Il bilancio sociale è quel documento pubblico che funge da collegamento tra un'organizzazione ed i suoi stakeholder, in quanto strumento di rendicontazione e di comunicazione, nel quale i soggetti interessati possono reperire informazioni quantitative e qualitative inerenti alle attività d'impresa. Attraverso il bilancio sociale, quindi, l'impresa può far conoscere tutti gli aspetti che non risultano dalle scritture classiche ed istaurare un dialogo con i propri stakeholder, volto al continuo miglioramento e ad una diffusione della responsabilità sociale. La redazione del bilancio sociale è obbligatoria solo per le imprese sociali e per le fondazioni bancarie, mentre rimane facoltativa per il resto dei soggetti.Non esiste una struttura predefinita per il bilancio sociale, contrariamente a quello civilistico, ma nel corso degli anni sono stati sviluppati diversi modelli.
Inquadramento
Il bilancio sociale è uno strumento di accountability per le imprese, gli enti no profit e la Pubblica Amministrazione (PA) che operano in un'ottica di responsabilità sociale. È un documento indipendente, che va presentato unitamente alle altre scritture contabili obbligatorie in modo da fornire un'informazione completa.
Pensare al bilancio sociale come ad un mero documento potrebbe sminuire la sua rilevanza, poiché il suo ruolo non si esaurisce con la consultazione, ma anzi deve essere uno stimolo per gli stakeholder a partecipare attivamente alle decisioni aziendali e a promuovere iniziative volte al miglioramento dell'attività dell'organizzazione. Il bilancio sociale va oltre l'esposizione di dati e numeri, in quanto esprime i valori, gli obiettivi e le prospettive future dell'ente; deve essere considerato come un dialogo tra gli stakeholder e l'intera organizzazione.
Nasce come risposta all'esigenza di colmare il gap informativo derivante dal solo utilizzo del bilancio d'esercizio.
Obiettivi e possibili vantaggi
Uno dei primi passi da compiere nella rendicontazione consiste nel definire gli obiettivi che si perseguono con la redazione del bilancio e i soggetti destinatari, perché descrivendo un'entità dinamica in continuo cambiamento, ogni anno può considerare nuovi aspetti e nuovi soggetti. Comunque i soggetti destinatari altro non sono che gli stakeholder dell'organizzazione, cioè l'insieme di coloro che hanno un rapporto con essa, perciò si parla di: soci, personale dipendente, finanziatori, clienti, fornitori, PA e gli abitanti del territorio in cui si opera.
Tra gli obiettivi che stanno alla base della rendicontazione sociale possiamo ritrovare:
La presentazione dell'organizzazione per evidenziare i principi e i valori che la guidano l'organizzazione e le azioni che si intendono attuare nel rispetto degli stessi;
l'indicazione dell'impatto dell'organizzazione sul territorio;
il rafforzamento dell'immagine;
la comunicazione del proprio operato agli stakeholder.
I possibili vantaggi sono numerosi, i più importanti sono così riassumibili: miglioramento del rapporto con le diverse categorie di stakeholder, radicamento nel territorio e soddisfacimento dell'esigenza di informazione dei potenziali investitori.
Nonostante non esista uno schema predeterminato, sono stati sviluppati modelli di bilancio sociale, che si basano su principi specifici (vedi infra), ma è comunque possibile individuare dei valori generali che devono comunque essere rispettati dalla rendicontazione:
Trasparenza: ogni lettore deve poter essere in grado di leggere il documento;
Coerenza: l'organizzazione con i propri comportamenti deve rispettare quanto indicato nel bilancio;
Neutralità: il documento deve essere imparziale e indipendente;
Inclusione: devono ricomprendersi le opinioni e le iniziative suggerite dagli stakeholders, indicando anche il perché dell'eventuale esclusione di alcune di esse;
Competenza di periodo, periodicità e comparabilità tra bilanci riferiti a periodi differenti.
