto aerea in bianco e nero appartenente al volo Gai (Gruppo Aereo Italiano) eseguito nel 1954, l'immagine a colori a destra è stata tratta da Google Earth ed è riferita al 2014.

Come si può notare dal confronto diretto delle due immagini, anche senza l'ausilio delle visione stereoscopica e nonostante una leggera differenza di scala di rappresentazione, l'evoluzione del territorio, in un periodo di 60 anni, appare in modo evidente ed immediato.

Il settore occidentale nelle due immagini rappresenta una zona totalmente pianeggiante, densamente coltivata nel fotogramma del 1954 (fotogramma a sinistra), ora fittamente urbanizzata come si può notare soprattutto lungo il margine meridionale dell'immagine del 2014 (fotogramma a destra). Il settore centrale delle due immagini, dominato da un rilievo collinare allungato in direzione circa nord-sud, è stato profondamente modellato e modificato da un'intensa attività estrattiva. Le aree bianche visibili nell'immagine di destra (alcune indicate con le frecce blu) rappresentano, infatti, il forte ampliamento delle numerose cave già presenti in questo territorio prima del 1954. L'alternanza delle bande bianche e nere all'interno delle singole aree di cava (indicate con la freccia rossa) è l'effetto delle varie gradonature ricavate lungo le ripide pareti verticali dei fronti di cava. Il settore orientale delle due immagini sembra non avere subito sostanziali e/o importanti cambiamenti.

La fotointerpretazione e la fotogrammetria

Prima di passare in rassegna alcuni aspetti della tecnica di fotointerpretazione e le sue applicazioni in campo forense è necessario introdurre alcuni elementi di fotogrammetria, di cui la fotointerpretazione può essere considerata una branca derivata.

La fotogrammetria è una disciplina scientifica che negli ultimi anni, grazie a sofisticati strumenti di telerilevamento (sensori) e ad appositi programmi di elaborazione, ha consentito di acquisire in modo digitale e con elevata precisione plano-altimetrica (a volte centimetrica), la forma, la dimensione e la posizione degli oggetti presenti sul terreno, utilizzando immagini telerilevate riprese da aeromobili o da terra. Questa disciplina, nata a metà del Novecento per scopi militari (realizzazione di carte topografiche, a varie scale di dettaglio, per lo studio delle forme del terreno), si è andata via via affermando anche in altri campi quali l'archeologia, l'urbanistica, la geologia e la geomorfologia, le scienze forestali, l'ingegneria ambientale, ecc.

La fotogrammetria, secondo il modo di ripresa dei fotogrammi, è distinta in due sotto categorie:

  • fotogrammetria aerea o aerofotogrammetria: le riprese delle immagini avvengono mediante camere da presa installate su aeromobile (aerei, elicotteri, droni, ecc.);
  • fotogrammetria terrestre: le riprese sono effettuate con camere da presa poste a terra su appositi supporti.

Le fotocamere per le riprese, installate a bordo degli aeromobili, ora di tipo digitale, sono strumenti molto complessi, presentano delle specifiche caratteristiche tecniche che riguardano la distanza focale dell'obiettivo, l'angolo di apertura, il fuoco fisso all'infinito, il dispositivo automatico degli scatti, le speciali sospensioni per limitare le vibrazioni dell'aeromobile, il grande formato del negativo (in genere di dimensioni 23 x 23 cm) e l'asse ottico della fotocamera perpendicolare alla superficie topografica.

Una foto aerea dove è possibile ricavare il punto principale o centro di prospettiva è definita fotogramma. Unendo i punti principali dei fotogrammi si ricostruisce la linea di volo (Fig. 2).

Un volo aereo per riprese aerofotogrammetriche deve essere eseguito secondo rigorosi particolari tecnici. Durante la sua rotta rettilinea (linea di volo) l'aeromobile sorvola il territorio a quota e velocità costante e prestabilita; la serie degli scatti dell'otturatore della camera avviene in automatico ed in modo tale che ogni fotogramma comprenda più della metà del territorio rappresentato nel fotogramma precedente. La porzione di territorio comune a due foto costituisce la zona di sovrapposizione longitudinale (overlap) (Fig. 3)

Ogni fotogramma ha sempre impresso su di un lato un particolare riquadro che rappresenta gli strumenti di bordo, definito data strip (Fig. 4).

