Patteggiamento. La verifica sulla legalità della pena deve coinvolgere il computo delle circostanze

Redazione Scientifica
29 Marzo 2019

Nel ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento avente a oggetto l'illegalità della pena – ai sensi dell'art. 448, comma 2-bis, introdotto dalla l. 103/2017 – oltre al giudizio di congruità della pena, risultante dall'accordo finale, occorre compiere anche una verifica di legalità nella parte relativa al procedimento di computo ossia della correttezza dell'applicazione e comparazione delle circostanze...

Nel ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento avente a oggetto l'illegalità della pena – ai sensi dell'art. 448, comma 2-bis, introdotto dalla l. 103/2017 – oltre al giudizio di congruità della pena, risultante dall'accordo finale, occorre compiere anche una verifica di legalità nella parte relativa al procedimento di computo ossia della correttezza dell'applicazione e comparazione delle circostanze al fine di accertare che i relativi aumenti e diminuzioni di pena siano conformi ai criteri legali.

In questo senso si è espressa Cass. pen., Sez. III, 10 ottobre 2018 (dep. 21 marzo 2018), n. 12691, che ha così specificato il principio consolidato in giurisprudenza a favore dell'irrilevanza degli eventuali errori di calcolo commessi nel determinare la sanzione concordata e applicata dal giudice, salvo che il risultato finale non si traduca in una pena illegale, secondo cui: «benché la valutazione di congruità della pena concordata dalle parti debba essere compiuta dal giudice in relazione alla pena finale, cioè con riferimento al risultato finale dell'accordo, indipendentemente dai singoli passaggi interni di computo, in quanto è unicamente il risultato finale che assume valenza quale espressione ultima e definitiva dell'incontro della volontà delle parti».