Pubblico impiego e mansioni superiori: per la qualifica non basta una prova selettiva di idoneità
22 Febbraio 2021
Il dipendente pubblico può pretendere il riconoscimento della qualifica superiore qualora lo svolgimento delle mansioni relative sia stato preceduto dal superamento di una prova selettiva di idoneità?
Nell'ambito del pubblico impiego contrattualizzato, l'accertamento dello svolgimento di mansioni superiori deve tenere conto dell'atto di macro-organizzazione con il quale il datore pubblico ha adattato alla propria organizzazione i profili professionali previsti dalla contrattazione collettiva.
La previsione di una determinata posizione organizzativa e la prova dell'effettiva adibizione ad essa - anche a seguito del superamento di una prova selettiva per l'idoneità allo svolgimento delle relative mansioni - non genera in capo al lavoratore il diritto alla qualifica superiore corrispondente, essendo richiesto il superamento di un concorso pubblico.
Tale situazione di fatto, invece, obbliga il datore pubblico al riconoscimento della retribuzione corrispondente al livello superiore, in applicazione del principio di proporzionalità e sufficienza del trattamento retributivo ex art. 36 Cost.
Si tiene a rammentare che l'art. 52, comma 5, d.lgs. n. 165 del 2001, non condiziona tale diritto alla sussistenza dei presupposti di legittimità di assegnazione delle mansioni superiori.
Sono escluse dall'applicazione di suddetta disciplina le sole ipotesi in cui si riscontri una situazione di illiceità, quale ad esempio l'espletamento delle mansioni superiori all'insaputa o contro la volontà della P.A.
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