Gli elementi del data strip sono:

  • una livella sferica a bolla centrale che controlla l'orizzontalità dell'aeromobile;
  • un orologio che indica l'ora della ripresa aerea;
  • il giorno, il mese e l'anno del volo;
  • un altimetro che fornisce la quota di volo espressa in metri o in piedi;
  • una targhetta con il numero di serie della camera e della distanza focale dell'obiettivo (nell'esempio di Fig. 4, questi dati sono riportati nello stesso riquadro della livella sferica);
  • il numero progressivo del fotogramma e della strisciata.

Sono proprio questi elementi caratteristici presenti nel margine di ogni singolo fotogramma a renderlo un fondamentale documento da utilizzare in campo forense; in particolare riveste una grande importanza la data di registrazione della ripresa aerea che certifica l'ora, il giorno, il mese e l'anno in cui essa è stata eseguita.

Grazie alle informazioni riportate nel data strip ogni singolo fotogramma rappresenta una realtà terreno riferita ad un preciso momento temporale.

Una coppia di fotogrammi costituisce uno stereogramma comunemente definito: coppia stereoscopica o modello stereoscopico.

Una coppia stereoscopica può essere osservata contemporaneamente mediante lo stereoscopio, particolare strumento ottico costituito da un sistema di lenti convergenti. Il binoculare dello stereoscopio dirige gli assi ottici del tecnico fotointerprete nei punti corrispondenti della coppia di fotogrammi, permettendo così di osservare in contemporanea (in sovrapposizione) due fotogrammi differenti.

Dottrina e Protocolli

Nell'osservazione stereoscopica l'immagine fotografica giace su di un piano bidimensionale e su di esso è possibile misurare le due coordinate X e Y; mediante l'utilizzo dello stereoscopio è possibile apprezzare anche la terza coordinata Z, avendo così una visione stereoscopica della zona di sovrapposizione.

In commercio esistono vari tipi di stereoscopi, sempre più complessi sino a modelli analitici digitali; ci limiteremo nella nostra descrizione ai più semplici comunemente utilizzati (Fig. 5):

  • stereoscopio a lenti;
  • stereoscopio a lenti, prismi e specchi (tipo portatile);
  • stereoscopio a lenti, prismi e specchi semplici o doppi da tavolo.

In conclusione, la fotogrammetria è una particolare tecnica di analisi finalizzata alla realizzazione di carte geotopografiche, a varie scale di dettaglio, a elevata precisione plano-altimetrica. La fotointerpretazione è una branca della fotogrammetria che analizza le foto aeree con strumenti ottici (stereoscopi) per acquisire indirettamente informazioni e dati territoriali di tipo qualitativo su una determinata area.

La fotogrammetria e la fotointerpretazione hanno in comune l'utilizzo delle foto aeree (fotogrammi) come strumento di base per raggiungere i loro obiettivi.

È da rilevare che i risultati che si ottengono mediante l'analisi di fotografie aeree in visione stereoscopica sono strettamente legati alla capacità del tecnico fotointerprete di osservare, identificare e classificare i vari "oggetti" presenti sull'immagine fotografica. Questa capacità si acquisisce soltanto attraverso una lunga esperienza e pratica professionale.

Dottrina e Protocolli

Senza entrare nello specifico di come va condotta un'indagine fotointerpretativa, operazione in alcuni casi alquanto soggettiva, va ricordato che la fotointerpretazione è basata essenzialmente sulla valutazione di due parametri principali relativi ai fotogrammi: il tono e la tessitura.

  • Il tono rappresenta la quantità di luce riflessa da un oggetto e si manifesta come una gradazione del grigio, variabile dal bianco al nero. Il tono è utilizzato dal fotointerprete per raggruppare gli oggetti secondo il semplice principio che oggetti simili hanno la stessa gradazione di tono;
  • La tessitura rappresenta la variazione e la distribuzione del tono all'interno dell'immagine fotografica e fornisce indirettamente utili indicazioni sulle forme del terreno.
Le foto aeree

Il nostro territorio nazionale è interessato da diverse riprese aeree, eseguite a partire dagli anni '50 dall'I.G.M. (Istituto Geografico Militare), cui si sono aggiunti nel tempo numerosi altri voli eseguiti per la realizzazione di carte tecniche regionali e/o comunali da parte di società private operanti in questo settore.