L'assenza di una legge che obbliga la redazione del bilancio sociale, fatta eccezione per le imprese sociali (prevista dall'articolo 9 del D.Lgs. 112/2017) e per le fondazioni bancarie (art. 9 D.Lgs.153/1999, ma in questo caso si parla di Bilancio di missione), ha portato negli anni alla pubblicazione da parte di diverse istituzioni di linee guida da seguire durante la stesura del documento e anche alla formulazione di modelli. Per quanto riguarda l'Italia, nel 2006 è stata presentata la “Direttiva del ministro della Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale delle amministrazioni pubbliche”, a cui è seguito il documento “Rendere conto ai cittadini (Progetto Cantieri)” nel quale vengono specificate tutte le informazioni necessarie alla redazione del bilancio sociale per le P.A. Successivamente alla presentazione del framework della Global Reporting Initiative (GRI), sono state pubblicate “Le linee guida per la redazione del Bilancio Sociale delle Organizzazioni non profit” a cura dell'Agenzia per le ONLUS (inglobata successivamente nel Ministero del Welfare). Ancor prima, il Ministero del lavoro e Politiche sociali nel 2002 ha avviato il progetto Corporate Social Responsibility – Social Commitment, finalizzato alla diffusione della responsabilità sociale d'impresa ed in particolare nelle piccole medie imprese (vedi infra).
Passiamo quindi ad analizzare i framewoks di rendicontazione più diffusi che facilitano la redazione del bilancio sociale per le organizzazioni, ma che permettono soprattutto di effettuare un confronto tra i diversi soggetti usufruitori.
Il modello Gruppo di studio per il Bilancio Sociale (GBS)
Il modello proposto dal GBS si suddivide in cinque punti:
1) Identità aziendale e contesto: si deve indicare l'assetto istituzionale, i valori di riferimento (eventuale Codice etico e attività dell'Organismo di Vigilanza), mission, strategie e politiche ed aree di intervento.
2) Riclassificazione dei dati contabili e calcolo del Valore Aggiunto (V.A.): ulteriore suddivisione in
Prospetto di determinazione del V.A.;
prospetto di riparto del V.A.;
prospetto per aree di intervento
In evidenza: - Prospetto di determinazione del V.A. globale
A) Valore della produzione
Ricavi delle vendite e delle prestazioni
- rettifiche di ricavo
Variazioni delle rimanenze di prodotti incorso di lavorazione, semilavorati e finiti
Variazioni delle rimanenze dei prodotti in corso su ordinazione
Altri ricavi e proventi
Ricavi per produzioni atipiche
B) Costi intermedi della produzione
Consumi MP, materie sussidiare, materie di consumo e Costi di acquisto merci
Costi per godimento di beni di terzi
Accantonamenti
Oneri diversi di gestione
V.A. CARATTERISTICO LORDO
C) Componenti accessori e straordinari
Saldo gestione accessoria
Saldo gestione straordinaria
V.A. GLOBALE LORDO
- Ammortamenti
V.A. GLOBALE NETTO
In evidenza: Prospetto del riparto del VA
REMUNERAZIONE DEL PERSONALE
Personale non dipendente
Remunerazioni dirette
Remunerazioni indirette
Quote di riparto del reddito
REMUNERAZIONE DELLA PA
Imposte dirette
Imposte indirette
- Sovvenzioni in c/esercizio
REMUNERAZIONE DEL CAPITALE DI CREDITO
Oneri per capitali a b/t
Oneri per capitale a l/t
REMUNERAZIONE DEL CAPITALE DI RISCHIO
Dividendi
REMUNERAZIONE DELL'AZIENDA
Variazioni riserve
LIBERALITA'
AMBIENTE
VA GLOBALE NETTO
3) Relazione socio-ambientale: la quale si divide in:
3.1 Relazione sociale: vengono presentati gli indicatori utilizzati per la valutazione dei risultati raggiunti per i diversi stakeholders, attraverso l'uso di una matrice in cui è evidenziata l'area di intervento. Dalla lettura della relazione i soggetti interessati devono riuscire a comprendere i principi guida dell'organizzazione e risultati raggiunti.
Aree di intervento
Categorie stakeholder
Soci
Clienti
PA
Fornitori
Dipendenti
3.2 Relazione ambientale: rientrano in essa informazioni a carattere economico-finanziario (considerando la Raccomandazione 2001/453/CE), qualitativo e quantitativo.
