Nessuna imposizione IRAP anche se viene corrisposto un compenso elevato a terzi

La Redazione
10 Settembre 2018

L'entità, anche elevata, del compenso corrisposto dal contribuente ad un altro professionista non fa scattare automaticamente l'imposizione IRAP: lo ha ricordato la Corte di Cassazione con la recente ordinanza del 7 settembre 2018 n. 21762.

L'entità, anche elevata, del compenso corrisposto dal contribuente ad un altro professionista non fa scattare automaticamente l'imposizione IRAP: lo ha ricordato la Corte di Cassazione con la recente ordinanza del 7 settembre 2018 n. 21762. Con essa, i Supremi Giudici hanno accolto il ricorso di un contribuente, di professione geometra, destinatario di tre avvisi di accertamento a fini IRAP relativi agli anni 2007, 2008 e 2009.

Nel caso esaminato dalla Cassazione, i giudici erano chiamati a valutare il ricorso avverso la sentenza di merito con la quale era stato ritenuto integrato il requisito dell'autonoma organizzazione sulla base di un solo elemento, vale a dire l'entità dei compensi corrisposti a terzi in ciascuno degli anni oggetto di accertamento, riferiti a prestazioni estranee alle competenze professionali del contribuente.

I Supremi Giudici hanno ricordato che l'entità, anche elevata, del compenso corrisposto dal contribuente ad un altro professionista non fa autonomamente scattare l'imposizione IRAP, l'essere i compensi oggettivamente riferiti ad attività che vanno oltre le competenze professionali del geometra, poi, era ulteriore conferma della genuinità della doglianza del contribuente. Pertanto, i giudici romani hanno accolto il ricorso del contribuente e cassato la sentenza impugnata.

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