Voluntary disclosure e integrazione successiva alla scadenza dei termini

La Redazione
09 Settembre 2015

Nel caso in cui il contribuente si sia dimenticato di produrre documentazione relativa ad attività detenute all'estero, una volta superati i trenta giorni successivi alla presentazione della richiesta di accesso alla “voluntary disclosure”, gli sarà consentito regolarizzarsi eventualmente nella fase di contraddittorio?

Nel caso in cui il contribuente si sia dimenticato di produrre documentazione relativa ad attività detenute all'estero, una volta superati i trenta giorni successivi alla presentazione della richiesta di accesso alla “voluntary disclosure”, gli sarà consentito regolarizzarsi eventualmente nella fase di contraddittorio?

L'Agenzia delle Entrate ha sostanzialmente affermato che qualora si verifichi tale eventualità, per effetto del controllo della documentazione da parte dell'Ufficio, si ritiene possibile un'integrazione della documentazione anche in fase di contraddittorio. Purtuttavia, come spiegato nella Circolare 31/E del 28 agosto 2015, al paragrafo 2.2, deve emergere la sostanziale “buona fede” del contribuente. L'inadempienza deve essere infatti riconducibile “ad un errore scusabile o ad una causa di forza maggiore”. A tal proposito nel documento di prassi vengono riportati degli esempi. Se, in ipotesi, l'omissione riguarda una violazione sostanzialmente irrilevante o che potrebbe essere facilmente rilevata dall'Ufficio, si può ritenere sussistente la buona fede. Al contrario laddove l'attività di cui si sono omesse le informazioni sia di consistenza “di gran lunga superiore” rispetto a quella relativa alle altre attività dichiarate, difficilmente la buona fede potrà essere invocata e, conseguentemente, l'omissione sanata attraverso la procedura di collaborazione volontaria.

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