L'amministratore negligente matura il diritto al compenso: i limiti all'eccezione di inadempimento

La Redazione
02 Marzo 2021

La società è tenuta a corrispondere il compenso maturato dell'amministratore, che pure abbia tenuto condotte negligenti, se manca il nesso di corrispettività tra l'inadempimento e il credito maturato, non potendo far valere l'eccezione ex art. 1460 c.c.

La società è tenuta a corrispondere il compenso maturato dell'amministratore, che pure abbia tenuto condotte negligenti, se manca il nesso di corrispettività tra l'inadempimento e il credito maturato, non potendo far valere l'eccezione ex art. 1460 c.c.

L'eccezione di inadempimento, che consente a chi sia tenuto ad una prestazione di rifiutare l'adempimento adducendo l'inadempimento altrui, presuppone che il rifiuto di adempiere dell'eccipiente non sia contrario a buona fede, da intendersi in senso oggettivo, e che, inoltre, la prestazione di cui si vuole liberare con l'eccezione deve porsi in rapporto di sinallagmaticità con la prestazione dedotta come inadempiuta dalla controparte. Sicchè, ove i denunciati inadempimenti dell'amministratore siano risalenti nel tempo, ed abbiano già esaurito i propri effetti, rispetto alla prestazione – il pagamento degli emolumenti per un biennio – non sussistono i presupposti per l'eccezione di inadempimento ex art. 1460 c.c., ferma restando la possibilità, per la società, di azionare le condotte dannose dell'amministratore in altra sede, ex art. 2476, comma 3, c.c.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.