4) Sezioni integrative: in questa parte vanno inserite tutte le informazioni che permettono una miglior comprensione delle sezioni precedenti. In particolare, il GBS include in questa parte le valutazioni e opinioni degli stakeholder e gli obiettivi di miglioramento del bilancio sociale che l'organizzazione perseguirà nella redazione del successivo bilancio.
Il modello Global Reporting Initiative (GRI)
Il frameworkproposto da GRI si suddivide in tre sezioni:
Reporting di sostenibilità;
supplementi di settore: questa sezione spiega e specifica come applicare le linee guida nei diversi settori, fornendo anche i particolari indicatori di performance da utilizzare;
protocolli tecnici: vanno ad integrare le prime due sezioni fornendo informazioni sul procedimento attuato per la redazione.
Reporting di sostenibilità
Questa prima sezione può essere suddivisa ancora in due parti: nella prima verranno specificati i principi e gli obiettivi che stanno dietro la redazione del bilancio sociale e il livello di coinvolgimento degli stakeholder, nella seconda vengono illustrati:
Strategia e profilo: si descrive il contesto nel quale opera l'impresa;
modalità di gestione delle diverse aree;
gli indicatori di performance: offrono informazioni sugli effetti ambientali, sociali ed economici dell'organizzazione. La lettura di questa parte dovrà essere integrata con i supplementi di settore e i protocolli tecnici.
E' necessario approfondire la parte sugli indicatori, poiché qui è possibile trovare i risultati conseguiti dall'organizzazione. Il Reporting contiene indicatori di tipo economico, ambientale e sociale (TRIPLE BOTTON LINE) e ogni categoria è composta da Indicatori Core e Additional. Gli Indicatori Core sono così definiti perché sono utilizzabili da tutte le diverse organizzazioni, rappresentando infatti i risultati delle attività principali e sono stati creati attraverso processi multi-stakeholder e quindi attenti all'esigenze dei diversi soggetti. Gli Indicatori Additional, ugualmente importanti, sono però rilevanti a seconda dell'attività svolta dall'organizzazione. Ogni Indicatore è individuato con una sigla, così da rendere più agevole la sua individuazione all'interno del bilancio.
Nelle seguenti tabelle sono rappresentati alcuni degli indicatori proposti dal GRI
Indicatori economici
Performance economica
Presenza sul mercato
Impatti economici indiretti
Core
Valore economico direttamente generato e distribuito (EC1)
Politiche percentuale di spesa concentrata su fornitori locali in relazione alle sedi operative (EC6)
Sviluppo e impatto di investimenti in infrastrutture e servizi forniti principalmente per “pubblica utilità”, attraverso impegni commerciali, donazioni di prodotti/servizi, attività pro bono (EC8)
Implicazioni finanziarie e altri rischi e opportunità per l'organizzazione dovuti ai cambiamenti climatici (EC2)
Procedure di assunzione di persone residenti e percentuale dei senior manager assunti nella comunità locale (EC7)
Finanziamenti ricevuti dall PA (EC4)
Additional
Rapporto tra lo stipendio standard dei neoassunti e lo stipendio minimo locale nelle sedi operative più significative (EC5)
In evidenza: Come utilizzare l'indicatore EC1
Valore aggiunto globale
x
x+1
A) Valore della produzione
B) Costi della produzione
Valore aggiunto caratteristico lordo
C) Gestione Finanziaria
D) Gestione accessoria e straordinaria
VA globale lordo
Svalutazioni e ammortamenti
VA globale netto
Distribuzione VA
x
x+1
Remunerazione personale
Stipendi e salari
Benefici post- lavoro
Altri costi
Remunerazione capitale di rischio
Dividendi distribuiti
Profitti attribuibili a soci di minoranza
Remunerazione capitale di credito
Remunerazione PA
Imposte dirette
Imposte indirette
Oneri sociali
Remunerazione comunità locale
Imposte locali dirette
Sponsorizzazioni
Donazioni
Remunerazione azienda
Riserve
Ammortamenti e svalutazioni
VA globale lordo
Indicatori ambientali
Materie prime
Energia
Biodiversità
Emissioni, scarichi, rifiuti
Prodotti e servizi
Trasporti
Core
MP utilizzate per peso o volume (EN1)
