L'evasione fiscale crea un danno risarcibile per l'immagine della P.A.? Chiarimenti dalle S.U.

Redazione Scientifica
14 Ottobre 2022

Le Sezioni Unite civili sono intervenute sul tema del danno causato all'immagine della pubblica amministrazione in caso di evasione fiscale, cristallizzando diversi principi in tema di risarcibilità e ripartizione dell'onere della prova.

La pronuncia in oggetto origina dal rinvio a giudizio di due imprenditori per aver evaso le imposte doganali sull'importazione di oltre 5mila tonnellate di banane, realizzando così il reato di contrabbando. Nel giudizio si costituivano la Commissione Europea, il Ministero dell'Economia e l'Agenzia delle Dogane chiedendo il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, da liquidarsi in separato giudizio. La questione è dunque giunta all'attenzione della Suprema Corte.

Le Sezioni Unite, accogliendo in parte il ricorso di uno degli imprenditori, ha affermato che:

1. «ai fini dell'accoglimento della domanda di condanna generica al risarcimento del danno è sufficiente che l'attore dimostri la colpa e il nesso causale; mentre è sufficiente che l'esistenza del danno appaia anche solo proababile;

2. ai fini dell'ammissibilità della domanda di condanna generica al risarcimento del danno non è necessario che l'attore indichi le prove di cui intende avvalersi per dimostrare il quantum debeatur;

3. il danno civile all'immagine della pubblica amministrazione può essere arrecato tanto da un pubblico funzionario, quanto da persona estranea all'amministrazione stessa, ed è risarcibile in ambo i casi;

4. il danno causato dall'evasione fiscale, allorchè questa integri gli estremi di un reato commesso dal contribuente o da persona che del fatto di quest'ultimo debba rispondere direttamente nei confronti dell'erario, non può farsi coincidere automaticamente con il tributo evaso, ma deve necessariamente consistere in un pregiudizio ulteriore e diverso, ricorrente qualora l'evasore abbia con la propria condotta provocato l'impossibilità di riscuotere il credito erariale;

5. il danno causato dall'evasione fiscale, allorchè questa integri gli estremi di un reato commesso da persona diversa dal contribuente e non altrimenti obbligata nei confronti dell'erario, può coincidere sia con il tributo evaso, sia con ulteriori pregiudizi, ma nella prima di tali ipotesi il risarcimento sarà dovuto a condizione che l'erario alleghi e dimostri la perdita del credito o la ragionevole probabilità della sua infruttuosa esazione;

6. nel giudizio di danno promosso dall'erario nei confronti di persona diversa dal contribuente, cui venga ascritto di avere concausato la perdita del credito erariale, spetta all'amministrazione provare l'esistenza del credito, la perdita di esso ed il nesso causale tra la lesione del credito e la condotta del convenuto; spetta, invece, al convenuto dimostrare che la perdita del credito sia avvenuta per negligenza dell'amministrazione, negligenza che rientra nella previsione di cui all'art. 1227, primo comma, c.c.».

(Fonte: dirittoegiustizia.it)

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