Discriminazione indiretta nel calcolo del periodo di comporto breve per mancata distinzione nel CCNL a favore dei lavoratori disabili

Qualora il CCNL preveda il licenziamento per il superamento del periodo di comporto breve, senza operare alcuna distinzione a favore dei lavoratori disabili, conteggiando anche i giorni di assenza dovuti alla patologia collegata alla disabilità, si può riscontrare una discriminazione?

Sebbene la nozione di handicap/disabilità non sia coincidente con lo stato di malattia, oggetto della regolazione contrattuale collettiva applicata al rapporto ai fini del computo del periodo di comporto rilevante ai sensi dell'art. 2110 c.c., ciò non significa che essa sia contrapposta a tale stato, il quale può esserne tanto causa quanto effetto e le cui interazioni devono essere tenute in considerazione nella gestione del rapporto di lavoro.

Nell'ipotesi in cui il CCNL applicato non operi alcuna distinzione sul punto, ben potrebbe configurarsi una discriminazione indiretta, tenuto conto che il lavoratore disabile è esposto al rischio di maggiori assenze dovute ad una malattia collegata alla sua disabilità, potendo quindi più facilmente superare il limite temporale fissato ai fini di cui all'art. 2110 c.c. In sintesi, il rischio aggiuntivo di essere assente dal lavoro per malattia di un lavoratore disabile deve essere tenuto in conto nell'assetto dei rispettivi diritti e obblighi divisati in fase di negoziazione collettiva ed il datore, il quale di fatto non operi alcuna distinzione, attua una condotta indirettamente discriminatoria e, perciò, vietata.

Sul punto, si precisa, che non è fatto divieto di porre un limite massimo di assenza per malattia del lavoratore disabile, rilevando piuttosto l'applicazione della previsione negoziale sia ai lavoratori disabili che non, senza prendere in considerazione la maggiore vulnerabilità dei primi e la loro posizione di svantaggio.