Risarcimento del danno per licenziamento illegittimo e aliunde percipiendum del lavoratore appartenente alle categorie protette

Teresa Zappia
23 Novembre 2023

Il giudice può detrarre d’ufficio l’aliunde percipiendum del lavoratore che, in quanto appartenente alle categorie protette, avrebbe potuto trovare più facilmente un’occupazione post licenziamento.

Nel caso in cui il licenziamento sia stato dichiarato illegittimo, il giudice può procedere d'ufficio a detrare dal risarcimento del danno l'aliunde perceptum o percipiendum anche se il datore non abbia avanzato alcuna richiesta in tal senso in via di eccezione e tenuto conto che il lavoratore rientrava nelle categorie protette?

Nei giudizi di impugnativa di un licenziamento, l'aliunde perceptum o percipiendum è rilevabile anche d'ufficio, e non necessariamente in primo grado, ogniqualvolta le relative circostanze di fatto siano state ritualmente acquisite al processo, nel senso che: se la circostanza si configura come fatto sopravvenuto, essa sia stata dedotta nel primo atto difensivo successivo; quando la circostanza risulta già agli atti di causa, invece, essa non incontra preclusioni di sorta in merito alla sua rilevabilità.

Ciò discende dalla considerazione che l'aliunde perceptum (o percipiendum) non integra un'eccezione in senso stretto e, pertanto, è rilevabile dal giudice anche in assenza di un'eccezione di parte in tal senso, ovvero in presenza di un'eccezione intempestiva, purché, come sopra precisato, la rioccupazione del lavoratore illegittimamente licenziato costituisca oggetto di allegazione in fatto ritualmente acquisita al processo, anche se per iniziativa del lavoratore stesso e non del datore. il fatto che il lavoratore rientri nelle categorie protette, infine, rafforzerebbe la sua occupabilità in seguito al licenziamento, potendosi presumere che, ove si fosse tempestivamente iscritto nelle liste speciali di collocamento, sarebbe stato destinatario del collocamento mirato previsto dall'art. 2 l. n. 68/1999.

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