Molto interessanti e particolarmente utili sono le foto aeree del volo storico eseguito dalla Raf (Royal Air Force) su buona parte del nostro territorio durante l'ultimo conflitto mondiale, negli anni 1943-45 e il volo Gai (Gruppo Aereo Italiano) realizzato nel biennio 1954-55, sull'intero territorio italiano. Queste fotografie aeree sono consultabili presso l'Aerofototeca Nazionale - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (I.C.C.D.) – Ministero Beni Culturali, con sede in Roma, Via di San Michele, 18. Presso questo Istituto sono, inoltre, disponibili altri voli, eseguiti a differenti quote, che coprono in maniera discontinua il nazionale nostro Paese durante un arco temporale, che va dai primi del Novecento sino ai giorni nostri.

Le coperture aerofotogrammetriche sono generalmente costituite da immagini pancromatiche in bianco e nero, più raramente a colori e a infrarosso in falso colore. I voli eseguiti dagli anni ‘50 ad oggi dall'Istituto Geografico Militare sono consultabili sul catalogo interattivo presente nel sito web dell'I.G.M. (www.igmi.org/prodotti). Per esaminare la produzione storica precedente il 1945 è, invece, necessario contattare direttamente l'archivio storico dell'Istituto.

Presso l'ufficio vendite dell'I.G.M., con sede a Firenze, in via Cesare Battisti 10, è possibile acquistare direttamente i fotogrammi ad alta risoluzione sia come stampe in formato 23 x 23 cm sia come immagini digitali. Le foto all'infrarosso o a colori sono fornite soltanto in formato digitale.

Anche nei siti web ufficiali delle singole Regioni è possibile consultare ed acquistare le foto aeree. Generalmente queste riprese aeree sono realizzate con voli a bassa quota, per la produzione di carte topografiche a media-grande scala.

Infine, presso l'aerofototeca dell'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) è consultabile l'intero volo Gai (1954-55) e il volo del 1981, realizzato alla scala 1:20.000, che interessa in tutta la sua estensione la Regione Lazio e la città di Roma.

È opportuno ricordare che le autorizzazioni di legge per effettuare voli aerei finalizzati a lavori di aerofotogrammetria vengono rilasciate alle società operanti in questo settore da appositi uffici dello Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare.

La fotointerpretazione in campo forense

È evidente come la fotointerpretazione può trovare numerose applicazioni in ambito forense, dove può fornire utili informazioni e dati per le indagini svolte dagli organi investigativi. La fotointerpretazione, infatti, permette non solo di osservare aree molto estese ma anche di indagare zone dove l'accesso da terra è difficoltoso, sia per problemi connessi direttamente all'orografia del territorio (per esempio zone impervie) sia per esigenze specifiche richieste dalle attività giudiziarie.

La corretta indagine fotointerpretativa deve rispettare una logica sequenza di operazioni: una volta reperita la documentazione bibliografica relativa all'area di studio (riprese aree, carte topografiche e geotematiche, relazioni, ecc.) si suddividono i fotogrammi secondo il periodo di ripresa e la quota di volo, si procede quindi all'esame delle singole coppie, mediante stereoscopio, partendo dai voli più antichi e passando via via a quelli più recenti.

L'analisi dei fotogrammi che riproducono in anni diversi la stessa porzione di territorio permetterà di valutare sia la sua evoluzione in un preciso intervallo temporale (evidenziato dalle date di ripresa registrate nel data strip) sia le modificazioni antropiche e naturali che esso ha subito. Questa metodologia di analisi è definita tecnica multitemporale (Fig. 6).

È chiaro che tanto più sono i voli a nostra disposizione, tanto maggiore sarà l'intervallo temporale rappresentato e tanto più accurata e dettagliata sarà l'indagine fotointerpretativa.

Se una data porzione di territorio è stata ripresa da una serie di voli eseguiti anche a quote differenti sarà possibile eseguire osservazioni puntuali e dettagliate della stessa zona esercitando un fattore di zoom. Questo metodo di operare è definito tecnica multiscalare.

