Litispendenza internazionale: limiti all’ammissibilità dei provvedimenti cautelari a tutela dei figli

Paolo Bruno
10 Aprile 2018

Il Tribunale adito si interroga sulle eventuali conseguenze della mancata trascrizione del matrimonio nei registri dello stato civile, nonché sui rapporti tra gli artt. 19 e 20, Regolamento (CE) n. 2201/2003 ed, in particolare, sui presupposti per poter provvedere in via cautelare su una domanda in tema di responsabilità genitoriale laddove si verta in una situazione di litispendenza internazionale.
Massima

La trascrizione nei registri dello stato civile del matrimonio contratto all'estero non costituisce requisito di validità del medesimo, trattandosi di formalità che non assurge ad elemento costitutivo del vincolo. In caso di litispendenza internazionale, una richiesta di adozione di provvedimenti in materia di responsabilità genitoriale tendente a confermare la situazione di fatto non integra il requisito dell'urgenza (che legittima il Giudice ad adottare provvedimenti provvisori a tutela della prole) laddove non sia dimostrato che detta situazione è fonte di pregiudizio per il minore.

Il caso

Una cittadina romena, sposatasi in Romania con un connazionale dal quale ha avuto due figli, adisce dapprima il Giudice romeno con richiesta di scioglimento del matrimonio (non trascritto in Italia) e, successivamente, il Giudice italiano con richiesta di provvedimenti relativi all'affido dei minori, alla regolamentazione dei rapporti padre/figli, all'assegnazione della casa coniugale e alla determinazione del contributo paterno al loro mantenimento. Avanza altresì domanda di trasferimento della competenza ai sensi dell'art. 15, Regolamento (CE) n. 2201/2003 (c.d. Bruxelles II-bis).

Rimanendo contumace il convenuto, la ricorrente produce nel corso del giudizio in Italia un certificato da cui si evince che tra le domande azionate davanti al Giudice romeno vi sono anche quelle di determinazione degli obblighi genitoriali, del domicilio dei minori e dell'assegno di mantenimento.

Il Tribunale di Trento, ravvisata l'esistenza di una litispendenza internazionale e l'insussistenza dei presupposti per disporre provvedimenti provvisori, dispone la sospensione del giudizio ai sensi dell'art. 19, Regolamento (CE) n. 2201/2003.

La questione

Il Tribunale adito si interroga sulle eventuali conseguenze della mancata trascrizione del matrimonio nei registri dello stato civile, nonché sui rapporti tra gli artt. 19 e 20, Regolamento (CE) n. 2201/2003 ed, in particolare, sui presupposti per poter provvedere in via cautelare su una domanda in tema di responsabilità genitoriale laddove si verta in una situazione di litispendenza internazionale.

Le soluzioni giuridiche

In primo luogo, il Giudice stabilisce che la mancata trascrizione del matrimonio nei registri dello stato civile non spiega rilievo alcuno ai fini dell'ammissibilità della domanda, trattandosi di formalità che non è elemento costitutivo del vincolo.

Ed invero, i requisiti posti dall'art. 28, l. n. 218/1995 implicano che lo stesso sia valido, quanto alla forma, se tale è considerato dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento, a nulla rilevando la mancata trascrizione nei registri dello stato civile che, nel nostro ordinamento, svolge mera funzione certificativa e di pubblicità.

Quanto invece alle domande in tema di responsabilità genitoriale, i Giudici rilevano una sostanziale coincidenza tra quelle azionate in Romania e quelle spiegate in Italia, avendo le parti domandato, in entrambi i casi, statuizioni in tema di obblighi di mantenimento, collocamento dei minori e regolamentazione del diritto di visita del genitore non affidatario.

Ciò posto, e rilevata l'esistenza di una fattispecie di litispendenza internazionale ai sensi degli art. 19, Reg. (CE) n. 2201/2003 e art. 12, Reg. (CE) n. 4/2009, il Tribunale di Trento osserva come in tali casi sia preclusa al Giudice tanto l'esame della propria competenza quanto l'adozione di provvedimenti urgenti al di fuori dei casi di cui all'art. 20, Regolamento (CE) n. 2201/2003.

In particolare, le condizioni per l'adozione di un provvedimento urgente sono contenute nell'art. 20, Regolamento (CE) n. 2201/2003, di cui occorre dare una interpretazione restrittiva in quanto costituisce norma eccezionale rispetto al sistema del riparto di competenze previsto da detto strumento di cooperazione giudiziaria.

Laddove la domanda giudiziale sia volta ad una mera conferma della situazione di fatto, e non emergano elementi tali da indurre a ritenere che la situazione stessa comporti un pregiudizio per i minori, i Giudici ritengono che non vi siano i presupposti per l'adozione di provvedimenti interinali e per l'effetto dispongono la sospensione del procedimento, avendo riconosciuto che l'autorità giudiziaria adita per prima è quella romena.

