La Relazione del Massimario sul decreto di attuazione della direttiva DRM
05 Ottobre 2020
L'Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, con la Relazione n. 73, ha analizzato gli strumenti introdotti dal D.Lgs. n. 49/2020 di attuazione della direttiva (UE) 2017/1852, nota come direttiva DRM (Dispute Resolution Mechanism). La Direttiva prevede la predisposizione di una procedura amichevole (Mutual Agreement Procedure, “MAP”) in combinazione con una (eventuale) fase arbitrale, istituendo così un meccanismo non giurisdizionale, vincolante e con obbligo di risultato, di risoluzione amministrativa delle controversie tra Stati membri derivanti dall'interpretazione e applicazione di Accordi e Convenzioni per l'eliminazione della doppia imposizione.
Come sottolinea la Relazione n. 73 «La direttiva DRM riprende l'impianto della vigente Convenzione sull'arbitrato dell'Unione, riproponendone i seguenti steps fondamentali:
Ma rispetto alla Convenzione arbitrale, la direttiva DRM mira a superarne i limiti e le criticità operative riscontrate dalla Commissione europea25 e dalle imprese26, con particolare riguardo all'accesso alla procedura da parte dei contribuenti, alla sua effettiva conclusione, alla sua eccessiva durata, allo scarso ricorso all'arbitrato e all'ambito di applicazione limitato».
Fonte: www.dirittoegiustizia.it |