Nei successivi paragrafi sono brevemente descritti alcuni campi di applicazione della fotointerpretazione in ambito forense, che permettono di comprendere le grandi potenzialità di questa disciplina nel campo giudiziario, sia civile sia penale.

L'abusivismo edilizio

L'indagine fotointerpretativa è particolarmente idonea quando bisogna operare nell'ambito dell'abusivismo edilizio, fenomeno illegale purtroppo molto diffuso e consolidato nel nostro Paese, che ha prodotto danni enormi allo sviluppo urbanistico e al paesaggio naturale. Basti pensare all'immane quantità di abitazioni realizzate in modo indiscriminato e illecito, in violazione alle disposizioni di legge e alle norme legate alla sicurezza, nei parchi archeologici, nelle riserve naturali, nelle aree protette, nelle fasce costiere e fluviali, che rappresentano ecosistemi di particolare valore paesaggistico e ambientale, nelle zone caratterizzate da elevato rischio idrogeologico, sismico e vulcanico.

La fotointerpretazione è molto utile in questi casi perché, mediante un'osservazione sinottica dall'alto di un'area molto estesa, il fotointerprete può circoscrivere sui fotogrammi le zone protette e/o vincolate e identificare le strutture illegali presenti al loro interno.

Il ricorso all'analisi di riprese aeree è particolarmente utile quando l'indagine deve prendere in considerazione gli abusi edilizi realizzati posteriormente alla legge 47/1985. Questa legge rappresenta lo strumento normativo di riferimento che ha consentito per la prima volta, e in forma organica, di regolarizzare le posizioni dei proprietari abusivi e dei relativi fabbricati. Con la fotointerpretazione eseguita con la tecnica multitemporale si possono identificare gli edifici realizzati prima o dopo il 1985, data di entrata in vigore di questa legge, e valutare di conseguenza la sussistenza o meno dell'abuso edilizio.

L'analisi fotointerpretativa è particolarmente adatta alle singole amministrazioni locali (in particolare i Comuni) per esercitare il monitoraggio costante sull'attività edilizia all'interno dei limiti territoriali. Infatti, mettendo a confronto riprese aeree eseguite prima e dopo le date di esecuzione dei Piani Regolatori Generali (P.R.G.) è possibile individuare gli insediamenti abitativi e le infrastrutture realizzate abusivamente in zone a diversa destinazione d'uso.

A questo strumento tecnico può ricorrere anche il singolo cittadino, che nel caso di controversie legali connesse all'abusivismo edilizio, può eventualmente dimostrare l'insussistenza del fatto.

L'attività estrattiva

Nel territorio nazionale l'attività estrattiva di tipo minerario è gestita a livello statale, mentre la competenza sulle concessioni per l'attività estrattiva in cava è demandata alle Regioni.

L'attività estrattiva, in generale, opera profonde e radicali modificazioni del paesaggio e sottopone il territorio a problematiche geoambientali molto serie. Tra i danni causati dall'attività estrattiva si possono citare:

  • l'inquinamento delle falde;
  • la scomparsa di sorgenti;
  • l'innesco di fenomeni franosi;
  • lo sprofondamento del terreno;
  • lo smaltimento incontrollato dei materiali di risulta di cava;
  • l'intenso traffico originato dal passaggio di mezzi pesanti;
  • la presenza d'ingenti quantità di polveri immesse nell'aria;
  • il forte inquinamento acustico.

Per esempio, il prelievo indiscriminato di sabbia e ghiaia negli alvei fluviali può modificare profondamente il territorio alterando i naturali processi erosivi esercitati dal reticolo idrografico superficiale.

L'attività estrattiva incontrollata trasforma radicalmente il paesaggio attraverso il progressivo sbancamento di interi rilievi collinari e montani, con conseguenti problematiche di carattere geoambientale. Anche in questo caso le profonde modifiche causate al paesaggio possono essere documentate, analizzate e valutate mediante la tecnica della fotointerpretazione multitemporale.

Partendo, per esempio, dall'esame dei fotogrammi del volo Gai del 1954-55 per giungere sino ai voli più recenti, è possibile monitorare i cambiamenti che il territorio ha dovuto subire a seguito dell'attività di cava. Sarà, inoltre, possibile verificare se, nel corso degli anni, durante l'esercizio della cava, siano state rispettate le quantità di materiale estratto secondo la regolare concessione, nel rispetto delle normative vigenti.

