Non necessariamente l'elevato livello di spese comporta l'autonoma organizzazione

Non importa che le spese del contribuente siano ingenti, pari ad 1/5 del suo reddito: l'elevato livello di spese non significa che esista il requisito dell'autonoma organizzazione e quindi che si debba pagare l'IRAP. Lo conferma la Corte di Cassazione con l'ordinanza del 7 novembre 2016, n. 22533, accogliendo il ricorso di un contribuente, consulente finanziario.

L'Agenzia delle Entrate ben sapeva che il consulente finanziario in questione era senza dipendenti o collaboratori, lavorava prevalentemente presso la sede dell'unico cliente e usava beni strumentali assai limitati (la sola autovettura, il pc e il telefono cellulare), ma nonostante ciò richiedeva il pagamento dell'IRAP, rafforzata anche dal verdetto del giudice di merito, che aveva ravvisato il presupposto impositivo nelle spese pari a circa 1/5 del reddito.

Tutto ciò è sembrato eccessivo alla Corte di Cassazione. Ed infatti la sentenza n. 9451/2016, emessa a Sezioni Unite, aveva già evidenziato come il presupposto dell'autonoma organizzazione, necessario per assoggettare all'IRAP, ricorre quando il contribuente sia responsabile dell'organizzazione, non inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse, ed impieghi beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile, ricorrendo a lavoro non occasione di terzi che superi la soglia di un solo collaboratore che esplichi mansioni di segreteria o meramente esecutive.

La CTR non poteva, dunque, dedurre la sussistenza dell'autonoma organizzazione basandosi sulle sole “spese e costi” del contribuente. Non solo: mancavano tutti i requisiti che facessero pensare ad un'autonoma organizzazione: il consulente lavorava in una struttura organizzative riferita a terzi e non disponeva certamente di beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile.