Jobs Act, “funzionerà solo con decreti attuativi scritti bene”
27 Novembre 2014
Il Jobs Act, da mesi al centro dei dibattiti, è stato approvato alla Camera mercoledì: ora il passaggio al Senato dovrebbe concludersi in tempi strettissimi. Tra le novità più significative, i principi di delega su ammortizzatori sociali, forme contrattuali flessibili, contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e pari opportunità.
Lo schema di sintesi dei CdL
In materia di ammortizzatori sociali è stato previsto che le integrazioni salariali siano precluse solo nel caso in cui la cessazione dell'attività aziendale (o di un ramo di essa) sia definitiva. I meccanismi standardizzati per la concessione di ammortizzatori sociali dovranno essere definiti a livello nazionale. Con riferimento al riordino delle forme contrattuali si è intervenuto sulla disciplina dei licenziamenti illegittimi nell'ambito del nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio, escludendo la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro per i licenziamenti economici; per quelli di natura disciplinare ingiustificati, la reintegra è stata circoscritta a “specifiche fattispecie”. Nell'alveo della flessibilità, dovrebbe divenire definitivo il superamento delle collaborazioni coordinate e continuative.
I prossimi passaggi all'orizzonte
Interpellata per dare un giudizio globale sul Jobs Act, la Presidente Marina Calderone ha puntualmente ricordato che siamo dinnanzi a una legge delega, destinata a completarsi solo con i decreti attuativi: “funzionerà se questi saranno scritti bene e con il criterio della semplificazione”. Da qui il sollecito all'Esecutivo, a nome della categoria, a procedere con massima attenzione su tutti gli aspetti che riguarderanno l'attuazione della norma, “perché i princìpi sono importanti, ma è importante anche come questi verranno declinati". |