Le indagini fotointerpretative sono particolarmente adatte per monitorare l'attività estrattiva durante lo stato di esercizio poiché le profonde "ferite" esercitate da una cava sul territorio sono facilmente individuabili su una foto aerea (Fig. 1). Questo è valido anche per quelle aree, dove l'estrazione di materiali è stata esercitata in modo illecito e incontrollato e nonostante le minori volumetrie in gioco gli accorgimenti di vario genere per provare a mascherarne gli effetti.

Le discariche abusive

La normativa italiana con il d.lgs. 36/2003 prevede tre tipologie di discariche, rifiuti inerti, rifiuti solidi urbani non pericolosi, rifiuti pericolosi, e definisce il piano di gestione e il controllo dei parametri chimici, fisici, idrogeologici e meteo-climatici. I rifiuti che non sono stati opportunamente riciclati o trattati per produrre energia, sono inviati in discarica per rifiuti solidi urbani.

Una discarica, opportunamente realizzata con barriera geologica e impermeabilizzazione artificiale del fondo e delle pareti per isolare i rifiuti dal suolo e sottosuolo, è definita controllata. In questo caso la progettazione, la realizzazione e la sorveglianza della struttura e il trattamento e il controllo dei rifiuti, sono eseguiti secondo un preciso disciplinare tecnico e nel rispetto delle normative vigenti.

Attualmente in Italia lo smaltimento dei rifiuti in discarica costituisce il principale metodo di trattamento, anche se come orientamento generale si tende a ridurre la quantità dei rifiuti da inviare in discarica mediante tecniche di riciclo, compostaggio e incenerimento.

Nel territorio nazionale purtroppo il fenomeno dello smaltimento illecito rappresenta una vera e propria piaga sociale. Sono ben noti i numerosi e vasti territori dove si sono realizzate numerosissime discariche abusive, non controllate, altamente inquinanti e pericolose, riferite ad attività delinquenziali per il traffico illecito di rifiuti di vario tipo.

La ricerca di queste discariche abusive è un'attività rilevante, che vede impegnate le Forze dell'Ordine, con grande dispiego di mezzi e uomini. Gli strumenti tecnici e le metodologie d'indagine di tipo geofisico oggi disponibili sono sempre più valide e sofisticate; un contributo a quest'attività può essere fornita anche da una semplice indagine fotointerpretativa, se eseguita da tecnici esperti.

Come abbiamo visto in precedenza, una foto aerea, secondo la quota di ripresa, interessa una vasta porzione di territorio e permette una visione sinottica e immediata di aree anche molto vaste. L'osservazione e la ricerca di siti abusivi di stoccaggio possono essere effettuate a "distanza", senza interagire direttamente con il terreno; è questo per ovvi motivi uno dei requisiti più rilevanti che offre questo tipo d'indagine. Il fotointerprete, sufficientemente competente, durante l'osservazione del modello stereoscopico dei fotogrammi, riesce a rilevare le minime anomalie della morfologia del terreno che, a volte, si manifestano anche in presenza di sversamenti illeciti e abusivi di rifiuti di varia natura.

Quando i rifiuti sono accumulati ed abbancati per decine e decine di metri in elevazione rispetto al piano campagna originano delle vere e proprie collinette che si elevano bruscamente dal contesto pianeggiante dell'area. In questi casi, esaminando le foto aeree, è abbastanza semplice caratterizzare e circoscrivere queste anomalie morfologiche.

Viceversa, quando i rifiuti sono distribuiti in scavi a fossa l'anomalia morfologica è testimoniata dalla presenza di depressioni nel terreno che contrastano con il paesaggio circostante; spesso queste depressioni sono sede di laghetti artificiali facilmente identificabili nelle foto aeree.

La fotointerpretazione eseguita con la tecnica multitemporale, come descritto in precedenza, permette di registrare l'evoluzione territoriale che ha subito una determinare area e rappresenta, pertanto, una valida metodologia per identificare eventuali smaltimenti illegali di rifiuti.