Consumo diretto di energia suddiviso per fonte energetica primaria (EN3)
Localizzazione e dimensione dei terreni posseduti, affittati, o gestiti in aree protette o in aree ad elevata biodiversità esterne alle aree protette (EN11)
Emissioni totali dirette e indirette di gas ad effetto serra per peso (EN16)
Iniziative per mitigare gli impatti ambientali dei prodotti e servizi e grado di mitigazione dell'impatto (EN26)
Descrizione dei maggiori impatti di attività, prodotti e servizi sulla biodiversità di aree protette o aree ad elevata biodiversità esterne alle aree protette (EN12)
Peso totale dei rifiuti per tipologia e per metodi di smaltimento (EN22)
Percentuale dei prodotti venduti e relativo materiale di imballaggio riciclato o riutilizzato per categoria (EN 27)
Additional
Risparmio energetico dovuto alla conservazione e ai miglioramenti in termini di efficienza (EN5)
Peso dei rifiuti classificati come pericolosi in base alla Convenzione di Basilea che sono trasportati, importati, esportati o trattati e loro percentuale trasportata all'estero (EN24)
mpatti ambientali significativi del trasporto di prodotti e beni/materiali utilizzati per l'attività dell'organizzazione e per gli spostamenti del personale (EN29)
In evidenza: Come utilizzare l'indicatore EN26 (impresa produttrice di energia e calore)
Investimenti ambientali
(in milioni di euro)
Settore energetico
Settore riscaldamento
Effettuati da imprese appartenenti al network
Totale
Riduzione emissioni
Energie rinnovabili
Innovazioni
Totale
Indicatori sociali
Pratiche di lavoro e condizioni di lavoro
Diritti umani
Società
Responsabilità di prodotto
Core
Numero totale dei dipendenti, suddiviso per tipologie, tipo di contratto e distribuzione territoriale (LA1)
Numero totale di episodi legati a pratiche discriminatorie e azioni intraprese (HR4)
Percentuale e numero di divisioni interne monitorate per rischi legati alla corruzione (SO2)
Tipologia di informazioni relative ai prodotti e servizi richiesti dalle procedure e percentuale di prodotti e servizi significativi soggetti a tali requisiti informativi (PR3)
Tasso di infortuni sul lavoro, di malattia, di giornate di lavoro perse, assenteismo e numero totale di decessi, divisi per area geografica (LA7)
Posizioni sulla politica pubblica, partecipazione allo sviluppo di politiche pubbliche e pressioni esercitate (SO5)
Programmi di conformità a leggi, standard e codici volontari relativi all'attività di marketing incluse la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione (PR6)
Composizione degli organi di governo dell'impresa e ripartizione dei dipendenti per categoria in base a sesso, età, appartenenza a categorie protette e altri indicatori di diversità (L13)
Additional
Ore totali di formazione dei dipendenti su politiche e procedure riguardanti tutti gli aspetti dei diritti umani rilevanti per l'attività dell'organizzazione e percentuale dei lavoratori formati (HR3)
Totale dei contributi finanziari e benefici prestati a partiti, politici e relative istituzioni per Paese (SO6)
Pratiche relative alla customer satisfaction, inclusi i risultati delle indagini volte alla sua misurazione (PR5)
In evidenza: Come utilizzare l'indicatore LA1
Uomini
Donne
Totale
%
Senior Manager
Middle Manager
Impiegati
Operai
Lavoratori con contratto a tempo indeterminato
Lavoratori con contratto a tempo determinato e apprendisti
Lavoratori con contratti esteri
TOTALE
Di questi, i lavoratori a part-time
Assunzioni per tipo di contratto
Dal 1° luglio 2018 sarà possibile adottare il nuovo modello di rendicontazione sociale proposto dalla Global Reporting Initiative, la quale nel 2016 ha pubblicato i nuovi standard, alcuni dei quali sono ancora de definirsi, che prevedono una riformulazione delle linee guida precedentemente illustrate. Le principali novità sono le seguenti:
- i precedenti manuali sono sostituiti da 36 documenti chiamati standard, ognuno dei quali dedicato ad un apposito argomento. Gli Standard sono divisi in 4 categorie:
Standard universali: serie 100;
Standard economici: serie 200;
Standard ambientali: serie 300;
Standard sociali: serie 400.
