Osservatorio sulla Cassazione - Ottobre 2017
14 Novembre 2017
Notifica del ricorso per la dichiarazione di fallimento a società cancellata Cass. Civ. – Sez. VI-1 – 27 ottobre 2017, n. 25701, ord. In caso di società già cancellata dal registro delle imprese, il ricorso per la dichiarazione di fallimento può essere notificato, ex art. 15, comma 3, l. fall., all'indirizzo Pec della società cancellata in precedenza comunicato, ovvero, nel caso in cui non risulti possibile tale notifica a mezzo pec, direttamente presso la sua sede.
Non si può utilizzare il proprio patronimico se già costituisce marchio altrui nello stesso settore Cass. Civ. – Sez. I – 27 ottobre 2017, n. 25641, sent. L'uso del proprio nome patronimico come marchio, ancorché accompagnato da elementi differenziatori, è vietato quanto tale nome costituisca già il marchio di altro imprenditore, per prodotti dello stesso genere.
Invalido e inefficace il contratto atipico di investimento 4You Cass. Civ. – Sez. I – 27 ottobre 2017, n. 25630, ord. Ai fini dell'art. 1322, comma 2, c.c., non integra un interesse meritevole di tutela da parte dell'ordinamento, quello perseguito mediante un contratto atipico fondato sullo sfruttamento delle preoccupazioni previdenziali del cliente da parte degli operatori professionali, mediante operazioni negoziali complesse di rischio e di unilaterale riattribuzione del proprio rischio d'impresa, in ordine alla gestione di fondi comuni comprendenti anche titoli di dubbia o problematica redditività nel proprio portafoglio; pertanto, non è efficace per l'ordinamento il contratto atipico il quale, in dette circostanze, consista, tra l'altro, nella concessione di un mutuo di durata ragguardevole, all'investitore, destinato all'acquisto di prodotti finanziari della finanziatrice ed in un contestuale mandato alla banca ad acquistare detti prodotti anche in situazione di potenziale conflitto d'interessi.
Trasferimento di quote di s.r.l.: tra le parti la cessione è valida con il solo consenso Cass. Civ. – Sez. I – 27 ottobre 2017, n. 25626, sent. L'art. 2479 c.c. nel testo anteriore al D.Lgs. n. 6/2003, disciplina (al pari dell'art. 2470 c.c., nel testo in vigore) la forma del trasferimento di quota di s.r.l. perché sia opponibile alla società, mentre, nei rapporti tra le parti, in forza del principio di libertà delle forme, la cessione medesima è valida ed efficace in virtù del semplice consenso manifestato dalle stesse, non richiedendo, la forma scritta né ad substantiam, né ad probationem. Pertanto, in presenza di un contratto di opzione di acquisto di quote che conferisca ad una parte la facoltà di accettare la proposta di vendita formulata dalla controparte, il momento del definitivo effetto traslativo è segnato dall'accettazione dello stipulante.
Ripetizione dell'indebito di importi non dovuti: l'onere probatorio del correntista Cass. Civ. – Sez. VI-1 – 23 ottobre 2017, n. 24948, ord. In tema di contratto di conto corrente bancario, il correntista che agisca per la ripetizione dell'indebito, tenuto a fornire la prova sia degli avvenuti pagamenti che della mancanza, rispetto ad essi, di una valida causa debendi, è onerato di documentare l'andamento del rapporto con la produzione degli estratti conto, i quali evidenziano le singole rimesse che, per riferirsi ad importi non dovuti, sono suscettibili di ripetizione.
Bancarotta: la responsabilità dell'amministratore di diritto Cass. Pen. – Sez. V – 20 ottobre 2017, n. 48363, sent. Nei reati fallimentari, l'amministratore di diritto risponde del reato di bancarotta fraudolenta documentale per sottrazione o per omessa tenuta, in frode ai creditori, delle scritture contabili, anche laddove sia investito solo formalmente dell'amministrazione della società fallita (cosiddetta testa di legno), in quanto sussiste il diretto e personale obbligo dell'amministratore di diritto di tenere e conservare le predette scritture, purchè sia fornita la dimostrazione della effettiva e concreta consapevolezza del loro stato, tale da impedire la ricostruzione del movimento degli affari.
Bancarotta semplice: spese personali e familiari eccessive solo per l'imprenditore individuale Cass. Pen. – Sez. V – 19 ottobre 2017, n. 48198, sent. In tema di bancarotta semplice, l'art. 217, comma 1, n. 1. L. fall., che punisce le spese personali e familiari eccessive dell'imprenditore dichiarato fallito, è applicabile al solo imprenditore individuale e non anche all'amministratore di società di capitali, il quale non può essere ritenuto legittimato a spese personali neppure se non eccessive, mentre può essere chiamato a rispondere di operazioni manifestamente imprudenti o delle altre fattispecie previste dall'art. 217, nn. 4 e 5.
Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e bancarotta distrattiva: sì al concorso Cass. Pen. – Sez. V – 18 ottobre 2017, n. 48102, sent. È configurabile il concorso tra il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e quello di bancarotta fraudolenta per distrazione, atteso che le relative norme incriminatrici non regolano la "stessa materia" ex art. 15 c.p., data la diversità del bene giuridico tutelato (interesse fiscale al buon esito della riscossione coattiva, da un lato, ed interesse della massa dei creditori al soddisfacimento dei propri diritti, dall'altro), della natura delle fattispecie astratte (di pericolo quella fiscale, di danno quella fallimentare) e dell'elemento soggettivo (dolo specifico quanto alla prima, generico quanto alla seconda).
Viola il copyright ed è reato l'accesso abusivo a canali tv criptati Cass. Pen. – Sez. III – 10 ottobre 2017, n. 46443, sent. La condotta di chi decodifichi ad uso privato programmi televisivi ad accesso condizionato e, dunque, protetto, eludendo le misure tecnologiche destinate ad impedire l'accesso posto in essere da parte dell'emittente, costituisce reato espressamente sanzionato dall'art. 171-octies L. n. 633/1941, senza che assumano rilievo le concrete modalità con cui l'elusione venga attuata, essendo evidente la finalità fraudolenta che consiste nel mancato pagamento del canone applicato agli utenti per l'accesso ai suddetti programmi.
Interessi usurari: per il superamento del tasso soglia vale il cumulo tra quelli corrispettivi e moratori Cass. Civ. – Sez. VI-1 – 4 ottobre 2017, n. 23192, ord. In tema di contratto di mutuo, l'art. 1 L. n. 108/1996, che prevede la fissazione di un tasso soglia al di là del quale gli interessi pattuiti debbono essere considerati usurari, riguarda sia gli interessi corrispettivi che quelli moratori. |