Case Report

Negli ultimi decenni gli inquirenti hanno frequentemente fatto ricorso alle tecniche di fotointerpretazione per la ricerca di discariche abusive in tutto il territorio italiano, in particolar modo in Campania. In questa regione, durante gli anni Ottanta si pensò di utilizzare le cave a fossa precedentemente sfruttate per l'estrazione della pozzolana come discariche per i rifiuti. Durante le fasi emergenziali relative ai rifiuti, che si sono succedute negli anni Novanta e Duemila, molti siti adibiti a discariche a fossa ormai esauriti, sono stati riattivati ed utilizzati come discariche. Il loro sfruttamento eccessivo ha prodotto problemi ambientali con inquinamento del suolo, sottosuolo, atmosfera e biosfera. Parallelamente a tale problema, negli stessi anni, si è sempre più sviluppata l'attività illecita di occultamento dei rifiuti, più o meno pericolosi, da parte della criminalità organizzata.

Per individuare le zone in cui si sospettava l'occultamento dei rifiuti o la fuoriuscita di inquinanti dagli impianti già noti sono state proficuamente utilizzate le tecniche di fotointerpretazione aerea multitemporale, per la ricerca delle modificazioni morfologiche degli invasi già noti e delle aree di sversamento abusive.

Attraverso l'elaborazione dei dati ottenuti dallo studio delle foto aeree, si sono potuti localizzare numerosi siti sospetti. Successivamente le indagini dirette sul territorio hanno confermato per tutti i siti indagati le problematicità ambientali riscontrate nell'analisi di fotointerpretazione preliminare.

Criticità dell'indagine

Per quanto riguarda la tecnica dell'interpretazione di fotografie aeree in visione stereoscopica è opportuno elencare alcune criticità tipiche di questa indagine. Prima di tutto il buon esito della fotointerpretazione è strettamente legato alla capacità del tecnico fotointerprete di osservare, identificare e classificare i vari "oggetti" presenti sull'immagine fotografica. Questa capacità, infatti, si acquisisce soltanto attraverso una lunga esperienza e pratica professionale, anche in considerazione del fatto che molte volte il riconoscimento di target forensi esula dalla preparazione accademica dell'operatore tecnico. Per questo motivo è importante verificare quello che si è interpretato con mirati sopralluoghi di campagna, quando è possibile.

Un'altra criticità riguarda la definizione e qualità delle fotografie utilizzate; non sempre le foto aeree sono di buona qualità, soprattutto quando si devono prendere in considerazione fotogrammi eseguiti in tempi non recenti.

A volte può accadere che il volo per la ripresa delle strisciate aeree non sia stato eseguito in modo del tutto corretto, soprattutto per quanto riguarda il mantenimento sia della rotta rettilinea sia della quota di volo, oppure non sia stata realizzata la giusta sovrapposizione laterale e longitudinale dei fotogrammi successivi. In questi casi è quanto mai indispensabile fare ricorso all'esperienza del fotointerprete e al supporto di una buona strumentazione tecnica (stereoscopi) per garantire, nonostante queste carenze tecniche, un'adeguata lettura ed interpretazione delle immagini.

Guida all'approfondimento

AMADESI, Fotointerpretazione e aerofotogrammetria, Bologna, 1977;

D'OREFICE, GRACIOTTI, Rilevamento geomorfologico e cartografia. Realizzazione –Lettura – interpretazione, Palermo, 2015, 376 pp;

GRACIOTTI, D'OREFICE, L'utilizzo della tecnica della fotointerpretazione in campo forense, in Di Maggio, Barone, Pettinelli, Mattei, Lauro, Banchelli (a cura di), Geologia forense. Introduzione alle geoscienze applicate alle indagini giudiziarie, Palermo, 2013, pp. 320;

D'OREFICE, GRACIOTTI, SAPPA, L'importanza della geomorfologia negli interventi sul territorio: un esempio applicativo. G.E.AM: 135-138, Roma, 2001;

Regione Emilia-Romagna, Guida alla fotointerpretazione e restituzione tematica, Bologna, 1980;

SPAGNA, AeroGeologia, Bologna, 2002;

www.igmi.org/prodotti

Affiliation

Rosa Maria Di Maggio, Geologo forense – Geoscienze Forensi Italia, Team Geo Forense;

Maurizio D'Orefice, Geologo – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) – Servizio Geologico d'Italia;

Roberto Graciotti, Geologo – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) – Servizio Geologico d'Italia.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario