Risarcimento del danno da demansionamento: è sufficiente che il lavoratore ne provi il pregiudizio arrecato dalla condotta datoriale?

Teresa Zappia
12 Dicembre 2024

Il lavoratore deve allegare e dimostrare il danno subito a seguito del demansionamento.

Il lavoratore può limitarsi ad allegare l'illegittima assegnazione a mansioni inferiori per ottenere il risarcimento del danno non patrimoniale asseritamente patito?

In tema di risarcimento del danno non patrimoniale derivante da demansionamento, il riconoscimento del diritto del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico o esistenziale, non ricorre automaticamente in tutti i casi di inadempimento datoriale e non può prescindere da una specifica allegazione, nel ricorso introduttivo del giudizio, dell'esistenza di un pregiudizio (di natura non meramente emotiva ed interiore, ma oggettivamente accertabile) provocato sul soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all'espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno.

Tale pregiudizio non si pone quale conseguenza automatica di ogni comportamento illegittimo rientrante nella suindicata categoria (i.e. mutamento delle mansioni), sicché non è sufficiente dimostrare la mera potenzialità lesiva della condotta datoriale, incombendo sul lavoratore non solo l'onere di allegare il demansionamento, ma anche di fornire la prova del danno non patrimoniale e del nesso di causalità con l'inadempimento datoriale in applicazione dell'art. 2697 c.c.

Cass., sez. lav., 31 luglio 2024, n. 21527

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