Demansionamento: la protrazione nel tempo della condotta datoriale di adibizione del lavoratore a mansioni inferiori costituisce un illecito di natura permanente?

Teresa Zappia
06 Novembre 2024

La decorrenza della prescrizione del diritto al corretto inquadramento è connessa ad un ulteriore atto datoriale idoneo a rimuovere gli effetti dell'illecito permanente (i.e. del demansionamento).

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione del diritto al corretto inquadramento in ipotesi di adibizione a mansioni inferiori? Il diritto può prescriversi in costanza di rapporto?

La protrazione nel tempo della condotta datoriale di adibizione del lavoratore a mansioni inferiori costituisce un illecito di natura permanente, dal momento che la situazione illecita viene instaurata dalla condotta iniziale a cui si accompagna il mantenimento della medesima situazione, di fatto o di diritto, sicché per la cessazione dell'offesa agli interessi tutelati è necessaria un'ulteriore condotta, contraria alla precedente, idonea a rimuovere (integralmente) gli effetti.

Si riscontra, quindi, una situazione illecita e pregiudizievole per il diritto alla professionalità del dipendente, la quale può venire meno solo se e quando il datore adibisca il dipendente a mansioni che rispettino i limiti posti dal legislatore, non rilevando che l'atto datoriale che instaura la situazione antigiuridica sia uno, atteso che quello è solo l'atto iniziale. Solo a partire da tale ulteriore atto di adibizione potrebbe decorrere la prescrizione. 

Su tale ultimo punto e, segnatamente, in merito alla prescrizione in costanza di rapporto, la giurisprudenza di legittimità ha affermato che, alla luce degli interventi normativi degli ultimi anni, il rapporto non è assistito da un regime di stabilità, sicché, per tutti quei diritti che non siano prescritti al momento di entrata in vigore della L. n. 92/2012, il termine di prescrizione decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro.

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