Osservazioni

Con la pronuncia in commento i Giudici trentini fanno buon governo delle norme europee che regolano la litispendenza transfrontaliera ed i rapporti con il potere di adottare provvedimenti urgenti in materia di responsabilità genitoriale.

Occorre infatti osservare che l'art. 20, Regolamento (CE) n. 2201/2003 non fa parte degli articoli che riguardano specificamente la competenza in materia di responsabilità genitoriale, i quali costituiscono la sezione 2 di tale capitolo, ma rientra nella sezione 3 di questo, intitolata «Disposizioni comuni».

Proprio dalla collocazione di questa disposizione nell'architettura del regolamento, si evince che essa non può essere considerata una disposizione che attribuisce competenza di merito ai senti del citato Reg. (CE) n. 2201/2003.

Questa deduzione è corroborata dal tenore dell'art. 20, Reg. (CE) n. 2201/2003, che si limita ad indicare come, in casi di urgenza, le disposizioni del Reg. (CE) n. 2201/2003 «non ostano» a che le autorità giurisdizionali di uno Stato membro adottino taluni provvedimenti provvisori o cautelari previsti dalla legge interna anche se, a norma del Regolamento, è competente a conoscere nel merito l'autorità giurisdizionale di un altro Stato membro.

L'art. 20, Reg. (CE) n. 2201/2003 copre solo provvedimenti adottati da Giudici che non fondino la loro competenza, per quanto attiene alla responsabilità genitoriale, su uno degli articoli compresi nel capitolo II, sezione 2; pertanto, non è unicamente la natura dei provvedimenti che il Giudice può adottare (provvedimenti provvisori o cautelari contrapposti a decisioni di merito) che determina se tali provvedimenti possono rientrare nell'ambito di applicazione dell'art. 20, Reg. (CE) n. 2201/2003 ma piuttosto la circostanza che siano stati adottati da un Giudice la cui competenza non è fondata su un'altra disposizione di detto regolamento.

In tal senso, sicuramente i Giudici italiani sarebbero stati titolati ad adottare provvedimenti urgenti laddove avessero riscontrato l'esistenza delle condizioni legittimanti, ovvero, come sottolineato dalla Corte di Giustizia dell'UE nella causa Purrucker, unicamente nei limiti in cui siano rispettate tre condizioni cumulative, ossia:

1) i provvedimenti considerati devono essere urgenti;

2) devono essere disposti nei confronti di persone situate o di beni presenti nello Stato membro di tali autorità giurisdizionali;

3) devono avere natura provvisoria.

Ne consegue che qualsiasi decisione che non risulti essere stata adottata da un Giudice competente o asseritamente competente nel merito non rientra necessariamente nell'art. 20, Reg. (CE) n. 2201/2003, ma ricade invece nella sfera di questa disposizione solamente quando soddisfa le condizioni da essa previste, tanto è vero che i provvedimenti che ricadono in detto art. 20, Reg. (CE) n. 2201/2003 non rientrano nel novero di quelle decisioni che, in quanto adottate secondo le regole di competenza previste dallo stesso regolamento, beneficiano del sistema di riconoscimento e di esecuzione da esso predisposto.

Giusta, dunque, la decisione di non concedere i richiesti provvedimenti in tema di affido, collocazione dei minori e diritto di visita del padre, una volta constatato che il contenuto di detti provvedimenti avrebbe coinciso con la situazione di fatto già in essere (situazione che, oltretutto, si era consolidata da oltre un anno e non aveva dato luogo a pregiudizio alcuno nei confronti dei figli).

Il Tribunale non si pronuncia, invece, sulla richiesta (pure citata tra quelle presentate dalla ricorrente) di spostamento della competenza giurisdizionale ai sensi dell'art. 15, Reg. (CE) n. 2201/2003.

Richiesta che, ad ogni modo, avrebbe dovuto essere rigettata dal momento che nel caso di specie l'art. 15, Reg. (CE) n. 2201/2003 è stato invocato dalla ricorrente in modo errato: trattandosi infatti di norma che consente lo spostamento della competenza di merito in materia di (sola) responsabilità genitoriale, essa avrebbe tutt'al più potuto essere presentata al Giudice italiano (competente in virtù della residenza dei minori in Italia) in favore di quello romeno – una volta dimostrata l'esistenza di un legame particolare tra i minori e la Romania – mentre invece emerge dal provvedimento in commento che la ricorrente ha domandato al Giudice italiano di richiedere a quello romeno il predetto spostamento della competenza.

Poiché l'unica competenza di merito del Giudice romeno era quella in materia matrimoniale, per la quale non esiste una norma analoga, va da sé che l'art. 15 Reg. (CE) n. 2201/2003 non avrebbe potuto essere invocato.

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