Locazioni brevi: più trasparenza e responsabilità
07 Marzo 2024
Giovedì scorso è stato approvato in via definitiva il nuovo regolamento sugli affitti brevi con 493 voti a favore, 14 contrari e 33 astenuti. Sono state così definite le nuove modalità di raccolta e condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione a breve termine previamente concordati con i governi degli Stati membri. Il regolamento vuole promuovere un’economia delle piattaforme di affitti brevi cosicché sia promossa la trasparenza e la responsabilità anche nell’ottica di tutelare i consumatori dalle offerte fraudolente relative agli affitti brevi. Per quanto riguarda quelle piattaforme online che facilitano gli affitti brevi per quelle proprietà che dichiarano di trovarsi in quei paesi, come l’Italia, dove è già in vigore un processo di registrazione, dovranno rispettare i nuovi obblighi di registrazione e di condivisione dei dati. Con una semplice procedura di registrazione online, infatti, le autorità competenti potranno identificare sia l’ospite, sia l’unità e poterne identificare le informazioni. Le piattaforme online dovranno anche garantire che le informazioni rilasciate dai locatori siano affidabili e complete e sia ben visibile il numero di registrazione. Le autorità competenti potranno procedere a sospendere i numeri di registrazione, chiedere che vengano rimossi dalle piattaforme gli annunci illegali oppure potranno imporre sanzioni sia alle piattaforme sia ai locatori non conformi. Sarà istituito un unico punto di accesso digitale comune a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea che servirà per ricevere i dati dalle piattaforme su base mensile. Ad esempio, saranno condivisi i dati relativi al numero di notti prenotate, al numero di registrazione, l’URL relativo all’alloggio, il numero di ospiti. In questo modo le autorità potranno monitorare il rispetto dei processi di registrazione degli ospiti e potranno essere attuate politiche adeguate nel settore degli affitti di alloggi a breve termine. Adesso il testo dovrà essere adottato dal Consiglio e poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea per poi entrare in vigore dopo 2 anni. Tutto ciò deriva dall’espansione esponenziale dei servizi di alloggio a breve termine anche grazie a piattaforme come Airbnb, Booking, Expedia e TripAdvisor. Circa un quarto del totale degli alloggi turistici dell’Unione Europea è oggetto di questo tipo di business e se da una parte gli affitti brevi apportano benefici sia ai turisti che a molte regioni, dall’altra la mancanza di norme adeguate contribuisce a problemi legati all’aumento dei prezzi delle abitazioni, allo spostamento dei residenti permanenti e alla concorrenza sleale. (Fonte: dirittoegiustizia.it) |