Il contratto a tempo determinato non basta per perdere la disoccupazione
29 Ottobre 2019
Il contratto a tempo determinato. Per un periodo di dieci settimane, in questo caso – non è sufficiente per obbligare il lavoratore a dire addio alla indennità di disoccupazione. A patto però, chiariscono i Giudici, che la retribuzione complessiva percepita sia inferiore al “reddito minimo personale escluso da imposizione”. L'Inps, fatti i dovuti controlli, opta per un «decreto ingiuntivo» per «il recupero della somma percepita dall'uomo a titolo di indennità di disoccupazione» per un periodo di sei mesi.
La soglia di reddito annuale. A fare chiarezza in modo definitivo provvede ora la Cassazione, respingendo il ricorso proposto dai legali dell'Inps e ritenendo legittimo il fatto che l'uomo abbia percepito «l'indennità di disoccupazione» anche per il periodo in cui ha avuto la possibilità di lavorare con un contratto a tempo determinato.
Peraltro, «il superamento della soglia di reddito annuale non dà luogo a perdita dello stato di disoccupazione, ma solo a una sospensione, qualora il rapporto sia a tempo determinato della durata fino a otto mesi (o a quattro mesi per i giovani)» e ciò significa che «in tal caso la situazione di disoccupazione potrà essere nuovamente fatta valere dopo la scadenza del termine contrattuale», aggiungono in chiusura i Giudici.
(Tratto da www.dirittoegiustizia.it) |