Equivalenza delle tutele del CCNL: l’omessa verifica determina l’illegittimità dell’aggiudicazione

Il caso

Nella vicenda all'esame del TAR la ricorrente ha lamentato l'incongruità del costo della manodopera indicato dalla controinteressata e l'omessa attivazione del sub-procedimento di verifica dell'anomalia, e ciò prendendo come riferimento tanto il CCNL “Cooperative Sociali” (indicato nella lex specialis), quanto il diverso CCNL scelto da quest'ultima, stante, in quest'ultimo caso, la mancanza del requisito dell'equivalenza delle tutele dei due contratti.

La soluzione del TAR

Il Collegio ritiene fondato il motivo nella parte in cui mira a stigmatizzare la violazione dell'art. 11 d.lgs. n. 36/2023, secondo cui prima di procedere all'affidamento o all'aggiudicazione le stazioni appaltanti e gli enti concedenti acquisiscono la dichiarazione di equivalenza delle tutele, da verificarsi con le modalità di cui all'articolo 110 (art. 11, comma 4, d.lgs. n. 36/2023). Ciò che, tuttavia, non è avvenuto, essendosi l'Amministrazione limitata a recepire supinamente la dichiarazione resa dalla aggiudicataria.

E, invero – osserva il TAR – se da un lato, mediante l'istituto in esame il legislatore ha inteso riconoscere agli operatori economici una maggiore flessibilità nella propria organizzazione aziendale, quale corollario della libertà di iniziativa economica, dall'altro tale facoltà deve contemperarsi con la ineludibile tutela dei lavoratori, la quale postula un'attenta disamina da parte della stazione appaltante circa l'equivalenza delle tutele (economiche e normative) riconosciute in forza del diverso CCNL prescelto dall'operatore economico.

Tanto è avvalorato dalle recenti modifiche apportate dall'art. 2, comma 1, lett. d), d.lgs. 31 dicembre 2024, n. 209 che inserisce, nel citato art. 11, comma 4, un espresso rinvio al nuovo Allegato I.01.6 che disciplina i criteri e il procedimento di verifica dell'equivalenza delle tutele confermandone espressamente la doverosa attivazione prima di procedere all'aggiudicazione.