- Gli indicatori sono ora chiamati disclosure;
- Gli Standard riportano con maggiore chiarezza ciò che deve essere indicato obbligatoriamente (verbo “shall”) da quello che è invece facoltativo (verbo “should”);
- È possibile applicare i singoli Standard anche ai documenti diversi dal Report di sostenibilità;
- Chi utilizza gli Standard dovrà comunicarlo al GRI al fine di migliorare le prossime pubblicazioni.
Il modello AccountAbility1000 (AA1000)
Il framework AA1000, frutto del lavoro dell'Institute of Social and Ethical Accountability (ISEA), deve essere utilizzato dalle organizzazioni per migliorare la gestione e la comunicazione, al fine di creare un rapporto trasparente con gli stakeholder. Può essere utilizzato in due modi o come valutazione della qualità degli standard di accountability o come standard di processo per la gestione. Nel secondo caso ci è fornito un processo di 5 fasi:
Pianificazione: si individuano i valori, gli obiettivi e gli stakeholder dell'organizzazione;
accounting: si individuano gli obiettivi del documento, si raccolgono le informazioni e si individuano gli indicatori idonei a rappresentare nel modo più veritiero la propria performace; analizzato il tutto, si formula un piano per lo sviluppo futuro;
auditing e reporting: stesura del bilancio e comunicazione del risultato;
integrazione: AA1000, per rispetto del principio di completezza, deve essere perfezionato attraverso gli elementi del GRI, del Social Accountability 8000 (SA8000) ecc.;
impegno verso gli stakeholders: durante l'intero processo questi soggetti devono essere parte attiva o comunque costantemente informati.
Bisogna sottolineare che a differenza dei precedenti modelli, l'AA1000 non pone uno schema da seguire, ma solo dei principi da rispettare nel corso della gestione e della redazione del bilancio. Questi sono:
Principio di inclusività: gli stakeholders devono essere parte attiva nel processo di sviluppo e raggiungimento della sostenibilità, nell'evidenziare problemi e trovare soluzioni, ma comunque l'organizzazione deve mantenere la propria autonomia; bisogna quindi trovare un equilibrio tra le loro necessità e i modi di soddisfarle.
Principio di materialità: bisogna individuare le problematiche relative al perseguimento della sostenibilità per la propria organizzazione.
Principio di responsiveness: in questo concetto sono ricomprese tutte le azioni e le decisioni poste in essere per affrontare le problematiche riscontrate dagli stakeholders e come si reagisce alle stesse.
Il modello AA1000 prevede anche che il rendiconto sia poi revisionato da un soggetto esterno, garantendo così quanto riportato nel rendiconto. L'auditor quindi verificherà se l'organizzazione ha seguito un processo socialmente responsabile, se è capace di misurare i risultati e di porre in essere i miglioramenti proposti dai portatori di interesse.
Il Social Statement (Progetto Corporate Social Responsibility – Social Commitment)
Questo documento si divide in due parti: la prima dedicata alla descrizione dell'azienda, la seconda contente un set di indicatori valutativi della performance aziendale. Il set di indicatori può variare da impresa ad impresa perché deve essere adattato alle caratteristiche aziendali, inoltre è possibile includerci anche quegli indicatori utilizzati nei modelli precedentemente analizzati. Gli indicatori utilizzati sono suddivisi in comuni/addizionali e quantitativi/qualitativi e vanno raggruppati prima in un'area tematica e successivamente nella categoria di stakeholder a cui si riferiscono.
