Crediti deteriorati delle banche: in discussione quattro disegni di legge

26 Ottobre 2023

Sono in discussione in Parlamento quattro disegni di legge in materia di crediti deteriorati, finalizzati a individuare un percorso che consenta ai debitori di tornare in bonis, mediante il pagamento di un importo parametrato alla propria insolvenza.

I crediti deteriorati (sofferenze e UTP) ammontano in Italia a circa 350 miliardi di euro. Le conseguenze di questa ormai endemica situazione sono soprattutto rischi per la stabilità ed efficienza del sistema bancario ma anche il concreto pericolo che i debitori siano espropriati, in sede esecutiva, dei propri beni (oltre ad essere, più in generale, pregiudicati nell’accesso al credito).

Allo scopo di arginare questi effetti, sono in discussione in Parlamento quattro disegni di legge (AC 843, AS 4141, AS 669 e AC 1246), tutti tendenzialmente finalizzati (sintetizzando) a individuare un percorso che consenta ai debitori di tornare in bonis, mediante il pagamento di un importo parametrato alla propria insolvenza.

I disegni di legge, variamente articolati e con significative differenze strutturali tra di loro, hanno accesso il dibattito tra gli ‘addetti ai lavori’. Generalmente bene accolti, come intuibile, dalla clientela bancaria, hanno suscitato le critiche delle società di cartolarizzazione, dei servicer e delle aziende specializzate nel recupero dei crediti, preoccupate che la normativa in discussione possa minare il (lucroso) mercato dei crediti deteriorati da loro gestito.

In questa sede, basti rilevare che un ddl (AC 843) disciplina solo i crediti deteriorati già ceduti dalle banche alle società di cartolarizzazione, ove invece un altro (AC 1246) - tecnicamente meglio architettato - intende regolamentare, più opportunamente, anche i crediti deteriorati ancora non ceduti (dunque ancora nei bilanci delle banche). Il primo dei ddl citati prevede limiti di importo del debito estinguibile e requisiti soggettivi particolari, che dai primi commentatori sono stati censurati di incostituzionalità; i predetti vincoli non sono invece contemplati dal ddl AC 1246, che prospetta modalità operative (proposta transattiva del debitore al creditore) meglio strutturate.

Al momento, nulla lascia presagire che l’iter legislativo si concluderà in tempi brevi.

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