Start up: sopravvive l’obbligo di redazione della nota integrativa
18 Novembre 2016
Le start up innovative che intendono avvalersi del requisito delle spese di ricerca e sviluppo, dovranno continuare a redigere il bilancio d'esercizio con allegata la nota integrativa, nella quale sono descritte le spese in questione, nonostante la nuova disciplina semplificatoria introdotta dal D.Lgs. n. 139/2015, che ha recepito la Direttiva 2013/34/UE. Ad affermarlo è il Ministero dello Sviluppo Economico, con parere n. 361851 del 17 novembre. La semplificazione in materia di bilancio. Le novità principali in materia di bilancio, previste dal decreto n. 139, riguardano i principi di redazione, gli schemi di bilancio, l'eliminazione dei conti d'ordine dallo stato patrimoniale, i costi di ricerca e pubblicità che non vanno più indicati tra le immobilizzazioni e l'obbligo del rendiconto finanziario. Contestualmente, si prevede una semplificazione per le micro-imprese, il cui bilancio sarà composto dal conto economico e dallo stato patrimoniale, non essendo più richiesta la nota integrativa. Si considerano micro-imprese quelle che nel primo esercizio o successivamente per due esercizi consecutivi ha un totale attivo dello stato patrimoniale non superiore a 175 mila euro, un ammontare dei ricavi inferiore a 350 mila euro e dipendenti occupati in media durante l'esercizio inferiore alle 5 unità, a partire dall'esercizio 2016 (si veda, per un approfondimento sulla nuova disciplina: Sottoriva, Il d.lgs. 139/2015 di recepimento della Direttiva 2013/34/UE in materia di bilancio, in questo portale). MISE: le peculiarità delle start up. Il Mise, rispondendo a un quesito sollevato da uno studio di consulenza, evidenzia come, in base alla normativa delle start up innovative, e in particolare di quelle che possiedono come requisito quello relativo alla percentuale di spese in ricerca e sviluppo (15% del maggiore tra valore della produzione e costi della produzione), “le spese (in ricerca e sviluppo) risultano dall'ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa”. Pertanto, chiarisce il MISE, “la nota integrativa va redatta ugualmente in maniera completa, aggiungendo il dettaglio delle spese in ricerca e sviluppo”. |