In evidenza: Esempio suddivisione indicatori
CATEGORIA
RISORSE UMANE
AREA TEMATICA
PARI OPPORTUNITA'
INDICATORE
Politiche verso le persone con disabilità e le minoranze in genere
Comune/Addizionale
C
Qualitativi
SI'
Quantitativi
SI'
COMMENTO ESPLICATIVO
Comprende tutti gli aspetti legati alle minoranze sia con riferimento al personale sia con riferimento alla struttura
MODALITA' DI MISURAZIONE
- costi sostenuti totali
- iniziative a loro favore
DOCUMENTAZIONE DI SUPPORTO
In evidenza: SA8000
È doveroso menzionare SA8000 perché a differenza dei modelli descritti in precedenza, SA8000 è uno standard di processo, non offre, quindi, uno schema per la redazione del bilancio sociale, ma bensì dei principi da rispettare durante l'intera gestione e se rispettati, consentono di ricevere una certificazione attestante il corretto utilizzo. Affinché ciò si verifichi è necessario che gli stakeholders partecipino alla gestione dell'organizzazione, così che si possa mantenere attiva una crescita sostenibile e quindi socialmente responsabile. Trova le sue radici nella Dichiarazione Universale dei diritti umani, nei documenti ILO e nelle legge nazionali.
Le novità introdotte dal Codice del Terzo settore
Il Codice del Terzo settore (D.Lgs. n. 117/2017), emanato in attuazione della Legge delega n. 106/2016, ha riunito e riorganizzato la disciplina degli Enti del Terzo settore (ETS), per i quali comunque dovranno essere emanati specifici decreti legislativi.
Un punto cardine della riforma è rappresentato sicuramente dalla maggior trasparenza che gli ETS devono avere nei confronti del pubblico, soprattutto in tema di erogazioni ricevute. Per conseguire l'obiettivo, il Legislatore ha pensato al bilancio sociale, con il quale gli ETS potranno meglio rendicontare la propria attività. Innanzitutto, l'art. 13 del D.Lgs. n. 117/2017 prevede che gli enti redigano il bilancio di esercizio formato da:
- stato patrimoniale,
- rendiconto finanziario, con l'indicazione dei proventi e degli oneri
- relazione di missione, paragonabile ad una relazione sulla gestione, nella quale vengono illustrati l'andamento economico e finanziario dell'ente e le modalità di perseguimento degli obiettivi statutari.
Per quegli ETS i cui proventi sono inferiori a € 220.000 è prevista la possibilità di redigere il bilancio sotto forma di rendiconto finanziario per cassa. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali dovrà predisporre la modulistica, tramite cui gli ETS potranno adempiere e a tali obblighi.
All'art. 14, invece si parla proprio di bilancio sociale ma è riservato unicamente agli ETS con entrate superiori a un milione di euro, mentre agli enti con ricavi superiori a 100 mila euro è richiesto di comunicare (e pubblicare annualmente) tramite il proprio sito i compensi erogati agli organi di amministrazione, ai dirigenti e agli associati. Nel documento del 18.04.2018, la FNC ricorda che occorre attendere un decreto recante i criteri di redazione del bilancio sociale, che tengano in considerazione, tra gli altri elementi, la natura dell'attività esercitata e delle dimensioni dell'ente, anche ai fini della valutazione dell'impatto sociale delle attività svolte. Pertanto, fintanto che il decreto non sarà emanato, non vi è l'obbligo di predisporre il documento; qualora, poi il regolamento dovesse essere pubblicato prima dell'operatività del registro unico degli enti del terzo settore, solamente gli ETS di maggiori dimensioni dovranno redigere il bilancio sociale. La comunicazione imposta agli enti con ricavi superiori a 100 mila euro, invece, è già operativa.
Il bilancio di esercizio e il bilancio sociale devono essere depositati entro il 30 giugno di ogni anno.
In evidenza: Imprese sociali
Nell'ipotesi di impresa sociale di cui al D.Lgs. 112/2017, l'articolo 9 prevede espressamente l'obbligo di redazione del bilancio sociale, il quale dovrà poi essere depositato presso il registro delle imprese. Come specificato dal DM 16.03.2018, il documento può essere già predisposto seguendo le linee guida dettate dal DM 24.01.2008 fintanto che non sarà emanato l'apposito decreto.
Riferimenti
Normativi
DM Mise 16.03.2018
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo Settore)