Licenziamento per g.m.o. e riorganizzazione aziendale: vige per il datore l’obbligo di formazione del dipendente assegnato a mansioni inferiori?

Nel caso in cui la riorganizzazione aziendale incida sulla posizione del lavoratore, il datore, prima di procedere al licenziamento, è tenuto a valutare la possibilità di assegnare al dipendente anche quelle mansioni inferiori rispetto alle quali non possiede il bagaglio professionale necessario?

In tema di licenziamento per g.m.o., il datore è tenuto a provare che il lavoratore non abbia la capacità professionale richiesta per occupare una diversa posizione libera in azienda, in base a circostanze oggettivamente riscontrabili, altrimenti risultando il rispetto obbligo di repêchage sostanzialmente affidato ad una mera valutazione discrezionale dello stesso datore.

È bene precisare che obbligo repêchage non implica anche che il datore sia tenuto a procedere ad una ulteriore formazione professionale che risulti necessaria per le posizioni aziendali disponibili, dovendosi fare riferimento solo alle attitudini ed alla formazione di cui il lavoratore sia (già) dotato al momento del licenziamento.

Infatti, il bilanciamento del diritto al mantenimento del posto con quello del datore a perseguire un'organizzazione aziendale produttiva ed efficiente è ulteriormente confermato dalla possibilità di stipulare un accordo di demansionamento assegnando al dipendente mansioni inferiori compatibili con il suo bagaglio professionale.  Ne consegue che anche in caso di modifica degli assetti organizzativi aziendali, incidente sulla posizione del lavoratore, deve trovare applicazione quanto sopra esposto in relazione all'obbligo di repêchage, non potendosi ritenere il datore obbligato alla formazione professionale del dipendete da licenziare il quale sia sprovvisto del bagaglio professionale necessario per lo svolgimento delle mansioni inferiori.