L'atto di querela dei condomini in caso di appropriazione indebita dell'amministratore
29 Giugno 2020
La vicenda. L'imputato, ritenuto responsabile del reato di appropriazione indebita aggravata e continuata in danno di un codominio, essendosi appropriato, in qualità di amministratore condominiale, di un ingente somma di denaro, ricorre in Cassazione, a mezzo del proprio difensore, denunciando violazione degli art. 120 c.p. e art. 337 c.p.p. in riferimento alla condizione di procedibilità in particolare, questi sostiene che, il procedimento era nato da una denuncia-querela, come risulta dall'atto sottoscritto dai condomini, ma osserva che tale atto non può equivalere ad una rituale querela (condizione necessaria per procedere in caso di reato di appropriazione indebita), mancando una delibera assembleare espressione della volontà di tutti i condomini (infatti l'atto era stato sottoscritto da un numero tale di condomini da non esprimerne la maggioranza).
L'atto di denuncia-querela. Come più volte ribadito dalla Suprema Corte, per la proposizione di una valida istanza di punizione da parte di un condominio di edifici occorre la preventiva unanime manifestazione di volontà da parte dei condomini così da conferire all'amministratore l'incarico di perseguire penalmente un soggetto per un fatto ritenuto lesivo del patrimonio comune. |