“Pena naturale”: la Consulta si esprime sull’omicidio colposo del prossimo congiunto

La Redazione
27 Marzo 2024

La Corte costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Firenze nei confronti dell'art. 529 c.p.p., nella parte in cui non prevede un'ipotesi di non procedibilità riguardo all'omicidio colposo del prossimo congiunto.

Il Tribunale ha esaminato il caso di un uomo accusato di  omicidio colposo sul lavoro  per la  morte  di suo  nipote, suo  dipendente, sollevando preoccupazioni riguardo alla  mancata considerazione dei principi costituzionali di necessità, proporzionalità e umanità della pena nella legge attuale. In particolare, secondo il Tribunale, il giudice potrebbe decidere di non procedere con il processo se l'autore del reato ha già sofferto abbastanza per la morte di un familiare causata da lui stesso.

La Consulta ha respinto tale proposta, affermando che l'idea  di una "pena naturale",  non presente nella legge italiana, non dovrebbe essere introdotta per motivi costituzionali ed ha evidenziato come la proposta fosse troppo ampia, presentando diversi problemi, tra cui:

  • la vaghezza nella definizione di colpa;
  • la vasta nozione di familiare richiamata dalla norma;
  • la non presenza di ragioni costituzionali per considerare la "pena naturale" come motivo per non procedere con un processo penale, piuttosto che come una ragione valida per escludere la colpevolezza o come circostanza attenuante.

*Fonte: DirittoeGiustizia