Pierpaolo Ceroli
27 Agosto 2013

Gli swap consistono in contratti mediante i quali le parti si obbligano a scambiare tra loro pagamenti, il cui ammontare è determinato sulla base di paramenti di riferimento diversi. Questa tipologia di contratti rientra in quella cosiddetta a effetti obbligatori ossia quelli dove ciascuna parte si assume l'obbligo di eseguire pagamenti a scadenze stabilite anche se non coincidenti. Negli swap sono infatti presenti due promesse di corrispondere una certa quantità di denaro, dove al momento dell'adempimento solo una delle due potrebbe essere tenuta all'esecuzione della prestazione.
Inquadramento

Gli swap consistono in contratti mediante i quali le parti si obbligano a scambiare tra loro pagamenti, il cui ammontare è determinato sulla base di paramenti di riferimento diversi. Questa tipologia di contratti rientra in quella cosiddetta a effetti obbligatori ossia quelli dove ciascuna parte si assume l'obbligo di eseguire pagamenti a scadenze stabilite anche se non coincidenti.

Negli swap sono infatti presenti due promesse di corrispondere una certa quantità di denaro, dove al momento dell'adempimento solo una delle due potrebbe essere tenuta all'esecuzione della prestazione. Scendendo ancor più nel dettaglio, gli swap sono contratti di durata, in quanto realizzano molteplici pagamenti reciproci, distinti ed autonomi, benché connessi tra loro, proiettati nel tempo per soddisfare un interesse “periodico” dei contraenti.

Dalla definizione di swap si ricava, inoltre, che le prestazioni devono essere calcolate su “parametri” di riferimento necessariamente “diversi”.

Fra le varie categorie di swap le due principali sono: quelli sui tassi di interesse, cd. interest rate swap e gli swap di valuta, currency swap. Con uno swap del primo tipo i contraenti assumono l'impegno di scambiarsi due insiemi di pagamenti, denominati in una medesima valuta e quantificati mediante il calcolo di interessi maturati su un capitale figurativo in base a criteri diversi, quale, ad esempio, tassi fissi contro tassi variabili, dove il capitale figurativo non forma oggetto di scambio fra i contraenti. Viceversa nell'ipotesi di swap valutari le controparti si scambiano specifici ammontari di due valute diverse, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che riguardano sia il capitale iniziale che il pagamento di interessi.

Infine, esiste un'ultima tipologia di operazioni swap, disciplinate contabilmente dall'IFRIC 19, definite “swap di debito contro capitale azionario” mediante le quali un debitore e un creditore potrebbero rinegoziare i termini di una passività finanziaria con il risultato che il debitore estingue la passività emettendo strumenti rappresentativi di capitale in favore del creditore.

Funzione di copertura e speculativa degli swap

Generalmente i contratti swap, in relazione all'intenzione dei contraenti ed al risultato che questi prevedono di ottenere dall'operazione finanziaria che pongono in essere, possono assolvere alla funzione di copertura, ovvero il cd. hedging, o a quella speculativa.

La funzione di copertura svolta da un derivato è quell'attività volta al controllo di un evento futuro e incerto, relativamente alla fluttuazione di valore di un bene o di una grandezza economica. In altri termini consiste questa tipologia di swap ha la finalità della riduzione di un rischio finanziario di un portafoglio preesistente, senza mai però perseguirne l'annullamento di un rischio, perché questa possibilità non può essere realizzata con nessuno di questi strumenti e ciò è ben noto, o meglio dovrebbe esserlo, al soggetto che se ne avvale.

È pertanto più corretto asserire che la funzione di copertura opera piuttosto nella trasformazione del rischio di un pregiudizio futuro con un altro che diversamente si valuta essere meno rilevante del precedente o comunque meno probabile. Ne consegue che la copertura non può escludere che lo stipulante, nonostante la conclusione di uno specifico contratto, proprio per il verificarsi di una contingenza sottovalutata ma possibile, si trovi invece obbligato ad un esborso, anche sensibilmente superiore a quell'altro per cui ha tentato di tutelarsi mediante questo tipo di operazione swap.

Ciò costituisce un primo distinguo tra la funzione di copertura perseguita tramite uno swap e quella svolta da un normale contratto di assicurazione, ciò in quanto in quest'ultimo caso l'unico pericolo in cui l'assicurato può incorrere è quello di aver corrisposto “invano” un premio periodico. Altra differenza deriva dal fatto che nei contratti di swap la condizione di assicurato e di assicuratore possono coincidere nella persona di ciascuno dei contraenti, in quanto ciascuno di questi spera di trovare protezione nella prestazione dell'altro.

Totalmente diversa dalla funzione copertura è quella speculativa che si realizza nello scopo di lucro perseguito da uno od entrambi i contraenti, che per raggiungere quest'obbiettivo accetterebbero di esporsi contemporaneamente al rischio di perdite indefinite. Una scommessa, in sostanza, dove rimane incerto il vincitore sino all'esito del calcolo.

