Aumento di capitale: la società non può imporre al socio il conferimento di un determinato bene
02 Luglio 2020
Ferma restando l'ammissibilità, in generale, del conferimento in natura in sede di aumento di capitale e ferma restando la possibilità di strutturare l'operazione nel senso che è rimesso al socio partecipare all'aumento conferendo, alternativamente e a sua scelta, un bene ovvero il denaro corrispondente al valore economico di quello (sulla base della perizia redatta con riferimento), i limiti di una tale opzione devono essere rintracciati nella impossibilità di disporre un aumento di capitale scindibile e nella possibilità per gli altri soci di esercitare la prelazione sull'inoptato. Infatti, qualora sia disposto dall'assemblea che un determinato socio possa partecipare all'aumento mediante conferimento di uno specifico bene di proprietà del socio medesimo, ma a tale operazioni non si ricolleghi, per gli altri soci, la possibilità di acquistare l'inoptato mediante versamenti in denaro e, più in generale, non si ricolleghi l'efficacia dell'intera operazione in caso di diniego del socio a conferire quello specifico bene, appare del tutto evidente come, al rifiuto del socio, non conseguirebbe nessun tipo di svantaggio. |