Lavoro
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Quando l’impossibilità di repechage in azienda giustifica il licenziamento legittimo?

La Redazione
22 Gennaio 2025

Il datore di lavoro non è tenuto a creare nuove posizioni o a modificare l’organizzazione aziendale per conservare il posto al lavoratore, ma deve dimostrare solo l’assenza di posti liberi compatibili con la professionalità del dipendente, non potendo il giudice, una volta emersa la prova della soppressione del posto, imporre al datore di mantenere una posizione di lavoro anche inferiore, poiché si sostituirebbe all'imprenditore nel compito di organizzazione aziendale che a lui compete.

La Corte d'Appello dell’Aquila ha emesso la sentenza n. 258/2021 concernente un controverso licenziamento, analizzandone inizialmente la legittimità posta in relazione all'opportunità di ricollocazione del lavoratore in posizioni compatibili con le sue competenze, constatando infine che, al momento del licenziamento, non vi erano ruoli disponibili in ambiti idonei e che le mansioni affini erano già coperte da altri dipendenti.

Respinto l'appello del lavoratore e confermata la sentenza del Tribunale di Chieti, si conclude per affermare il diritto del dipendente a dodici mensilità di retribuzione globale come indennità.

Conseguentemente, il ricorrente presenta ricorso per cassazione.

Per la S.C. il giudice del merito respingendo i motivi di ricorso del lavoratore originario e confermando la legittimità del licenziamento e la decisione del Tribunale di Chieti ha puntualmente analizzato e applicato le normative richiamate attenendosi ai principi della giurisprudenza consolidata,

La Corte ha riconosciuto l'assenza di posizioni compatibili con le competenze del lavoratore licenziato, confermando l'adeguatezza del licenziamento, per questi motivi il ricorso è respinto.

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