Principali tipologie di swap

I contratti swap in base alle loro caratteristiche assumono nomi diversi.

Le principali tipologie sono quelle riportate in tabella:

In evidenza: principali tipologie di contratti SWAP
  • Interest Rate Swap;
  • Currency Swap;
  • Domestic Currency Swap;
  • Asset Swap;
  • Credit Default Swap;
  • Total Return Swap.

Interest Rate Swap

L'interest rate swap (IRS) è un accordo contrattuale tra de parti dove le stesse si obbligano ad effettuare, a date prestabilite e per tutta la durata del contratto, pagamenti periodici di interessi (rate) calcolati su una determinata somma di denaro, cd. capitale nozionale, presa a riferimento a scadenze prestabilite. Combinato con un'attività o una passività, uno swap può modificare le caratteristiche di rischio dell'attività o della passività cambiando il cash flow netto. Per esempio, una passività a tasso fisso può essere convertita in una passività a tasso variabile.

L'interest rate swap è costituito da due serie di flussi di cassa di segno opposto. Per calcolare il valore attuale del contratto è necessario individuare con esattezza tali flussi, attualizzarli uno per uno e sommarne poi il valore così ottenuto. Il risultato sarà il valore corrente dello swap.

In evidenza: plain vanilla swap
La cd. plain vanilla swap è, in ambito finanziario, una delle tipologie più diffuse di interest rate swap. Essa consiste in uno swap semplificato con durata fissata in un numero intero di anni e capitale nozionale mantenuto costante per tutta la vita del contratto, in cui uno dei due flussi di pagamenti è basato su un tasso di interesse fisso, mentre l'altro è indicizzato a un tasso di interesse variabile, generalmente il Libor.
In termini operativi viene definito acquirente di un IRS chi corrisponde i pagamenti a tasso fisso e riceve quelli a tasso variabile. In gergo questa posizione si suole definire long swap position, o posizione lunga. Viceversa, venditore è colui che in cambio del tasso variabile riceve il tasso fisso. In tal caso, di contro, si dice che assume una short swap position, o posizione corta. In questi casi il controvalore di ciascun pagamento è dato dal prodotto del capitale nozionale per il tasso fisso contrattualmente stabilito e riferito alla frazione d'anno di pertinenza. Il controvalore al flusso dei pagamenti a tasso variabile corrisponde al risultato del prodotto del capitale nozionale per il tasso variabile fissato alla data di rilevazione indicata nel contratto e riferito alla frazione d'anno di pertinenza.
Le variazioni del tasso variabile, rispetto ai livelli ipotizzati al momento della conclusione del contratto, determinano il profilo di rischio/rendimento del plain vanilla swap.
In definitiva qualora il tasso variabile risulti essere superiore alle aspettative, l'acquirente dello swap, ossia colui che è obbligato a pagare il tasso fisso, maturerà un profitto ed il venditore una perdita, mentre nel caso contrario sarà quest'ultimo a conseguire un profitto.

Currency Swap

I currency swap, letteralmente “scambio di valute”, sono quei contratti in cui una parte si obbliga a pagare una somma corrispondente ad un capitale comprensivo degli interessi espressi in una divisa, mentre l'altra si obbliga a pagare un capitale e interessi espressi in un'altra divisa. Pertanto, come in un interest rate swap si può modificare la natura di un flusso di pagamenti da fisso a variabile, allo stesso modo nel currency swap è possibile modificare la valuta sottostante.

In questa fattispecie di contratti, la caratteristica ricorrente è quella che i flussi di pagamenti sono a tasso variabile e che i capitali nozionali sono scambiati una prima volta all'inizio del contratto e successivamente alla data di scadenza dello swap. Generalmente i due nozionali, denominati in valute diverse, vengono scelti in modo da essere approssimativamente uguali se valutati al tasso di cambio corrente osservato sul mercato alla data di stipula del contratto.

La principale differenza tra un interest rate swap ed un currency swap si ha nel fatto che quest'ultimo richiede non solo lo scambio di pagamenti dei tassi di interesse ma anche lo scambio iniziale, all'inizio dello swap, e finale di un principale alla data di scadenza dello stesso. Ciò determina che essendo i pagamenti fatti dalle parti in valute differenti, gli stessi non vengono compensati fra loro. La principale conseguenza è che in un currency swap l'esposizione di una controparte al rischio di credito dell'altro è molto più ampio.

In relazione infine al fatto che le due parti di un currency swap paghino un tasso di interesse fisso o variabile, la transazione viene classificata come fisso/fisso, variabile/fisso, variabile/variabile currency swap.

Domestic Currency Swap

Il domestic currency swap è una transazione finanziaria per proteggersi dalle fluttuazioni di una valuta estera mediante la quale, due controparti, aventi delle posizioni di uguale ammontare ma di segno opposto nella stessa valuta, annullano i rischi di cambio connessi a tali posizioni.

