Redditometro: presunzione superata se si dimostra l'entità e la durata degli incrementi
10 Febbraio 2016
Per superare la presunzione prevista dal redditometro non basta dimostrare il possesso di redditi esenti o già tassati alla fonte: bisogna anche provare che proprio tali redditi sono stati impiegati per sostenere le spese per incrementi patrimoniali. A dirlo è la Corte di Cassazione, con l'ordinanza del 4 febbraio 2016, n. 2224.
Nel caso in esame, la CTR aveva annullato un avviso di accertamento per IRPEF nei confronti di una contribuente, operato in base agli incrementi patrimoniali dimostrativi della sua capacità di spesa. Secondo le Entrate, la CTR avrebbe dovuto chiedere la dimostrazione che proprio i redditi al centro del contenzioso erano stati usati per incrementi patrimoniali.
I Giudici della Corte hanno ripercorso l'evoluzione giurisprudenziale in merito al caso in esame. Inizialmente, la prova documentale ammessa, a carico del contribuente, era quella della sola disponibilità di redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte e non anche la dimostrazione del loro impiego negli acquisti effettuati: la prima circostanza, da sola, era ritenuta “idonea a superare la presunzione dell'insufficienza del reddito dichiarato in relazione alle spese sostenute”. Tale posizione si è poi affinata, prevedendo che venga presentata la prova documentale che gli ulteriori redditi sono stati utilizzati per coprire le spese contestate, fornendo la documentazione che dimostri l'entità degli eventuali ulteriori redditi e della durata del loro possesso.
La sentenza impugnata accertava che il contribuente aveva provato l'esistenza di redditi già tassati alla fonte preesistenti all'anno in cui si riferiva l'accertamento, ma non conteneva riferimenti in merito all'entità di tali redditi, né alla durata del loro possesso. |