Tributario

Residente all'estero, ma iscritto all'Anagrafe: si paga comunque l'IRPEF

La Redazione
03 Novembre 2015

La Suprema Corte con la sentenza n. 21970/2015 ha affermato che ai fini della qualificazione di soggetto passivo IRPEF è fondamentale considerare l'iscrizione all'anagrafe della popolazione residente.

Non si sfugge alle imposte: versa comunque l'IRPEF il cittadino residente all'estero, ma ancora iscritto all'anagrafe di un Comune italiano. È quanto hanno affermato i giudici della Corte di Cassazione con la sentenza depositata il 28 ottobre 2015, n. 21970. Il contribuente aveva impugnato gli avvisi di accertamento ricevuti, riferiti all'IRPEF per due annualità, il 1999 e il 2000. Quale motivo del ricorso, davanti alla Commissione Regionale, il contribuente affermava di non aver risieduto in Italia durante il periodo in questione: l'esito era stato negativo. Al centro della sua nuova impugnazione davanti alla Corte di Cassazione, il fatto che la CTR aveva omesso di valutare il fatto che la propria residenza era stata spostata in un'altra nazione per gli anni di imposta contestati.

Ora, ai fini della qualificazione di soggetto passivo IRPEF, “è decisivo il dato formale dell'iscrizione nell'anagrafe della popolazione residente”. Tale circostanza non risultava nel caso in questione, poiché lo stesso contribuente aveva affermato di non essersi cancellato dall'anagrafe. E proprio questo è stato il punto che ha indotto i giudici del Palazzaccio a rigettare il ricorso del contribuente.

Infatti, secondo una consolidata giurisprudenza, le persone iscritte all'anagrafe si considerano a tutti gli effetti residenti (e pertanto soggetti passivi di imposta). Inoltre, il trasferimento di residenza all'Estero non rileva, “fino a quando non risulti la cancellazione dall'anagrafe di un Comune italiano”.

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