Generalmente, in un contratto domestic currency swap le controparti sono costituite da un esportatore e da un importatore, i quali desiderano prefissare il valore del tasso di cambio al quale verranno regolati i loro rapporti in valuta. Naturalmente, l'interesse ad intraprendere il contratto è reciproco quando l'esportatore teme una possibile svalutazione del suo credito e l'importatore una rivalutazione del suo debito. I domestic currency swap si differenziano da quelli forward in quanto non vi è lo scambio degli importi valutari sottostanti. Alle scadenze stabilite, le parti si scambiano infatti solamente le differenze che si saranno verificate tra il tasso di cambio effettivo e il tasso di cambio prefissato.

Molto spesso il ricorso al domestic currency swap presuppone l'intermediazione di un operatore bancario o finanziario, il quale, tra l'altro, si assume il rischio di insolvenza di una delle due parti in quanto raramente sul mercato si trovano due controparti con posizioni valutarie esattamente speculari.

Asset Swap

I contratti asset swap sono quelli in cui due parti si obbligano ad effettuare pagamenti periodici reciproci definiti in relazione ad un titolo obbligazionario (asset) detenuto da una di esse e non, come per gli interest rate swap, in relazione ad una semplice somma di denaro. La determinazione dei flussi di cassa corrisposti presuppone quindi l'individuazione di un'obbligazione che, di norma, è a tasso variabile, di modo che attraverso l'asset swap, chi detiene l'obbligazione può scambiare il tasso variabile ad essa collegato con un tasso fisso.

Nel caso in cui l'obbligazione sottostante corrisponde un tasso fisso, il contratto cd. reverse asset swap, può essere utilizzato per sostituire un tasso fisso con uno variabile. In caso di default del titolo obbligazionario, l'acquirente cesserà i pagamenti, mentre il venditore continuerà a corrispondere l'interesse pattuito.

La finalità di questi contratti è oltre a quella di mutare un tasso fisso in un tasso variabile, che li assimila agli interest rate swap, anche quella di una parziale copertura contro il rischio di default di una determinata obbligazione.

Credit Default Swap

I credit default swap (CDS) sono contratti in cui un soggetto definito protection buyer, tramite pagamenti periodici effettuati a favore della controparte c.d. protection seller, si protegge dal rischio di credito associato ad un determinato sottostante denominato reference asset, che può essere costituito da una specifica emissione, da un emittente o da un intero portafoglio di strumenti finanziari. La tipica funzione di questa tipologia di contratto è quella della copertura dei rischi associati ad una determinata attività. I rischi coperti dal credit default swap sono connessi ad alcuni eventi indicati nel contratto, al cui verificarsi si realizzano dei flussi di pagamento fra le parti.

Tali flussi, verificatosi il default, possono avvenire secondo due modalità operative:

  • il protection seller corrisponde alla controparte il valore nominale, ovvero quello contrattualmente definito dello strumento finanziario oggetto del credit default swap, al netto del valore residuo di mercato dello stesso e il protection buyer, di conseguenza, cessa il versamento dei pagamenti periodici;
  • il protection seller corrisponde alla controparte il valore nominale, ovvero quello contrattualmente definito dello strumento finanziario oggetto del credit default swap e il protection buyer, oltre a cessare il versamento dei pagamenti periodici, consegna il reference asset.

Total Return Swap

Infine, i total return swap (TRS) sono contratti in cui un soggetto, c.d. protection buyer, cede alla controparte, c.d. protection seller, l'intero profilo di rischio/rendimento di un sottostante definito reference asset, a fronte di un flusso di pagamenti periodici. Detti pagamenti periodici consistono generalmente in somme di denaro corrispondenti ad un tasso variabile maggiorato di uno spread.

La funzione di questo strumento è la stessa dei credit default swap ossia quella di coprire il rischio connesso ad un titolo benché le modalità per conseguirle sono diverse.

Nei contratti TRS, al verificarsi dell'evento di default, le parti possono pattuire che il protection seller corrisponda alla controparte il controvalore della perdita realizzata, equivalente alla differenza fra valore nominale del titolo e valore residuo di mercato dopo il default, oppure il contratto può prevedere che il protection buyer consegni il titolo oggetto del total return swap al protection seller il quale gli corrisponde il valore nominale, ovvero quello contrattualmente definito, del titolo stesso.

Questa tipologia di contratto prevede come la precedente che venga individuato il capitale nozionale rispetto a cui vengono calcolati i pagamenti a carico del protection seller, generalmente corrispondente al valore nominale del reference asset, l'importo di ciascuno dei suddetti pagamenti, pari al risultato del prodotto di un tasso variabile accresciuto di uno spread per il capitale nozionale, la periodicità di tali pagamenti e la scadenza del contratto medesimo.

Riferimenti

Normativi

  • D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58
  • D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917
  • Consob, Regolamento 29 ottobre 2007, n. 16190

Prassi

  • IFRIC 19 - Estinzione di passività finanziarie con strumenti rappresentativi di capitale

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