La funzione del processo minorile in caso di assoluzione dell’imputato

Redazione Scientifica
25 Giugno 2015

Il procedimento penale minorile possiede una intrinseca ed evidente funzione educativa che deve essere trovata anche nel caso in cui l'imputato, al termine del processo, risulti innocente. Le caratteristiche del rito non danno però modo al giudicante, al di là della mera attività condotta in udienza, di applicare tale principio.

Il procedimento penale minorile possiede una intrinseca ed evidente funzione educativa che deve essere trovata anche nel caso in cui l'imputato, al termine del processo, risulti innocente. Le caratteristiche del rito non danno però modo al giudicante, al di là della mera attività condotta in udienza, di applicare tale principio. Il messaggio educativo deve quindi necessariamente passare attraverso le motivazioni della sentenza. (Nel caso di specie, il giudicante non ha ritenuto fuori luogo esortare i legali del minore assolto ad esplicare al loro assistito – in termini accessibili a un ragazzo da poco maggiorenne, e digiuno di studi giuridici – l'iter logico-argomentativo che ha condotto il giudice alla pronuncia assolutoria, anche attraverso la lettura della sentenza; ad accentuare nel ragazzo, in collaborazione con la famiglia, il “senso di giustizia” rendendolo consapevole che solo il rispetto della legge rende cittadini consapevoli, e liberi; solo in questo modo, infatti, si può trasformare il processo in un momento di crescita, di maturazione, di acquisizione di consapevolezza, e solo in questo modo si può dare un senso più profondo sia a quanto accaduto (senso rispettoso della funzione svolta dal giudice minorile ma prima di tutto della persona dell'imputato), sia all'assoluzione che il Collegio ha inteso pronunciare).

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